Mit. - Divinità ctonia degli antichi Greci. Il nome
P., che ha
attinenza con
pertho (devasto, distruggo), la indicherebbe già in
età pregreca come la regina degli Inferi. Figlia di Demetra e Zeus, fu
rapita da Ades, dio dell'oltretomba, a cui Zeus l'aveva concessa all'insaputa
della madre. Mentre
P. stava giocando, la terra si spalancò e il
signore degli Inferi la rapì sul suo carro alato. Demetra udì il
suo grido e disperata andò alla ricerca della figlia, provocando, quale
dea delle messi, carestia e desolazione su tutta la terra. Infine le fu concesso
di rivedere
P. e di trattenerla con sé e con gli altri immortali
per i due terzi dell'anno; essendosi, infatti, già nutrita con cibo
dell'Ade, avrebbe dovuto passare un terzo di ogni anno sotto la terra,
ritornando in primavera. Conosciuta anche con il nome di
Core (fanciulla)
è, insieme alla madre, con cui divide il culto, protettrice
dell'agricoltura. Famosi santuari della dea erano quelli di Eleusi, Ermione,
Cnosso e, in Sicilia, Siracusa ed Enna. Alla fine dell'estate si celebravano
feste agrarie per ricordare la discesa di
P. nell'Ade. Tra il V e il III
sec. a.C. il culto di
P., che assunse il nome di
Proserpina, venne
accolto nella religione romana. Numerose raffigurazioni vascolari e scultoree
riportano la scena del ratto di
P. e ritraggono la dea con gli attributi
dello scettro, del diadema, della spiga e della fiaccola.