Fis. - Effetto manifestato da alcuni cristalli, detti genericamente
cristalli
piezoelettrici, consistente nello sviluppo di una differenza di potenziale
elettrico fra due facce del cristallo, in conseguenza di una deformazione
meccanica di natura elastica (
effetto piezoelettrico diretto). Il
fenomeno è reversibile, cioè il cristallo, sottoposto all'azione
di un campo elettrico, si deforma elasticamente (
effetto piezoelettrico
inverso). Il segno della polarizzazione cambia a seconda che la deformazione
sia dovuta a trazione o a compressione; la risposta, pressoché
istantanea, dei cristalli all'azione meccanica li rende particolarmente adatti
come trasduttori elettromeccanici ed elettroacustici di alta fedeltà.
Sono piezoelettrici i cristalli di quarzo, tormalina, clorato di sodio e, in
generale, i cristalli caratterizzati dall'assenza di un centro di simmetria:
tutti i corpi che cristallizzano in una delle 21 classi cristallografiche prive
di centro di simmetria presentano, in effetti, una
p. più o meno
marcata, con una sola eccezione. Nella cella cristallina di un dielettrico,
infatti, sono presenti numerosi dipoli elettrici, il cui effetto totale si
annulla, se la cella non è sottoposta all'azione di sforzi esterni; in
assenza di un centro di simmetria, deformazioni esterne impediscono
l'annullamento dei dipoli, e tanto è minore la simmetria, tanto è
maggiore la possibilità che si manifesti una polarizzazione. Nell'effetto
piezoelettrico diretto, la relazione che intercorre tra sforzi e polarizzazione
è lineare,
P = DF, dove
P è il vettore di
polarizzazione e
F il vettore degli sforzi; i coefficienti della matrice
D (di dimensioni 3 x 6) prendono il nome di
coefficienti
piezoelettrici. Il cristallo piezoelettrico per eccellenza è il
quarzo, sia per la buona reperibilità di cristalli di notevoli
dimensioni, sia per la costanza e linearità con cui si manifesta
l'effetto piezoelettrico. Il quarzo presenta un asse di simmetria ternaria,
detto
asse ottico, e tre assi di simmetria binaria, detti
assi
elettrici; i tre assi ortogonali a quelli elettrici, giacenti nello stesso
piano, vengono detti
assi meccanici. Tagliata una lamina di cristallo
perpendicolarmente all'asse ottico, si osserva che una compressione o trazione,
applicata nella direzione di un asse elettrico o meccanico, provoca una
polarizzazione lungo le direzioni ad essi ortogonali, mentre non si verifica
alcun effetto se lo sforzo è applicato lungo l'asse ottico; viceversa,
una differenza di potenziale applicata lungo un asse elettrico o meccanico,
cioè, alle facce ad essi ortogonali, genera una deformazione in tali
direzioni, mentre nessun effetto meccanico si osserva se la differenza di
potenziale è applicata lungo l'asse ottico. Sulla base di tali
proprietà, il quarzo, tagliato secondo direzioni particolari in barrette
o in lastrine di dimensioni anche piccolissime, viene sottoposto all'azione di
una forza meccanica in una opportuna direzione: le cariche presenti sulle facce
del cristallo perpendicolari alla direzione dello sforzo, generate da tale
deformazione, vengono raccolte su due armature metalliche poste a contatto con
le facce. Indicando con
Q il valore assoluto della carica, con
S
l'area di ciascuna delle facce e con
F il valore della forza applicata,
si verifica fra queste grandezze la relazione:
Q = KF, oppure,
riferendoci alla densità di carica σ, la relazione equivalente
σ = Kp, dove il coefficiente di proporzionalità K viene detto
coefficiente piezoelettrico relativo all'asse secondo cui avviene la
deformazione, e
p è la pressione, ovvero lo sforzo per
unità di superficie. Reciprocamente, se stabiliamo un campo elettrico tra
le armature aderenti alle due facce precedenti, la lastrina si contrae o si
dilata a seconda del verso del campo; se la tensione applicata è
oscillante, la lastrina subisce compressioni e dilatazioni periodiche, aventi lo
stesso periodo del campo elettrico, e il quarzo prende a vibrare in regime di
oscillazioni forzate. Se il periodo di vibrazione meccanica della lamina,
dipendente dalle sue caratteristiche elastiche e dalle sue dimensioni, coincide
con quello del campo applicato, si verifica un fenomeno di risonanza, con
conseguente esaltazione dell'ampiezza delle vibrazioni; così operando,
è possibile raggiungere frequenze superiori ai limiti di
udibilità, realizzando degli "ultrasuoni". La frequenza alla quale
ciò avviene, detta, appunto,
frequenza di risonanza della lamina,
presenta una stabilità molto superiore della analoga frequenza associata
ai circuiti elettrici oscillanti, poiché, come già osservato,
dipende solo dalle dimensioni del cristallo; inoltre, in una stessa lamina si
possono distinguere due diverse frequenze di risonanza, a seconda che si
considerino vibrazioni longitudinali (lungo l'asse elettrico) o trasversali
(lungo l'asse meccanico), delle quali la prima è generalmente maggiore.
Tale equivalenza con i circuiti elettrici oscillanti viene sfruttata nei
filtri e negli
oscillatori piezoelettrici; poiché gli
effetti piezoelettrici variano a seconda che l'azione meccanica o elettrica sia
applicata lungo un asse elettrico o meccanico, tagli diversi di uno stesso
cristallo presentano caratteristiche diverse; i cristalli tagliati in direzione
perpendicolare ad un asse meccanico presentano oscillazioni molto stabili, ma
modi di vibrazioni secondarie indesiderati, mentre quelli tagliati
ortogonalmente a un asse elettrico presentano un innesco più facile, ma
regime di oscillazione meno stabile. I cristalli piezoelettrici vengono
utilizzati per la generazione e la ricezione di ultrasuoni, nei microfoni, nei
misuratori di frequenza, ecc.