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Parigi.

Capitale (2.144.700 ab.) della Francia e capoluogo del dipartimento della Senna. È situata al centro del grande bacino parigino, alla confluenza della Senna, della Marna e dell'Oise. P., cui fanno capo tutte le principali attività del Paese, supera di gran lunga le altre città per importanza e popolazione: un sesto circa dei Francesi abita nella sua area. Nel 1965 P. ha assunto lo statuto di dipartimento. P. è suddivisa in 20 circondari ciascuno dei quali ha una propria amministrazione comunale; questi, con la periferia, formano la Grande P. La scelta del luogo dell'originario insediamento della città è stata determinata dalle favorevoli condizioni offerte dalla presenza di un'isola (Île de la Cité), protetta a Nord-Est da vaste aree paludose e, sulla riva sinistra, da un'altura (l'attuale Montagne Sainte-Geneviève). Lo sviluppo della città è stato agevolato dall'abbondanza e dalla varietà dei materiali da costruzione, dalle colture e dall'allevamento. II vantaggio più consistente in termini territoriali è dovuto, tuttavia, alla posizione della città sulla Senna, dal cui bacino è agevole il passaggio a quelli dei fiumi Loira, Yonne, Marna, Oise. • Econ. - Il ruolo economico della città è caratterizzato fondamentalmente, oltre che dai tradizionali comparti industriali (industria chimica, meccanica, automobilistica, editoriale, cinematografica e dell'abbigliamento), da un apparato terziario-industriale di livello estremamente avanzato. P. è, inoltre, uno dei massimi centri culturali del mondo e sede di numerose organizzazioni internazionali, quali l'OCSE e l'UNESCO. Di estrema rilevanza è il turismo: le vie di comunicazione dell'intero Paese sono imperniate sul nodo centrale costituito da P. • Topogr. - Fondata non prima del 250-225 a.C., P., in epoca celtica, occupava solo l'Île de la Cité. Distrutta dai Romani nel 52 a.C., fu ricostruita sull'isola; si sviluppò anche sulla riva Sud. La struttura urbanistica presentava il cardo maximus orientato in direzione Nord-Sud. Il foro occupava un'area già in parte costruita sulla fondazione centrale di un tempio o di una basilica (II sec. d.C.). Nei pressi del Jardin du Luxembourg, è stato localizzato un piccolo teatro, risalente forse al III sec. Lungo il cardo si sono individuati tre impianti termali. In zona Saint-Marcel sono stati rinvenuti resti di un cimitero cristiano. Sull'isola sono pochissime le tracce dell'abitato protoimperiale. Nel tardo Impero si cominciò a costruire anche sulla riva Nord. Di questo periodo sono le mura, costruite intorno all'isola dopo la distruzione ad opera dei barbari nel III sec. Nel primo Medioevo la rinascita della città (denominata Parisii dal IV sec.) partì dall'Île de la Cité. Nell'Alto Medioevo, centro dello sviluppo urbano sulle rive della Senna furono alcune grandi fondazioni religiose, come St.-Martin-des-Champs e St.-Germain-des-Prés. Tra il 1190 e il 1210 Filippo Augusto fece costruire per la prima volta una cinta di mura che racchiudesse queste zone; nel 1370 Carlo V estese la precedente cinta sulla riva destra, includendo il palazzo del Louvre, dove il re riunì le sue collezioni d'arte e la sua ricca biblioteca. Lo spostamento della corte sulle rive della Loira arrestò in parte, nel XV sec., lo sviluppo della città, che solo nel XVI sec. cominciò ad assumere il suo aspetto moderno. Il primo ponte di Parigi, il Pont-Neuf, riservato alla sola viabilità, fu iniziato nel 1578 e terminato nel 1606. Nel XVII sec. l'urbanistica parigina fu improntata a principi classicisti e razionalisti e imitata successivamente in tutta Europa: si iniziarono porte a carattere trionfale-decorativo, come la porta St.