Elemento chimico di numero atomico 19 e peso atomico 39,098. Simbolo:
K.
Nella tavola periodica degli elementi si colloca nel primo gruppo, sottogruppo
A, fra i metalli alcalini. Ha come omologo inferiore il sodio e superiore il
rubidio. Fu isolato per la prima volta da H. Davy nel 1807 ma era già
stato identificato nei suoi composti da Klaproth nel 1796, cui si deve anche il
nome. ║
Stato naturale: il
p. è un elemento molto
diffuso nella crosta terrestre, della quale costituisce il 2,41% in peso,
risultando il settimo elemento in ordine di diffusione, dopo ossigeno, silicio,
alluminio, ferro, calcio e sodio. Anche nell'universo è relativamente
abbondante: si stima che ne esistano 3,16 atomi per ogni 1.000 atomi di silicio.
Nel corpo umano è presente in ragione dello 0,2% in peso per cui una
persona media ne contiene circa 150 g. Presenta due isotopi naturali stabili, il

K e il

K, e uno
radioattivo, il

K; la miscela naturale è
composta rispettivamente dal 93,08%, dallo 0,012 e dal 6,908% dei tre isotopi.
L'isotopo
40K non è stabile e presenta una debole
radioattività, decadendo in beta con un periodo di circa 1,3 miliardi di
anni. Un altro isotopo, il

K, viene preparato correntemente per
sintesi; è radioattivo e decade con un periodo di 12,5 ore; viene
impiegato in medicina e biologia per studi sui muscoli e sul metabolismo dei
sali minerali. Fra i suoi minerali ricordiamo la
silvina KCl, la
carnallite Mg Cl
2 · KCl
2 ·
6H
2O, la
cainite Mg SO
4 · KCl ·
3H
2O, tutti presenti nei depositi salini di Stassfurt in Sassonia,
oltre al
salnitro KNO
3 e diversi
allumi, silicati doppi
di alluminio e
p. In Italia si hanno giacimenti di silvite, carnallite e
cainite, relativamente poveri ma sfruttabili, in Sicilia (località San
Cataldo, Santa Caterina, Corvillo, Montedoro, Racalmuto e Pasquasia).
P.
si ricava anche dalle ceneri di alghe e dalle bietole da zucchero, oltre che
dalle acque madri delle saline: l'acqua di mare infatti contiene una parte di
peso di
p. ogni 27 parti circa di sodio, cioè una concentrazione
di 0,44 g di
p. per litro di acqua. Fino alla metà del XIX sec. le
ceneri erano la maggior fonte di
p. ║
Preparazione: il
p. metallico trova applicazioni più limitate dei suoi composti per
cui non viene preparato in grandi quantità. Può essere prodotto
per elettrolisi del suo cloruro anidro o del suo idrossido secco allo stato
fuso, operando in celle a diaframma come quelle usate per la produzione del
sodio. Un altro metodo consiste in una reazione di scambio con sodio ad alta
temperatura:
KCl + Na

