Antica città della Grecia, situata nella regione della Beozia, ai confini
con l'Attica, tra il fiume Asopo e le pendici del Monte Citerone. • St. -
Nel 519 a.C., per arginare le mire espansionistiche di Tebe,
P. si
alleò con Atene, che affiancò poi anche in occasione della
battaglia di Maratona (490 a.C.) contro i Persiani. Nel 479 a.C., presso le mura
di
P. ebbe luogo l'ultima battaglia dei Greci contro i Persiani, che si
concluse con la sconfitta di questi ultimi. Pausania premiò i Plateesi
con la promessa dell'indipendenza e dell'inviolabilità. Nel 431 a.C.,
P. respinse l'irruzione di 300 Tebani. Nel 429 a.C. Archidamo
organizzò con i Peloponnesiaci un lungo assedio: alcuni Plateesi
riuscirono a raggiungere Atene, ma la maggior parte si arrese per fame (estate
427 a.C.) e fu massacrata dai Tebani, che distrussero completamente la
città. In seguito alla Pace di Antalcida (386 a.C.) i Plateesi poterono
tornare alla loro città, nuovamente rasa al suolo nel 372 a.C. Filippo di
Macedonia accordò ai Plateesi, dopo la battaglia di Cheronea (338 a.C.),
il permesso di rientrare in patria, ma la città, pur destinata a
sussistere fino all'epoca romana inoltrata, aveva ormai perso ogni importanza.
• Archeol. - I resti della cinta muraria racchiudono, all'interno di
un'area triangolare, rovine di edifici appartenenti a un tempio, verosimilmente
dedicato ad Era. Rimangono anche parti di un
Katagògion, fatto
erigere dai Tebani per ospitare i visitatori, e di cappelle bizantine e
necropoli contenenti sarcofagi.