-Denis (1672); si fondarono nuovi quartieri, come quello dell'Île St.-Louis; si aprirono piazze d'impronta francese, le cosiddette places royales, perché il loro centro era costituito da una statua del sovrano, come la place Dauphine, des Vosges, Vendôme, de la Concorde. La nuova cinta muraria (detta des Fermiers Généraux), completata dopo la rivoluzione nel 1791, fu un'opera di grande rilievo per la modificazione della struttura urbanistica della città. Sul finire del XVIII sec. J.-G. Soufflot realizzò, solo per il primo tratto, la grande arteria degli Champs-Elysées: all'imbocco di essi furono posti i due grandi gruppi di G. Coustou (i cavalli di Marly), sulla place de la Concorde, e l'Arco di Trionfo (J.-F. Chalgrin) all'altro capo, su un'idea di Napoleone (1806-36). In epoca napoleonica vennero realizzati alcuni grandi progetti, come le demolizioni di molte parti della città, l'apertura di nuove strade (rues de Rivoli, de la Paix, de Castiglione) e la costruzione di monumentali edifici neoclassici (la Borsa; la chiesa della Madeleine; il Palais-Bourbon). Durante il Secondo Impero la pianta della città si rivelò inadeguata, poiché cominciavano a sorgere problemi di viabilità dovuti alla convergenza in P. di tutte le attività francesi. Nel 1859 venne così varato, sotto la direzione del barone Haussmann, prefetto della Senna, un gigantesco piano destinato a trasformare in 16 anni l'aspetto della città: i bastioni vennero eliminati e trasformati in larghi viali alberati, e la città venne attraversata da larghe strade (avenues) e da piazze; furono aperti boulevards interni ed esterni, insieme ai grandi carrefours (Madeleine, Opera, Trocadero). Tra il 1841 e il 1845 fu costruita una nuova cinta di mura (detta di Thiers), più vasta di quella dei Fermiers Généraux. I grandi interventi successivi resero difficile la distinzione fra città e sobborghi: le zone abitate tendevano a concentrarsi nella parte meridionale della città, gli impianti industriali si insediavano a Nord e lungo la Senna. Nel 1919 furono demolite le fortificazioni di Thiers. Agli inizi del secolo, P. fu al centro di un dibattito urbanistico per la regolamentazione del territorio con il Plan Voisin (1925) di Le Corbusier. Un piano per la région parisienne fu approvato nel 1941, mai attuato; solo nel 1955-60 ne fu elaborato uno nuovo. La politica insediativa degli anni Settanta fu caratterizzata dalla realizzazione di villes nouvelles; nel 1971 le vecchie Halles furono demolite per far posto a una grande struttura polifunzionale (prevalentemente commerciale), il Forum des Halles. La zona del Plateau Beaubourg ha modificato il suo carattere popolare, con la creazione del Centre National d'Art e de Culture G. Pompidou, con il Musée National d'Art Moderne, il Centre de Création Industrielle e l'IRCAM. Dal 1977, la politica urbanistica viene a coincidere con la politica culturale nei grands travaux, lanciati da F. Mitterrand nel 1981 e studiati nella loro localizzazione in collaborazione con l'APUR (Atelier Parisien d'Urbanisme). La risistemazione del Louvre è stata inserita nel contesto del Plan de l'Est parisien municipale (1983), volto alla valorizzazione degli arrondissements della zona orientale. • St. - Capoluogo della regione dei Parisii, P. (denominata Lutetia dai Celti) occupò in epoca celtica solo l'Île de la Cité e fu un centro di piccola navigazione fluviale. Nel 53 a.C. Cesare vi riunì l'assemblea generale delle Gallie; nel 52 a.C. il suo luogotenente Labieno vi sconfisse l'esercito di Camulogeno. Dopo la notevole fioritura