Chim. - Elemento radioattivo di numero atomico 84, peso atomico (dell'isotopo
più stabile) 210, simbolo:
Po. Nella tavola periodica degli
elementi costituisce l'ultimo termine del VI gruppo, sottogruppo A, e ha quindi
come omologhi inferiori ossigeno, zolfo, selenio e tellurio. È noto anche
col nome di
Radio F. Fu scoperto nel 1898 da M. Curie che lo isolò
precipitandolo dalla pechblenda mediante bismuto e lo chiamò
P. in
onore del suo Paese d'origine, la Polonia. La sua esistenza era già stata
prevista da Mendeleev che lo aveva chiamato
dwitellurium, (elemento che
segue il tellurio). Estremamente raro nella crosta terrestre, della quale si
stima costituisca il 2,1 · 10
-4%, non presenta isotopi stabili,
ma ne sono noti ben sette radioattivi, elencati nella seguente tabella con i
relativi periodi di semitrasformazione, cioè il tempo impiegato da una
certa massa di un isotopo a trasformarsi per metà in altro isotopo, per
decadimento radioattivo spontaneo (d. giorni, m. minuti primi, s.
secondi):
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Isotopo
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Nome tradizionale
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Periodo di semitrasformazione
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210Po
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Radio F
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138,4 d.
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211Po
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Attinio C'
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0,52 s.
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212Po
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Torio C'
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0,3 · 10-6 s.
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214Po
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Radio C'
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0,16 · 10-4 s.
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215Po
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Attinio A
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1,83 · 10-3 s.
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216Po
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Torio A
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0,158 s.
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218Po
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Radio A
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3,05 s.
|
Il
210Po è l'unico ad avere una stabilità
sufficiente per lo studio delle caratteristiche; due isotopi abbastanza stabili
sono stati però prodotti per bombardamento di bismuto con neutroni: il
208Po e il
209Po, che hanno un periodo di
semitrasformazione rispettivamente di 2,9 e 100 anni. ║
Preparazione: il
p. si può estrarre dalla pechblenda, che
ne contiene circa 1 mg/t, per precipitazione con bismuto. Oggi si preferisce
prepararlo sinteticamente mediante una reazione nucleare di bombardamento di
bismuto con neutroni o altre particelle; per separare il bismuto si opera una
dissoluzione della miscela ed una cementazione con argento. Le quantità
preparate sono tuttavia esigue, dell'ordine dei milligrammi, per ovviare ad
evidenti problemi di maneggio. La sua intensità radioattiva è
infatti notevolmente più forte di quella del radio: 222 microgrammi di
p. hanno una intensità di emissione pari ad un Curie, cioè
a circa un grammo di radio. Quantità significative di
p. in natura
si spiegano con la formazione di suoi isotopi dalla disintegrazione spontanea
dell'uranio o del torio. Il
216Po e il
212Po fanno parte
della serie di decadimento del torio 232 a piombo 208, mentre la serie di
decadimento dell'uranio 238 a piombo 206 comporta il passaggio attraverso il
218Po,
214Po e
210Po e la serie di decadimento
da uranio 235 a piombo 207 comporta il passaggio attraverso
215Po e
211Po. Il
p. si forma quindi anche nei reattori nucleari
funzionanti ad uranio per decadimento di isotopi di questo elemento. ║
Proprietà: il
p. si presenta come un metallo di peso
specifico 9,2 cristallizzato nel sistema cubico semplice, che passa al sistema
romboedrico sopra i 36 °C. Fonde a 254 °C e bolle a 962 °C.
Rispetto ai suoi omologhi inferiori (tellurio e selenio) presenta
proprietà metalliche più spiccate, nonostante una notevole
somiglianza chimica con il tellurio. La valenza più stabile è +4;
altre valenze sono +2 e +3. Si sono preparati anche composti con valenza
negativa (-2) come l'idruro PoH
2, ma sono molto instabili. Dal punto
di vista elettrochimico il
p. si può classificare un metallo
nobile, collocandosi nella serie dei potenziali elettrochimici di idrogeno fra
oro ed argento. Fra i suoi composti più stabili vi è il biossido
PoO
2, che ha comportamento anfotero, cioè può dare
origine in soluzione sia ad acidi sia a cationi metallici. Il
p. è
un elemento alquanto reattivo, come i suoi omologhi inferiori, e dà anche
origine a numerosi composti organici. Sono stati preparati parecchi suoi sali
inorganici; essi hanno sovente un comportamento intermedio fra quello del
bismuto e del tellurio. Gli alogenuri di
p. (PoCl
4,
PoCl
2, PoBr
4, PoBr
2,
PoBr
2Cl
2 PoI
4, ecc.) sono composti molto
volatili, con legami tipicamente covalenti, dotati di colori vari ed intensi.
║
Usi: per la sua rarità, e quindi per il suo costo, e per
la sua instabilità, il
p. non trova evidentemente applicazione
alcuna come metallo. Viene invece sfruttato nella miscela di isotopi naturali,
composta essenzialmente dal
210Po proprio per la sua
radioattività, per generare raggi alfa e gamma di alta intensità
per scopi di ricerca o anche industriali. Interessanti appaiono le micropile
nucleari al
p. 210 che, anche se dotate di una vita molto limitata, hanno
una potenza specifica (per unità di peso di combustibili) molto
elevata. ║ Il
p. 210 assurse alle cronache nere nel novembre 2006,
allorché Alexander Litvinenko, ex capo dell'antiterrorismo dell'FSB (il successore
postcomunista del KGB) e collaboratore della Commissione d'inchiesta Mitrokhin,
istituita dal Parlamento italiano nel 2002 per indagare sulle infiltrazioni dei
servizi sovietici nel nostro Paese, morì a Londra avvelenato da tale sostanza
altamente tossica. Nelle settimane successive tracce di radioattività furono
rinvenute in alcuni edifici londinesi e in tre aerei della British Airways
che tra fine ottobre e inizio novembre avevano volato sulla tratta Londra-Mosca.
Tra coloro che sarebbero risultati contaminati dal
p. 210 figurò anche Mario
Scaramella, ex consulente della Mitrokhin, che nella capitale britannica aveva
incontrato Litvinenko.