K +
NaCl
Si opera in una colonna a riempimento ad alta temperatura; il
cloruro potassico fuso (fonde a 776 °C) viene immesso dall'alto e fatto
scendere verso il basso da dove salgono vapori di sodio (che bolle a 892 °C
a pressione atmosferica); si forma del cloruro di sodio (che fonde ad 800
°C) che cade verso il basso mentre il
p. passa allo stato vapore
(bolle a 760 °C a pressione atmosferica) e sale anch'esso verso l'alto.
Nella colonna si stabilisce un equilibrio secondo la reazione sopra vista; in
funzione delle condizioni operative si ottiene in testa del
p. puro (fino
al 99,5%) oppure una miscela sodio-
p. ║
Proprietà
fisiche: il
p. si presenta come un metallo di color bianco-argenteo,
leggero, tenero, buon conduttore del calore e dell'elettricità, molto
simile in ciò al sodio. Ha peso specifico 0,86, cioè è
più leggero dell'acqua. Fonde a 63,7 °C e bolle a 760 °C fuori
dal contatto con l'aria. Il suo calore latente di fusione è 14,6 cal/g;
quello di vaporizzazione è 496 cal/g. Il calore specifico a temperatura
ambiente è 0,177 cal/g · °C. La sua conducibilità
elettrica è 0,143 microohm
-1. La sua conducibilità
termica ammonta a 0,23 cal/(cm · sec · °C); anche per questa
valgono gli stessi confronti fatti sopra con altri metalli. Cristallizza nel
sistema cubico a corpo centrato, come tutti gli altri metalli alcalini. La sua
elettronegatività nella scala di Pauling è 0,8, inferiore a quella
del sodio (che è 0,9) e pari a quella del rubidio; fra gli elementi della
tavola periodica solo il cesio e il francio la presentano inferiore (0,7).
║
Precauzioni: il
p. è un elemento assai reattivo.
Per esposizione all'aria si ossida facilmente per cui va conservato sotto un
liquido opportuno, ad esempio, petrolio. Alla minima traccia di umidità,
compresa quella atmosferica, reagisce violentemente con formazione del suo
idrossico (caustico) e svolgimento di idrogeno che normalmente si incendia per
il forte calore di reazione. All'aria o in presenza di ossigeno si incendia a
temperature poco superiori al suo punto di fusione. Il modo più sicuro
per trasportarlo è per mezzo di recipienti di ferro o acciaio sigillati,
riempiendo lo spazio eventualmente vuoto con un gas inerte. In caso di incendio
di
p. non si deve tentare di spegnerlo con acqua, che provocherebbe la
formazione di idrogeno, alimentando la fiamma. Anche i comuni estintori ad
anidride carbonica o a composti clorurati sono inefficaci; si deve usare
esclusivamente polvere di grafite o sabbia ben asciutta. Nel maneggio occorre
impiegare guanti in gomma e occhiali protettivi. ║
Proprietà
chimiche: chimicamente il
p. è assai simile al sodio, ma
è sensibilmente più attivo. Reagisce già a freddo, sia pure
non molto velocemente, con l'ossigeno atmosferico per formare l'ossido
K
2O o, in eccesso di ossigeno, il superossido KO
2. Con
l'acqua la reazione di formazione dell'idrossido con liberazione di idrogeno
è violentissima e molto esotermica, tanto che l'idrogeno liberato
normalmente si incendia e il
p. fonde. Con gli alogeni reagisce con quasi
altrettanta violenza, formando i corrispondenti sali; con zolfo invece forma una
miscela di solfuri, con l'idrogeno si combina a caldo a dare un idruro, mentre
con ammoniaca anidra forma la potassioammide e idrogeno. Il
p. metallico
reagisce con un suo superossido KO
2 (che si forma per ossidazione
anche all'aria, come si è detto) con estrema violenza e la miscela K +
K
2O è un esplosivo detonante estremamente sensibile agli urti.
Uno strato di superossido formatosi sul metallo può bastare per creare
un'esplosione allorché si taglia un pezzo di
p. esposto per un po'
di tempo all'aria; si deve quindi procedere prima ad una riduzione di questo
strato esponendo il pezzo di questo metallo al gas di un fuoco di carbone che
brucia in difetto di aria. Il
p. metallico reagisce anche con l'ossido di
carbonio per dare un composto esplosivo di formula non ben definita; con la
grafite dà invece una soluzione solida; questo comportamento non è
presentato dal sodio, come questo invece mostra facilità a dare composti
organici. Non reagisce con azoto, nemmeno a temperature elevate. Nei suoi
composti manifesta essenzialmente la valenza -1 e un comportamento strettamente
metallico; il suo idrossido è una base fortissima. ║
Principali
composti: il
p. è un elemento estremamente reattivo e forma
una vastissima serie di composti molti dei quali hanno un notevole interesse
industriale. I principali composti sono: A)
Ossidi: l'ossido
K
2O si prepara per reazione con ossigeno in difetto, o meglio, per
fusione del nitrato KNO
3 con metallo. Si presenta come un solido
bianco, cristallizzato nel sistema cubico con peso specifico 2,32. Reagisce
violentemente con acqua, dando l'idrossido KOH. Il
superossido
KO
2, talvolta scritto in forma dimera K
2O
4, si
forma per combustione del metallo a contatto con ossigeno; è detto anche
tetraossido. Si presenta in cristalli gialli che per riscaldamento si
decompongono a circa 280 °C; anch'esso reagisce con acqua dando però
diversi prodotti tra cui ossigeno. Per questo motivo viene anche impiegato negli
autorespiratori: non fissa l'anidride carbonica (come fa il perossido di sodio)
ma genera direttamente ossigeno. B)
Idrossido KOH, detto anche
potassa
caustica: si può preparare con precauzione da metallo e acqua;
industrialmente si ottiene per elettrolisi di una soluzione di cloruro KCl in
modo analogo alla soda caustica. Si presenta come una massa bianca deliquescente
avente peso specifico 2. Per riscaldamento giunge a fusione a 380 °C.
È molto solubile in acqua: un litro di questa ne scioglie 0,97 kg a 0
°C e 1,78 kg a 100 °C. C)
Nitrato KNo
3, detto
comunemente
salnitro: si prepara a partire dal cloruro e dal nitrato di
sodio, entrambi in soluzioni concentrate e calde. Per miscelazione avviene la
seguente reazione di doppio scambio:
NaNO
3 + KCl