in periodo alto-imperiale, nel 275 d.C. subì un'invasione barbarica. Nel 358 vi fu acclamato imperatore Giuliano l'Apostata. Nel 451 la città, minacciata dagli Unni, venne salvata dall'intervento di santa Genoveffa. In seguito, chiamata col suo nome attuale, P. fece parte del Regno romano di Egidio, poi di Siagrio. Nel 497 Clodoveo, re dei Franchi, dopo la consacrazione a Reims, entrò a P. dichiarandola capitale del suo Regno. Da quel momento, P. restò il centro politico della Francia, anche se lo splendore dato a P. dalla protezione dei primi re franchi venne meno con i Merovingi e il trasferimento dell'attività di governo ai maestri di palazzo. Sotto i Carolingi la città continuò a decadere. Carlo Magno trasferì ad Aquisgrana la capitale del suo Impero e, verso l'880, P. divenne la capitale di una contea, più volte assediata dai Normanni. Divenuta nuovamente capitale del Regno, deposto Carlo, venne incoronato re il conte Oddone. Ugo Capeto, come conte di P. e poi come re (987), stabilì la propria residenza nel palazzo della Cité. I suoi successori ingrandirono il palazzo. Cessato nel 911 il pericolo normanno, la città, già allora importante centro di cultura, riprese la sua crescita commerciale, specialmente lungo la direttrice del corso della Senna; nel 1170, sotto Luigi VII, la corporazione dei mercanti di P. ottenne la conferma dei suoi privilegi, e solo all'inizio del XIII sec., per la benevolenze del re, questa corporazione si trasformò in municipalità, ma P., residenza del re, non ebbe mai una carta comunale, né entrò nel movimento comunale. Al principio del XIII sec., sotto Filippo Augusto, la città, ormai sede delle istituzioni della Monarchia e dei corpi amministrativi, assunse effettivamente l'aspetto di capitale, vivendo uno dei momenti più importanti per le numerose opere di miglioramento, come la nuova cinta di mura, il compimento di Notre-Dame, l'inizio del Louvre e la costituzione dell'università. Sotto Filippo il Bello, furono tenuti a P. i primi Stati Generali (1302), a cui seguirono altre tre consultazione dei borghesi (1314, 1316 e 1317), che manifestarono apertamente la loro ostilità per le pretese finanziarie del re, fino ad arrivare ad un vero tentativo di rivoluzione municipale sotto la guida di Etienne Marcel. Con Carlo V la Monarchia riprese i suoi diritti, ma sotto Carlo VI cominciò per P. un periodo di disordini e di agitazioni. Nel 1382, come reazione alle misure fiscali della Corona, scoppiò l'insurrezione dei maillotins. Domata la rivolta, Carlo VI abolì le libertà municipali della città. Dal 1408 al 1420 armagnacchi e borgognoni insanguinarono le vie di Parigi, finché la reazione dell'alta borghesia costrinse le bande borgognone alla fuga. Nel 1418 una congiura permise ai borgognoni di rientrare in Parigi. Due anni dopo, in seguito al trattato di Troyes, entrò a P. Enrico V d'Inghilterra, e la città subì la dominazione inglese per 16 anni, fino all'incoronazione a Notre-Dame di Enrico VI re d'Inghilterra e re nominale di Francia (1431). Gli ultimi Valois risiedettero poco a P.; nel XVI sec. la città fu teatro nuovamente di stragi e di disordini: la strage di San Bartolomeo nell'agosto del 1572; l'organizzazione della Lega; la "giornata delle barricate", nel maggio 1588; il tentativo di Enrico III di riprendere la città nel 1589, l'assedio di Enrico di Navarra durato quasi quattro anni. Solo con Luigi XIII P. ritrovò la pace e, con Richelieu, divenne il centro intellettuale e politico d'Europa. Nel 1648 scoppiarono i tumulti della Fronda. Sotto Luigi XIV la sede reale fu trasportata a Versailles, ma P. continuò a essere il centro