(dal greco
pédon: terreno, pianura e
génesis:
principio). Il complesso dei fenomeni meccanici, chimici, biochimici e fisici
responsabili della formazione del suolo, che costituisce il principale oggetto
di studio della pedologia (V.). Tali processi
hanno come conseguenza una profonda alterazione della roccia madre e la
produzione di nuove sostanze che a loro volta si mescolano e trasformano,
interagendo con le sostanze organiche presenti. Il processo di
p., che
richiede tempi molto lunghi, è condizionato nel suo svolgimento da
diversi fattori (altitudine, tempo, presenza o assenza di organismi,
composizione della roccia madre, ecc.), che in alcuni casi possono addirittura
provocare l'interruzione o la regressione del processo stesso. Fra tali fattori
un ruolo fondamentale è esercitato dal clima, tanto che in genere nella
classificazione dei suoli naturali esso viene adottato come criterio distintivo.
Solo in alcuni casi l'influenza del clima risulta secondaria a una serie di
altri fattori, come nel caso della
p. che si realizza su rocce costituite
da un solo minerale o di composizione insolita. Generalmente il processo
pedogenetico consiste in una lenta evoluzione del suolo, che porta a un primo
insediamento della vita organica nelle sue forme meno evolute (protozoi,
batteri, alghe unicellulari, metazoi, metafiti, ecc.), per giungere ad un
aumento della sostanza organica che provoca un ispessimento del suolo; sul
terreno, che in tal modo ottiene un minimo grado di fertilità naturale,
iniziano a comparire le prime forme di vegetazione. La fertilità del
terreno può quindi essere aumentata dall'intervento dell'uomo mediante
l'aggiunta di sostanze chimiche diverse (zolfo, azoto, potassio, magnesio,
fosforo, ferro, calcio, ecc.) e la realizzazione di opere di irrigazione,
canalizzazione e dissodamento.