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Pirotècnica.

(dal greco pýr: fuoco e téchne: arte). Tecnica di fabbricazione e impiego dei fuochi artificiali (V. ARTIFICIALI FUOCHI), impiegati come elemento spettacolare o in campo civile (razzi di segnalazione aerea, bengala marini, fumogeni di soccorso, ecc.). ║ Encicl. - Originariamente conosciuti in India, nel mondo arabo, e in Cina, dove si svolgevano spettacoli pirotecnici molto elaborati, i fuochi d'artificio furono introdotti in Europa dal XIII sec., e impiegati inizialmente nell'arte militare, parallelamente all'introduzione dell'artiglieria. Il trattato rinascimentale De la pirotechnia (1450), di V. Biringuccio descrive l'arte di preparare miscele esplosive. All'inizio del XVII sec. si formarono due scuole di p.: quella meridionale, con centro a Bologna, che impiegava scenari trasparenti illuminati da fuochi artificiali; quella settentrionale, di Norimberga, che faceva uso di effetti aerei. Grandiosi spettacoli pirotecnici si tenevano alla corte di Versailles e mediante fuochi d'artificio venivano celebrati avvenimenti importanti, civili e militari. Nel XIX sec. fu introdotto l'uso del cloruro di potassio come miscela esplosiva, seguito dall'impiego di polveri di metallo per ottenere una maggior brillantezza di colori.