(dal greco
pléo: navigo). Astron. - Ammasso stellare aperto (M45),
visibile nella costellazione del Toro a 3'44'' di ascensione retta e +24°
di declinazione. Le
P., tutte dotate di un moto proprio sostanzialmente
identico, costituiscono un sistema fisico comprendente circa 250 stelle, immerso
in una massa nebulosa (probabilmente pulviscolo reso luminoso dalla riflessione
della luce stellare) la cui densità aumenta dove sono collocate le stelle
più cospicue. Il gruppo delle
P., situato tra le Iadi, le
costellazioni dell'Ariete e di Perseo, dista dalla Terra 500 anni-luce.
All'interno del gruppo delle
P., le più brillanti sono visibili a
occhio nudo, mentre numerose altre possono essere individuate con un telescopio
anche mediamente potente: usando il cannocchiale Galileo, nel 1610, ne
contò 36. Le nove più brillanti tra le
P. sono: Alcione
(grandezza apparente: 3,0), Elettra (grandezza apparente: 3,8), Atlante
(grandezza apparente: 3,8), Maia (grandezza apparente: 4,0), Merope (grandezza
apparente: 4,2), Taigete (grandezza apparente: 4,4), Pleione (grandezza
apparente: 5,2), Celeno (grandezza apparente: 5,4) e Sterope (grandezza
apparente: 5,8). Il nome, connesso con la navigazione, si spiega in base alla
tradizione secondo cui i naviganti non si ponevano in viaggio prima della levata
primaverile di queste stelle. • Mit. - Per gli antichi Greci, il sorgere a
maggio e il tramontare a ottobre delle stelle
P. costituiva un simbolo
del ciclo della vegetazione e delle attività umane, tra la stagione
primaverile e l'autunnale. In effetti, anche in età romana le
P.
ebbero il nome di
Vergiliae, probabilmente connesso a
ver
(primavera), la stagione in cui compaiono in cielo.