intellettuale e artistico della Francia ed uno dei suoi maggiori centri economici. La Rivoluzione del 1789 fu un evento essenzialmente parigino. Le "giornate" di cui fu protagonista la città furono decisive per la vita della Nazione. Napoleone I attuò alcune delle grandi aspirazioni urbanistiche del XVIII sec.: ponti, grandi mercati, acquedotti. Nel marzo 1814 la città fu occupata per la prima volta dalle forze della sesta coalizione antinapoleonica, vittoriosa su Napoleone I. La capitolazione avvenne senza che la capitale subisse danni. La rivoluzione del 1830 portò a P. l'introduzione del principio elettorale nell'amministrazione municipale, abolito poi dalla Seconda Repubblica. Già insorta nel maggio 1832, nell'aprile 1834 e nel marzo 1839, P., nel febbraio del 1848, fu nuovamente in rivolta e abbatté il Regno di Luigi Filippo. Sotto il Secondo Impero P. si trasformò in una città moderna. Le due esposizioni del 1855 e del 1867 testimoniarono la sua evoluzione culturale e tecnica e la sua ricchezza. Fra il 1842 e il 1870 P. fu anche una delle piazzeforti più munite d'Europa. Nel 1870 resistette all'assedio prussiano, pur dovendo alla fine subire la seconda occupazione straniera della sua storia. La sconfitta nella guerra franco-prussiana (1871) provocò la ribellione di P. al Governo di Thiers (Comune di P.), domata nel sangue. Alla fine della guerra franco-prussiana, la Francia decise di aumentare le difese della capitale, che fu trasformata in un vero e proprio campo trincerato. Sotto la Terza Repubblica, P. riprese il suo sviluppo, di cui furono testimonianza le esposizioni del 1878, del 1889 e del 1900. Per tutto il XIX sec. P. fu il maggior centro culturale d'Europa. Nel 1914 fu l'obiettivo dell'invasione tedesca, ma il campo trincerato di P., pur non avendo mai sparato un solo colpo di cannone, svolse una funzione utile nella difesa del territorio nazionale. Dopo la prima guerra mondiale e l'apparizione delle nuove grandi artiglierie d'assedio, la piazza di P. perse del tutto la sua importanza. Nel corso della seconda guerra mondiale, occupata dai Tedeschi il 14 giugno 1940, insorse contro le truppe d'occupazione il 19 agosto 1944 e fu liberata dagli alleati nell'agosto 1944. ║ Colloqui di pace di P.: dal maggio 1968 si tennero a P. lunghi colloqui (in 174 sessioni) tra delegazioni degli Stati Uniti e della Repubblica del Vietnam da una parte, della Repubblica Democratica del Vietnam e del Governo provvisorio rivoluzionario sud-vietnamita dall'altra, alla ricerca di una soluzione per la guerra d'Indocina. L'accordo di pace (peace agreement) fu firmato il 27 gennaio 1973 dai ministri degli Esteri dei quattro Governi interessati, dopo una negoziazione tra l'inviato del presidente statunitense, H. Kissinger, e il rappresentante della Repubblica Democratica del Vietnam, Le Duc Tho. ║ Conferenze di P.: serie di conferenze tenutesi a P. nei secc. XIX-XX. 1857: si svolse per sistemare la questione del Cantone di Neuchâtel, sottrattosi alla sovranità prussiana. 1858, 1859, 1866: nella prima di queste tre conferenze le potenze rappresentate al Congresso di P. decisero la sistemazione dei principati danubiani di Moldavia e Valacchia, attraverso la separazione dei due principati sotto due ospodari dipendenti dall'alta sovranità del sultano; nella seconda consigliarono al sultano di accettare l'elezione del principe Alessandro Cuza a sovrano dei principati di Moldavia e Valacchia sotto l'alta sovranità della Turchia; nella terza, dopo l'insurrezione nel 1866 in Moldavia e Valacchia, che aveva condotto all'espulsione del principe Cuza, tentarono, senza successo, di nominare un principe straniero. Di fronte all'avvenuta proclamazione del principe Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen, la conferenza si sciolse senza aver preso alcuna decisione, ma arrestando l'intervento militare turco. 