Stats Tweet

Praga.

Capitale (1.170.570 ab.) della Repubblica Ceca e capoluogo della provincia della Boemia Centrale. L'area metropolitana di P. forma una provincia a sé. • Geogr. - P. è situata in una zona collinare, tra i 190 e i 380 m s/m., sul fiume Moldava. Il clima è continentale. • Econ. - L'economia si basa sull'attività industriale (settori meccanico, alimentare - in particolare della birra -, tessile, editoriale, delle costruzioni edili). Il turismo è molto sviluppato, grazie alla bellezza e al fascino del centro storico. • St. - Già insediamento neolitico, P. prese origine dalla costruzione di un castello sul colle di Hradčany, all'inizio della dinastia dei Přemyslidi (IX sec). Posto alla sinistra della Moldava, esso costituì insieme al castello di Vyšehrad, che sorgeva sulla riva destra, un nucleo difensivo attorno al quale venne poco a poco sviluppandosi una colonia di artigiani e mercanti, in maggioranza ebrei. Diventata sede vescovile nel 973, la città venne arricchita di chiese e conventi. Nel 1257, sulla riva sinistra della Moldava, il re Přemysl Ottocaro II fondò la cosiddetta città minore, riservata ai coloni tedeschi e retta dal diritto di Magdeburgo. Con l'imperatore Carlo IV, P. divenne capitale dell'Impero e sede di università (fondata nel 1348). La popolazione di P., che era stata in maggioranza tedesca, divenne unicamente ceca dopo la cacciata dei Tedeschi durante i tumulti provocati dalle guerre hussite. Nel 1518 si realizzò la riunione della città vecchia e della città nuova in un solo comune. Il passaggio della città sotto la dominazione degli Asburgo provocò nel 1547 un moto di rivolta, che ebbe come conseguenza un'ulteriore limitazione dell'autonomia e dell'importanza politica, finché Rodolfo II non elevò nuovamente P. a capitale dell'Impero. Tale rimase dal 1583 al 1612, anno in cui il successore di Rodolfo, Mattia, trasferì la capitale a Vienna. Ma l'oppressione politica e religiosa degli Asburgo suscitò un malcontento sempre più forte, culminato nella rivolta del 1618 (defenestrazione di P.); inoltre le repressioni che seguirono la battaglia della Montagna Bianca (1620), i danni subiti durante la guerra dei Trent'anni e il reiterato attacco degli Svedesi, che nel 1648 riuscirono a impadronirsi della città minore e del castello, riportarono P. a un rango provinciale. P. ebbe un'ulteriore decadenza politica ed economica con il declino della nobiltà boema, i cui beni vennero sistematicamente confiscati e assegnati a feudatari asburgici di diversa nazionalità. La sua situazione di marginalità fu ancora aggravata nel XVIII sec. dalla politica antiboema di Giuseppe II. La reazione nazionale trovò sfogo nei moti rivoluzionari del 1848, soffocati dal Governo asburgico, che proclamò lo stato d'assedio, destinato a durare sino al 1853. Nelle elezioni municipali del 1861 i Cechi conquistarono per la prima volta la maggioranza nel consiglio cittadino, mentre il ceco fu introdotto come lingua d'insegnamento in alcune scuole. Dalla seconda metà del XIX sec. un veloce processo di industrializzazione fece di P. il centro finanziario e commerciale della regione boema. Politicamente continuò a essere il fulcro del movimento nazionale ceco, culminato, dopo la prima guerra mondiale, nella proclamazione dell'indipendenza della Cecoslovacchia, di cui P. divenne capitale (1918). Il 15 marzo 1939 la città fu occupata dalle truppe tedesche e ridotta a capitale del Protettorato di Boemia e Moravia. Liberata dalle truppe sovietiche il 9 maggio 1945, nel 1948 P. fu teatro del colpo di Stato comunista. Nell'agosto 1968 l'intervento militare delle Nazioni aderenti al Patto di Varsavia represse con la forza il movimento popolare noto come primavera di P., sorto in appoggio al programma politico di A. Dubcek. Nel 1989 a P. avvennero le prime manifestazioni di dissenso che avviarono il processo di democratizzazione del Paese. ║ Battaglia di P.: vinta da Federico II di Prussia sull'imperatore austriaco nel 1757 durante la guerra dei Sette Anni. ║ Congressi slavi di P.: il primo, tenutosi nel 1848, mentre l'Impero