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Pigmèi.

(dal greco pigmé: pugno, quindi alto un pugno). Nome con cui, nell'antichità, venivano indicati gli appartenenti a un leggendario popolo di nani. Le notizie più antiche, riguardanti i P., risalgono all'Egitto faraonico (III millennio a.C.) e da lì si diffusero nell'antica Grecia, fino a giungere ai racconti di Omero, che nel III libro dell'Iliade afferma l'esistenza di una popolazione recante questo nome. Secondo alcune testimonianze si trattava di un popolo indigeno dell'Africa, in particolare della zona presso le sorgenti del Nilo; secondo altre, invece, di un popolo dell'Indo, oppure della Libia o della Tracia. • Mit. - La leggenda più nota a proposito dei P. e delle loro imprese è quella che narra della lotta contro le gru, suggestivo episodio descritto da Omero e divenuto oggetto di numerose opere d'arte. Il mito racconta che una donna dei P., Enoe (o Gerana), non avendo compiuto il culto dovuto ad Era, fosse stata trasformata in gru dalla dea, adirata e offesa. Da quel momento Enoe, unitasi ad altre gru, si sarebbe impegnata strenuamente nella lotta contro il popolo dei P., per cercare di riprendere il proprio figlio, rimasto presso di loro. Secondo la leggenda, tuttavia, i P. sarebbero riusciti a scacciare le gru con armi e grida. • Arte - Numerose sono le opere dell'antichità che ritraggono i P., in particolare quelle che li mostrano impegnati nella lotta contro le gru. Nella maggior parte dei casi essi vengono raffigurati privi di vestiti e, allo scopo di ottenere effetti umoristici, con evidenti accentuazioni di certe deformità del loro corpo; nelle scene di lotta, i piccoli uomini appaiono armati di lance, clave, spade, elmi e scudi. Significativi esempi di questo tipo di rappresentazioni si hanno nella ceramica dipinta e in pittura; nel piccolo ariballo di Nearco (VI sec. a.C.); nei vasi etruschi; nelle pitture pompeiane. I P., infine, compaiono anche in scene nilotiche di origine alessandrina, o in mosaici e pitture di epoca romana. • Etn. - Termine con il quale vengono indicate alcune popolazioni stanziate in territorio africano (BaMbuti), nell'Asia insulare (Adamanesi del Golfo del Bengala, Semang della Penisola di Malacca, Aeta delle Filippine), in Nuova Guinea (Tàpiro, Goliath, Nogullo). I diversi gruppi denominati P. vivono organizzati in clan patrilineari e basano il loro sostentamento su attività quali la caccia, la pesca e la raccolta di prodotti commestibili spontanei. Le loro abitazioni consistono in paraventi a quarto di sfera oppure in capanne emisferiche ad archi meridiani, coperte di foglie. La cultura materiale dei P. mostra alcuni interessanti elementi, come l'impiego dell'arco con frecce a punta staccabile (Andamanesi, BaMbuti), l'uso dei veleni nella caccia, l'impiego della ceramica (Andamanesi), la costruzione di piroghe dotate di bilanceri. Tra le espressioni culturali degne di nota si segnalano i dipinti e le incisioni rupestri, attribuiti ai Boscimani. La religione si fonda, nella maggior parte dei casi, sulla fede in un essere supremo celeste e in una moltitudine di spiriti buoni e malvagi. Ricco di significati e ampiamente diffuso è il culto dei morti, che vengono generalmente inumati.