1869: convocata dalle principali potenze europee in seguito all'insurrezione di Creta del 1866-68 e al contrasto greco-turco, costrinse la Grecia a rispettare le norme del diritto internazionale vigente. 1904, 1910: si tennero per iniziativa del governo francese per porre fine alla tratta delle bianche. 1921: si svolse tra le potenze vincitrici della prima guerra mondiale e fissò in 226 miliardi di marchi-oro, più altri 126 miliardi, la somma richiesta alla Germania come riparazione dei danni causati durante il conflitto. 1921: conferenza del Consiglio supremo degli Alleati, tenuta per decidere sulla questione dell'Alta Slesia, contesa tra la Germania e la Polonia, fu rimandata all'arbitrato della Società delle Nazioni. 1923: conferenza interalleata tra Francia, Gran Bretagna, Italia e Belgio sul tema dell'insolvenza della Germania relativamente al risarcimento di guerra, che preluse all'occupazione della regione della Ruhr. 1931: provocata dalla grave crisi economico-finanziaria tedesca e dalla richiesta di una moratoria da parte di Hindenburg, ebbe la sua conclusione nella conferenza di Losanna del 1932. 1946: conferenza della pace (o dei 21) nella quale si elaborarono i trattati di pace con Italia, Ungheria, Bulgaria, Romania e Finlandia, conclusivi della seconda guerra mondiale, che furono firmati a P. il 10 febbraio 1947. ║ Congresso di P.: svoltosi dal 25 febbraio al 30 marzo 1856, tra Francia, Inghilterra, Russia, Turchia, Piemonte e Austria, e in un secondo momento anche Prussia, pose fine alla guerra di Crimea. ║ Convenzioni di P.: serie di convenzioni concluse a P. nei secc. XIX-XX. 1856: stipulata tra le principali potenze navali, trattò della guerra di corsa (dichiarata illegale e soppressa), del blocco marittimo, del commercio neutrale. 1864: conclusa fra Francia e Italia, è più nota come Convenzione di Settembre (V. SETTEMBRE). 1883: conclusa il 20 marzo tra Belgio, Brasile, Francia, Guatemala, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Salvador, Serbia, Spagna e Svizzera, diede luogo all'unione per la protezione della proprietà industriale. 1909: stipulata tra i rappresentanti di molti Stati europei (Germania, Austria-Ungheria, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Italia, ecc.), fu relativa alla circolazione delle automobili; i principi da essa posti hanno successivamente ispirato le legislazioni dei singoli Paesi. 1912: conclusa tra Francia e Spagna, sulle frontiere dei possedimenti marocchini, segnò gravi mutilazioni territoriali per il Marocco spagnolo. 1919: conclusa tra Stati Uniti, Belgio, Bolivia, Brasile, Gran Bretagna, seguita dall'adesione di altri Stati, per regolare la navigazione aerea, diede vita all'Unione per la navigazione aerea. 1920: risolse la contesa sulla relazione giuridica tra la Polonia e Danzica, stabilendone l'unione doganale. 1921: sancì la libera navigazione sul Danubio. 1926: firmata alla fine della Conferenza per la questione del Marocco, stabilì i confini delle zone di influenza spagnola e francese. 1960: convenzione istitutiva dell'OCSE e dell'OECE. ║ Lega di P.: fu organizzata dalla borghesia cittadina e dal clero, nel 1585, per affiancare l'azione della Lega cattolica contro i calvinisti ugonotti. ║ Paci di P.: 1229: pose fine alla guerra capetingia. Raimondo VII conte di Tolosa cedette al re di Francia Luigi IX il Ducato di Narbona e la Viscontea di Carcassonne. 