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Pneumàtico.

(dal greco pneumaticós, der. di pnéuma: soffio, spirito). Involucro tubolare elastico, che riveste le ruote dei veicoli, costituito dal copertone, con o senza camera d'aria. Tra le funzioni fondamentali del p., ricordiamo: quella di attutire gli urti contro le asperità del terreno; quella di rendere più stabile la traiettoria del veicolo, sia nei rettilinei, sia in curva; quella di accrescere l'aderenza delle ruote al suolo, al fine di migliorare accelerazione e frenatura. L'efficacia del p. nell'adempiere queste funzioni può essere valutata attraverso l'esame di alcuni essenziali parametri, che caratterizzano ogni categoria di p., quali: resistenza strutturale, cioè la capacità del p. di resistere alla pressione di gonfiamento con un coefficiente di sicurezza elevato; rigidità verticale o radiale, che misura la forza necessaria per causare un cedimento verticale di 1 mm; rigidità trasversale (che considera il cedimento orizzontale); rigidità di deriva o potere sterzante, che considera la capacità del p. di reagire alle forze che tendono a spostare il suo piano equatoriale dalla tangente alla traiettoria; coefficiente di aderenza; resistenza al rotolamento, ossia la forza che bisogna esercitare in direzione del moto per giungere a deformare il p. nella zona di contatto. Il principale elemento costitutivo del p. è l'involucro inestensibile e deformabile, chiamato copertura o copertone; una ciambella di gomma chiusa e provvista di valvola (camera d'aria) assicura la tenuta dell'aria in pressione. I p. senza camera d'aria (tubeless) sono invece costituiti dal solo copertone, la cui superficie interna è rivestita da una sostanza impermeabile a tenuta d'aria. Il copertone è costituito dalla carcassa, dai talloni e da una struttura protettiva, costituita dal battistrada e dai fianchi. La carcassa è composta da alcuni strati di tele (di cotone, rayon, nailon, acciaio), incrociate o sistemate radialmente e, generalmente, affrancate su cerchi laterali di fili di acciaio immersi nella gomma. Essa è poi ricoperta da una superficie gommata, più sottile lateralmente e più spessa nella porzione superiore, il battistrada. Quest'ultimo presenta particolari intagli e scolpiture, che servono ad aumentare l'aderenza sul terreno. Per quanto concerne i materiali impiegati nella fabbricazione dei p., sempre più ampio risulta l'uso di elastomeri sintetici, sostitutivi della gomma naturale; si è inoltre assistito all'introduzione di efficaci ed innovativi indurenti (nerofumo), fluidificanti, antinvecchianti. Allo scopo di distinguere i diversi tipi di p. si è introdotta una particolare sigla, in grado di fornire un discreto numero di informazioni sulle caratteristiche che li contraddistinguono. La consuetudine europea prevede una sigla contenente le seguenti note informative: un numero indicante la larghezza della sezione in mm, seguito da una barra trasversale; un numero corrispondente al valore percentuale del rapporto altezza/larghezza della sezione; una lettera maiuscola che esprime la categoria di velocità massima; una lettera indicante il tipo di costruzione; un numero che esprime il diametro di calettamento in pollici. Tra gli enti che si preoccupano di unificare e di rendere omogenee le sigle di identificazione dei p. e delle loro caratteristiche, si segnalano: la Commissione per l'unificazione dell'autoveicolo; la European tyre and rim technical organization; la International standard organization. ║ Fabbricazione dei p.: le materie prime impiegate nella fabbricazione dei p. sono gli elastomeri e vari altri ingredienti per la realizzazione delle mescole, diversi tipi di tessuto e filo metallico. Dalle mescole si ottengono, per estrusione o per calandratura, i semilavorati, tra i quali innanzitutto il battistrada e i fianchi. Prima di essere utilizzati, i tessuti vengono tutti rivestiti di gomma. La mescola ha una plasticità tale che le consente di penetrare tra filo e filo, saldando lo strato superiore e lo strato inferiore. Dopo la gommatura, il tessuto viene tagliato nel senso della larghezza e costituisce la tela. I cerchietti si ottengono avvolgendo il filo di acciaio ricoperto di gomma su un tamburo sagomato, così da ottenere un anello, che in seguito può ricevere un ulteriore strato di gomma o di tessuto gommato. I semilavorati servono alla fabbricazione della copertura. Questa si realizza avvolgendo le tele su un tamburo di forma cilindrica, alle cui estremità sono fissati i cerchietti. Attorno a questi ultimi si fanno risvoltare le estremità delle tele; sulle tele si pongono i trafilati che costituiscono battistrada e fianchi. La forma torica viene data al p. dalla medesima pressa che provvede allo stampaggio e alla vulcanizzazione. ║ P. per aeroplani: caratterizzati da alta resistenza agli urti e grande leggerezza, possiedono battistrada liscio e di piccolo spessore. Hanno sezione elevata e pressione ridotta per velivoli che atterrano su terreni erbosi, mentre presentano pressione elevata (8.120 bar) nei velivoli di elevato peso totale, destinati all'atterraggio su pista. ║ P. per biciclette: presentano costruzione e forma simili a quelli per autovetture. Possono essere a cerchietti oppure, più frequentemente, a talloni senza cerchietti; i vari tipi vengono distinti in base a due numeri che indicano, in pollici, rispettivamente il diametro esterno del p. e la larghezza massima. Di particolare costituzione è il p. tubolare per biciclette sportive o da corsa, formato da un involucro tubolare con funzione insieme di copertura e di camera d'aria. ║ P. invernali: realizzati in modo specifico per consentire una più sicura e stabile marcia invernale, vengono indicati come p. chiodati. Il procedimento attraverso il quale vengono costruiti consiste nel praticare sul battistrada, durante lo stampaggio, numerosi piccoli fori, all'interno dei quali vengono fissati, con opportuni attrezzi, dei chiodi di piccole dimensioni. Ogni chiodo presenta un'anima di carburo di tungsteno, avvolta in una copertura di metallo o di plastica tendente ad allargarsi, così da formare la testa del chiodo. P. con tali caratteristiche garantiscono grande resistenza, sia alla forza centrifuga in caso di alta velocità, sia alle sollecitazioni tangenziali in caso di curva o di frenata improvvisa; sebbene siano realizzati in modo da risultare decisamente efficaci sul ghiaccio, essi provocano, d'altra parte, notevoli disagi su strada asciutta o bagnata, deteriorando il manto stradale. Per questo motivo molti Paesi hanno limitato l'impiego di p. chiodati, e hanno tentato di realizzare p. invernali non chiodati, caratterizzati da fitte scolpiture del battistrada, e da mescole dotate di particolare efficacia in caso di basse temperature. • Encicl. - Brevettato in Inghilterra da R.W. Thomson nel 1848, il p. era inizialmente costituito da una camera d'aria di tela gommata e vulcanizzata e da un copertone di cuoio. Nel 1871 iniziò a diffondersi la cerchiatura di gomme piene applicate alle ruote dei velocipedi; nel 1888 J.B. Dunlop, che non conosceva il brevetto di Thomson, inventò un p. con camera d'aria in foglia di gomma vulcanizzata, munita di un tubicino per il gonfiaggio e adattata al disco della ruota. Nel 1889 la Dunlop Tyre Co. ottenne il brevetto definitivo, sulla costruzione dei p., formati da un tubo cavo di gomma gonfiato con aria. L'impiego dei p., limitato inizialmente alle biciclette, fu esteso in seguito a tutta la gamma dei veicoli.