asburgico era scosso da violenti sussulti rivoluzionari, riunì sotto la presidenza dello storico F. Palacky 343 delegati in rappresentanza di tutti i popoli slavi soggetti agli Asburgo. Il congresso chiese la trasformazione della Monarchia asburgica in una federazione di popoli con pari diritti, con a capo un Asburgo. Dopo lo scoppio in città dei moti rivoluzionari del 12 giugno, il congresso fu sciolto con la forza dalle truppe del principe Windisch-Graetz. Un secondo congresso slavo di P. (il terzo dopo quello di Mosca del 1867) si svolse dal 12 al 17 luglio 1908 e affrontò problemi di collaborazione culturale e artistica, economica e industriale. ║ Defenestrazione di P.: V. DEFENESTRAZIONE. ║ Pace di P.: la prima fu stipulata il 29 luglio 1437 tra Venezia e Sigismondo d'Ungheria, il quale si impegnò a cedere i suoi diritti sulla Dalmazia per 10.000 ducati. Con la seconda pace di P. (15 giugno 1635) si chiuse il secondo periodo della guerra dei Trent'anni. Secondo i termini dell'accordo, l'imperatore Ferdinando Il revocò l'Editto di Restituzione riguardo tutti i trasferimenti di proprietà successivi al 1627 e Giovanni Giorgio di Sassonia ricevette la Lusazia. Il 23 agosto 1866, ponendo fine alla guerra fra l'Austria e la Prussia, la terza pace di P. obbligò la Prussia a non violare l'integrità territoriale della Sassonia alleata dell'Austria e a riconoscere la neutralità dell'unione degli Stati meridionali della Germania, mentre all'Austria fu imposto il pagamento di un'indennità di guerra di 20 milioni di talleri, oltre che l'impegno a non intervenire in caso di annessione dello Schleswig-Holstein da parte della Prussia. Inoltre, il Governo di Vienna dovette cedere il Veneto, mantenendo la promessa fatta in precedenza alla Francia. L'accordo fu soprattutto opera del primo ministro prussiano Bismarck, che intendeva concludere la guerra austro-prussiana al più presto, per impedire che altre potenze chiedessero di partecipare alla nuova sistemazione territoriale a svantaggio della Prussia. La pace di P. contribuì a riavvicinare Austria e Prussia, evitando allo stesso tempo le interferenze di Francia e Russia. ║ Primavera di P.: espressione con cui si indica il moto popolare che appoggiò il programma di revisione ideologica e organizzativa del regime comunista cecoslovacco (detto anche nuovo corso) iniziato da A. Dubcek, L. Svoboda, O. Cernik, O. Sik e altri nella primavera 1968. Con l'intervento armato sovietico (agosto 1968), destinato a ripristinare con la forza il vecchio ordine, i dissidenti della "primavera" furono perseguitati e privati delle loro cariche. Dubcek fu espulso dal partito nel giugno 1970, dopo essere stato per qualche mese ambasciatore ad Ankara. ║ Trattato di P.-Làny: firmato il 16 dicembre 1921 nel castello di Làny, presso P., tra Austria e Cecoslovacchia, riconobbe i mutamenti territoriali avvenuti con i precedenti trattati di pace. I due Paesi si assicurarono reciproco appoggio, impegnandosi a risolvere le controversie per via pacifica, direttamente o con ricorso alla corte dell'Aia. Inoltre si assicurarono la reciproca neutralità in caso di entrata in guerra di uno dei due Stati. Il trattato non fu rinnovato alla sua scadenza nel 1927. • Urban. - Amministrativamente P. assunse un'entità urbana nel 1784, con l'assorbimento di vari centri urbani posti lungo la Moldava. Al tempo della Rivoluzione industriale, a causa della vicinanza alla regione carbonifera, a P. sorsero numerosi impianti industriali (specialmente metallurgici). Nel XIX sec. si verificò una forte crescita demografica (oltre 100.000 ab. nel 1831) e vennero intrapresi lavori che portarono a una trasformazione urbanistica, con la costruzione di nuovi quartieri e il potenziamento della rete viaria. Dal 1918 capitale del nuovo Stato cecoslovacco, la città diventò dal punto di vista amministrativo la Grande P. con l'accorpamento di 37 sobborghi, giungendo all'inizio degli anni Trenta a contare una popolazione di 850.000 ab. Dopo il secondo conflitto mondiale, secondo una pianificazione urbana molto accentrata, venne istituita una netta