1796: costrinse Vittorio Amedeo III di Sardegna, in seguito all'armistizio di Cherasco, a cedere alla Francia Nizza e Savoia e ad accogliere guarnigioni francesi. ║ Patto di P.: concluso il 27 agosto 1928 è più noto con il nome di Patto Briand-Kellogg o Patto Kellogg (V. BRIAND, ARISTIDE). ║ Protocollo di P.: regolò la questione di Teschen, contesa dalla Polonia e dalla Cecoslovacchia, dividendo il territorio tra le due Nazioni. ║ Trattati di P.: serie di trattati stipulati a P. nel corso dei secoli. 1259: concluso tra Luigi IX re di Francia ed Enrico III re d'Inghilterra, pose fine al lungo periodo di guerra per il possesso dei domini del re inglese sul continente. 1623: realizzò una triplice alleanza tra Francia, Venezia e il duca di Savoia Carlo Emanuele I, per opporsi alla Spagna nella questione della Valtellina. 1657: fu concluso con la Francia da O. Cromwell in cambio dell'impegno a fornire uomini e navi per attaccare, insieme con la Francia, la Spagna nelle Fiandre. 1763: firmato da Francia, Spagna, Inghilterra e Portogallo, pose fine, con il trattato di Hubertusburg, alla guerra dei Sette anni. 1783, 1803: con il primo l'Inghilterra riconobbe l'indipendenza degli Stati Uniti d'America; con il secondo la Francia cedette agli Stati Uniti la Louisiana, in cambio del pagamento di 60 milioni di franchi. 1810: imposto dall'imperatore Napoleone I al fratello Luigi re d'Olanda, obbligò l'Olanda a rompere ogni rapporto commerciale con la Gran Bretagna e ad accogliere truppe francesi per far rispettare il blocco continentale. 1814: concluso tra Napoleone, l'Austria, la Prussia e la Russia, stabilì la rinuncia di Napoleone al trono di Francia. 1814, 1815: il primo, concluso dopo la caduta di Napoleone I tra la Francia sotto Luigi XVIII e le potenze alleate (Austria, Inghilterra, Prussia, Russia), fissò il nuovo assetto territoriale dell'Europa post-napoleonica, che sarebbe stato poi completato con il Congresso di Vienna, riducendo la Francia ai confini del 1° gennaio 1792; il secondo fu reso necessario dopo i Cento giorni, precedenti alla definitiva sconfitta di Waterloo: la Francia perse i pochi vantaggi territoriali conservati con il precedente trattato, ritornando alle frontiere del 1790, e dovendo pagare una gravosa indennità di guerra. 1815: concluso fra le tre potenze della Santa Alleanza (Austria, Russia, Prussia) e la Gran Bretagna, confermò l'intento delle parti di salvaguardare il trattato con la Francia, e di convocare periodicamente dei congressi per provvedere agli interessi comuni dell'Europa. 1815: fu stipulato tra Francia, Gran Bretagna, Russia, Austria e Prussia, in seguito all'annullamento del precedente trattato di P. del 30 maggio 1814 a causa del ritorno di Napoleone e dell'avventura dei Cento giorni. 1856: concluso dal Congresso di P., al quale aveva partecipato anche Cavour, pose fine alla guerra di Crimea. Venne sancito il principio uti possidetis ante bellum; furono riconosciuti i privilegi di cui godevano i principati di Valacchia e Moldavia e l'autonomia amministrativa di quello della Serbia. 1898: concluso con la mediazione della Francia, pose fine alla guerra ispano-americana dello stesso anno, sancendo l'indipendenza di Cuba. 1951: trattato istitutivo della CECA. 1961: trattato costitutivo del Gruppo dei Dieci. • Arte - Il cuore di P. è la chiesa di Notre-Dame, nell'Île de la Cité, in stile romanico-gotico. Il suo impianto è a croce latina, con transetto poco sviluppato all'esterno, a cinque navate con matronei, coro con doppio deambulatorio e cappelle a raggiera. La facciata, dominata da due enormi torri rettangolari, presenta i lati adorni di