KNO
3 + NaCl
in quanto il cloruro sodico NaCl,
meno solubile del KNO
3, precipita, spostando a destra l'equilibrio
della reazione. Il nitrato potassico resta nella soluzione e viene recuperato
per raffreddamento perché poco solubile e freddo. Si presenta come un
solido bianco che fonde a 334 °C e per ulteriore riscaldamento si decompone
a 400 °C liberando ossigeno. Viene usato per la fabbricazione della polvere
nera, nella produzione dei fiammiferi, nella fabbricazione di esplosivi, nella
conservazione di alimenti (soprattutto carni insaccate) e, come impiego
quantitativamente più importante, come fertilizzante potassico-azotato
assai pregiato. D)
Solfato K
2SO
4: esiste in natura
puro come
aftitalite o
arcanite. Il K
2SO
4
sintetico, prodotto da cloruro e acido solforico, viene impiegato come concime
solo fosfatico in sostituzione del KCl. E)
Carbonato
K
2CO
3: è un importante sale, prodotto in grandi
quantità per carbonatazione della KOH elettrolitica oppure anche
direttamente dal KCl F)
Permanganato KMnO
4: è un
energico agente ossidante e come tale di vasto uso, sia in laboratorio sia nella
chimica industriale organica e inorganica. Si presenta in cristalli
rosso-porpora di peso specifico 2,7, ben solubili in acqua, che per
riscaldamento si decompongono verso i 240 °C. Le sue soluzioni sono
violette, ma per forti diluizioni tendono al rosso; la colorazione è
molto persistente anche in grandi volumi d'acqua. G)
Clorato
KClO
3 e
perclorato KClO
4: sono altri due energici
ossidanti, dato che a 400 °C si decompongono con liberazione di un grande
volume specifico di ossigeno. Il clorato è il meno stabile dei due ed
esplode anche per semplice percussione o sfregamento: la reazione si innesca per
riscaldamento locale. Viene anche impiegato in pasticche per affezioni della
gola. Entrambi sono impiegati soprattutto nella fabbricazione di fiammiferi e
per ossidazioni in processi chimici. ║
Usi: il
p. metallico
non ha grandi impieghi, comparabili con quelli dei suoi sali. D'altra parte
questi sono prodotti per lo più a partire dal suo cloruro o da altri
sali, raramente dal metallo. ║
Funzione biologica: il
p.
è un elemento essenziale alla vita delle piante e degli animali
superiori. Facendo riferimento al solo organismo umano, si può dire che
esso, insieme col sodio, è l'elemento che regola l'equilibrio
anionico-cationico nell'organismo. A differenza di quello però esso
esplica anche altre funzioni, come appare dal fatto che un apporto troppo basso
altera questo equilibrio, ma un apporto troppo alto (soprattutto a causa di
infusioni endovenose) può portare ad una rapida depressione del cuore e
del sistema nervoso, fino a causare la morte. In effetti nel corpo umano il
sodio è presente soprattutto nei liquidi extracellulari, mentre il
p. prevale nei liquidi esistenti entro le cellule; le membrane di queste,
attraverso un meccanismo ignoto, regolano questo equilibrio. La trasmissione
degli impulsi nervosi avviene appunto a livello delle singole cellule attraverso
un'alterazione momentanea del rapporto sodio/
p. entro e fuori la membrana
cellulare. Inoltre sembra che lo ione
p. intervenga profondamente in
molti processi metabolici. L'apporto di
p. necessario ad un adulto di
peso normale viene collocato dai diversi ricercatori fra 0,8 e 1,3 g per giorno.
In effetti una dieta normale (cioè abbastanza varia) che assommi ad un
apporto di circa 3.000 kcalorie/giorno comporta automaticamente l'assunzione di
una quantità di
p. contenuta negli alimenti che può andare
da 2,5 a 4,5 g/giorno, cioè ampiamente superiore al fabbisogno
necessario. Solo in casi di diete particolari o di irregolare metabolismo si
dovrà ricorre alla somministrazione di questo elemento in forma di suoi
sali (comunemente cloruro, lattato, gluconato, fosfato, ecc. secondo il caso).
L'eccesso comunque, se non di grande entità e con la somministrazione
lenta, viene eliminato senza gravi disturbi.