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Polìade.

(dal greco pólis: città). St. delle rel. - Di divinità caratterizzata da un legame particolare e stretto con una determinata città, così da risultarne sua unica e speciale protettrice o rappresentante, e da essere di conseguenza venerata in tale luogo con un culto solenne ed esclusivo. Studi del settore hanno evidenziato che nelle grandi religioni politeistiche, soprattutto dell'area mediterranea, le singole città, pur adorando tutte le divinità del pantheon, mostravano un particolare e importante culto per una sola di esse, ritenendola la propria protettrice. Secondo una teoria, questi culti locali giocherebbero un ruolo importante nell'originarsi e nel definirsi dello stesso politeismo, che sarebbe sorto con l'unificazione politica di città prima indipendenti, come riflesso religioso dell'incontro di molteplici culti. Il culto unico, o dominante in una certa città in origine indipendente, sarebbe divenuto culto p. all'interno di una nazione unificata e all'interno del nascente pantheon politeistico. Alla conquista territoriale spesso conseguiva, in ambito religioso, il progressivo sovrapporsi del culto della città conquistatrice a quello della città vinta. Nell'antico Egitto, ad esempio, al costituirsi del pantheon politeistico dovette contribuire il succedersi degli eventi politici preistorici, che portò all'unificazione di Alto e Basso Egitto e al mutare, in relazione alla preminenza politica di una città o dell'altra, dell'importanza dei diversi culti. Il fatto che ad ogni città egizia corrispondesse una propria particolare divinità è testimoniato anche dai toponimi greci delle città, composti con il nome divino che i Greci ricalcarono sulla corrispondente divinità egizia, come si riscontra nel caso di Eliopoli, Ermopoli, Letopoli, ecc. Nel mondo greco, accanto al pantheon comune, particolari culti erano riservati alle divinità p., e singoli dei erano considerati strettamente legati a peculiari città: così Atena era adorata in modo particolare ad Atene, Era ad Argo e a Samo, Apollo a Delfi e a Delo, Elios a Rodi, Afrodite a Cipro, ecc. Similmente nell'Italia arcaica ogni città, pur riconoscendo il pantheon tradizionale, con al centro la figura di Iuppiter Latiaris, rivolgeva un particolare culto locale alla propria divinità p. In età ellenistica si diffuse il culto della Týche (o Fortuna), personificazione di ogni città. Nel mondo latino il culto della dea Roma, da cui in età imperiale discese l'adorazione dell'imperatore, sembra avere le sue origini nel mondo anatolico, in particolare nell'antico culto di Cibele, dea protettrice di numerose città dell'Asia Minore. Il mondo cristiano avrebbe ereditato i segni di questi antichi culti nella tradizionale venerazione dei santi patroni locali.