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Pitecàntropo.

(dal greco píthēkos: scimmia e ánthrōpos: uomo). Nome italianizzato dato dal naturalista olandese Marie Eugène Dubois a una specie di ominide (Pithecantropus) del genere Homo (Homo erectus), vissuto all'inizio del Pleistocene. Nel 1891 Dubois scoprì sulla riva sinistra del fiume Solo, presso Trinil, nell'Isola di Giava, alcuni resti scheletrici, che egli attribuì a un unico tipo di ominide, il Pithecantropus erectus. Tra il 1936 e il 1941 furono scoperti nella stessa località altri resti fossili che, anche se attribuiti al genere Pithecantropus, hanno portato alla suddivisione del genere in diverse specie (Pithecantropus robustus, dubius e altre), data l'incertezza nell'attribuzione. Anche i resti trovati in Cina e inizialmente considerati di un genere a sé, il Sinanthropus, e quelli trovati in Africa, classificati come Atlanthropus di Ternifene, vengono oggi attribuiti al p. Dallo studio dei fossili risulta che i p. fossero caratterizzati da una stazione perfettamente eretta. Raggiungevano un'altezza di 145 cm e avevano corpo robusto e tarchiato. La forma del cranio, sicuramente di tipo umano, presenta volta bassa, forma birsolidale e fronte sfuggente.