(dal latino tardo
polygamia, der. del greco
polýgamos:
poligamo). Antropol. - Unione matrimoniale di un individuo (maschio o femmina)
con due o più persone dell'altro sesso. Si tratta di una forma di
matrimonio legalmente accettata in alcune società che la applicano, in
genere, limitatamente alle persone di sesso maschile. Le più comuni forme
di
p. sono infatti quelle in cui un uomo è unito in matrimonio con
un certo numero di donne: si parla perciò, più propriamente, di
poliginia (V.), mentre, nel caso di una
donna unita a più uomini, si parla di
poliandria
(V.). Le leggi di una società possono
consentire la
p. (diffusa soprattutto nelle società primitive e a
tecnologia semplice) oppure richiedere la
monogamia, prescrivere
cioè che ogni persona coniugata abbia un solo marito o una sola moglie
(la religione cattolica considera come caso di
p. anche quello in cui un
individuo, divorziato, si risposa mentre è ancora in vita il coniuge
precedente e senza che il matrimonio sia stato annullato). La
p.
presuppone un regolare vincolo di matrimonio e non può essere riferita ai
casi di promiscuità sessuale. Se un maschio poligamo istituisce legami di
tipo sessuale con più donne mature sotto l'aspetto riproduttivo, queste
formano un harem. • Etol. - Sistema di riproduzione sessuale che prevede
l'accoppiamento di individui di un sesso con più individui del sesso
opposto. Anche in questo caso si parla più propriamente di poliandria
quando il comportamento poligamo riguarda le femmine e di poliginia quando
riguarda invece i maschi. • Bot. - Presenza di fiori ermafroditi e
unisessuati negli individui di una stessa specie vegetale.