separazione funzionale tra quartieri industriali e residenziali. • Arte - Nella prima metà del X sec. il nucleo della città sviluppatosi intorno al forte in legno e alla chiesa della Madonna, risalenti alla fine del IX sec., si arricchì della fortezza di Vyšehrad, della chiesa di San Giorgio (ricostruita nell'aspetto attuale nel 1140 circa) e della rotonda di San Vito. P. assunse la fisionomia di una vera città sin dalla fine del XII sec.; un ponte di pietra costruito nel 1172 collegava la collina di Hradčany e la sottostante città minore alla città vecchia, sorta sulla riva destra della Moldava. I primi esempi di Gotico furono il convento della beata Agnese e la sinagoga Staranovà, ma i più importanti edifici del periodo risalgono al Regno di Carlo IV. Tra questi il nuovo ponte di pietra, su progetto di P. Parler (1357; abbellito nel XVII sec. con statue) e la cattedrale di San Vito, che sorse al posto dell'antica rotonda (architetti M. d'Arras e P. Parler). A Carlo IV si deve inoltre la fondazione della città nuova. Concluse le guerre hussite, l'avvento della dinastia degli Iagelloni favorì la rinascita del Gotico con la costruzione della torre delle Polveri (1475), la ricostruzione del municipio con la torre e l'orologio (1477-90 circa) e del castello di Hradčany, con la sala di Ladislao di Benedikt Ried (1492-1502). Tra i pochi esempi di stile rinascimentale figurano la chiesa di San Salvatore (1578), il belvedere dell'italiano P. della Stella (1538-63), la sala della Pallacorda di B. Wohlmut e O. Aostalis (1567-69). La sconfitta della Riforma protestante in Boemia e della borghesia ad essa legata (1620) favorì un'intensa attività edificatoria da parte della Chiesa e della nobiltà feudale, cui si devono i palazzi Wallenstein, Černin, Michna, e soprattutto il grandioso complesso del Clementinum, il collegio dei Gesuiti opera degli architetti F. Caratti, F.M. Kanka e C. Lurago. Capolavoro del Barocco praghese è la chiesa di San Nicola (progetto di Ch. Dientzenhofer, 1737-52; campanile di A. Lurago, 1751). Numerosi i palazzi dei secc. XVII-XVIII, dovuti ad architetti italiani quali i Lurago, I.J. Palliardi, F. Caratti. La dominazione asburgica portò all'affermazione dello stile viennese, rappresentato dalla ricostruzione del castello di Hradčany, opera dell'italiano N. Pacassi. Lo sviluppo industriale e la crescita demografica del XIX sec. determinarono grandi cambiamenti nel tessuto urbano di P., mentre nella seconda metà dell'Ottocento, con l'affermarsi della coscienza nazionale ceca, sorsero i grandi edifici pubblici in stile neorinascimentale: il teatro nazionale, la casa dell'arte già Rudolfinum (J. Zìtek), il museo nazionale e il museo di arti applicate (J. Schulz). Lo Jugendstil improntò di sé l'edilizia sia privata sia pubblica (la stazione centrale, il palazzo delle esposizioni, la casa civica) e anche movimenti artistici della prima metà del XX sec., come il Costruttivismo e il Funzionalismo, lasciarono interessanti testimonianze tra cui la chiesa di San Venceslao di J. Gocar. L'università praghese Carlo, fondata da Carlo IV di Boemia nel 1348, ebbe un grande ruolo nella formazione culturale e nazionale dei Cechi. Germanizzata sotto Giuseppe II, nel 1882 fu divisa in due distinte università, quella tedesca e quella ceca e solo nel 1945 tornò ad essere esclusivamente ceca. La biblioteca nazionale della Repubblica Ceca, che conta circa cinque milioni di volumi, e la biblioteca tecnica hanno sede nel Clementinum. Altre importanti istituzioni culturali sono il museo nazionale di scienze naturali e storiche, con archivio e biblioteca, e la biblioteca del monastero di Strahov, che custodisce documenti della storia letteraria nazionale. La galleria nazionale custodisce importanti opere pittoriche tedesche, fiamminghe, italiane (Dürer, Brueghel il Vecchio, Canaletto, Rubens, Rembrandt, ecc.); francesi dell'Ottocento e del Novecento (Manet, Gauguin, Picasso). Dal 12 maggio al 4 giugno a P. si svolge un festival musicale internazionale chiamato La primavera di Praga.
Praga: piazza Wenceslao

Praga: il ponte Carlo IV