importantissime sculture dei secc. XII-XIV. La sua costruzione fu iniziata dall'abside nel 1163, e compiuta nel 1246 (con modifiche successive all'abside e al transetto, verso il 1265, ad opera di P. de Montreuil); le cappelle dell'abside furono terminate nel 1344, e l'interno (coro) fu ulteriormente ritoccato nel XVII sec. La Rivoluzione ne danneggiò gravemente la decorazione plastica, che fu in buona parte ricostruita da E. Viollet-le-Duc. All'interno, i tre amplissimi rosoni conservano splendide vetrate del XIII sec., in parte restaurate. Sempre nella Cité sorge il vasto complesso del palazzo di giustizia, che comprende edifici dei secc. XVIII-XIX; occupa lo spazio dell'antico palazzo reale, di cui restano alcune grandiose sale gotiche, incorporate nella Conciergerie, e la Sainte-Chapelle, originariamente cappella del palazzo reale, costruita tra il 1246 e il 1248, e attribuita a P. de Montreuil (nel XIX sec. largamente restaurata da E. Viollet-le-Duc). Del XII sec. rimangono pochi monumenti, tra cui l'abside di Saint-Martin-des-Champs (1140). Il maggior monumento del XIV sec. è il Louvre di Carlo V, di cui rimangono solo tracce. Gli esempi di abitazioni medioevali più caratteristiche risalgono al XV sec. (Hôtel de Sens, 1474-1519; Hôtel de Cluny, 1485-98). Tra le chiese, la più importante è St.-Séverin (secc. XIII e XV-XVI, di stile gotico fiammeggiante, con notevoli vetrate). Il 1549 segnò la ripresa dell'iniziativa reale a Parigi con la costruzione del nuovo Louvre, su progetto di P. Lescot, sotto Enrico III. Fra gli edifici civili del XVI sec. citiamo l'Hôtel Lamoignon, costruito nel 1580 per Diana, figlia di Enrico II; l'Hôtel-de-Ville (1533-61), iniziato da D. da Cortona, poi distrutto dalla Comune e riedificato, a imitazione dell'antico, nel 1882; la fontana degli Innocenti, di ispirazione rinascimentale, costruita nel 1549 da J. Goujon; il palazzo denominato Les Tuileries, presso il Louvre, cominciato nel 1564 da Ph. De l'Orme per Caterina de' Medici. Al XVII sec. risale la costruzione di grandi chiese barocche (alcune caratterizzate dallo sviluppo dato alla cupola, di influenza italiana), come St.-Joseph-des-Carmes; la chiesa della Sorbona; la chiesa del Val-de-Grace, e la chiesa del Collège des Quatre-Nations. Nel 1615 S. De Brosse iniziò, ispirandosi a modelli italiani, il palazzo del Lussemburgo, dove poi si recò a dipingere P.P. Rubens (la cui serie di quadri si trova oggi al Louvre) e il Palais-Cardinal, detto poi Palais-Royal, al quale fu annesso il Théatre Francais (1796). Per tutto il XVIII sec. a P. venne costruito un gran numero di abitazioni signorili, eleganti hôtel privati, edifici caratterizzati da estrema semplicità di linee e raffinata decorazione interna, separati dalla strada per mezzo di un cortile, con giardino sul retro, come l'Hôtel Carnavalet, l'Hôtel de Rohan e de Soubise, l'Hôtel de Matignon, l'Hôtel Biron, ecc. Fra il XVII e il XVIII sec. si compì la costruzione del Louvre, la cui unione al vicino palazzo delle Tuileries fu attuata nel XIX sec. Nel XVIII sec. si ersero molte grandi chiese ed edifici pubblici in stile classicheggiante, come l'Hôtel des Monnaies e il Panthéon. La seconda metà del XIX sec. si caratterizzò per lo stile eclettico, di cui è esempio l'Opéra (1875) di C. Garnier. Nello stesso periodo comparvero le prime strutture razionali in ferro, come la Bibliothèque Sainte-Geneviève (1859), les Halles (1851) e la Tour Eiffel (1889). In stile romanico-bizantino sorse la chiesa del Sacro Cuore, eretta da P. Abadie dal 1873, in seguito a una sottoscrizione nazionale. Tra la fine del XIX sec. e l'inizio del successivo si impose l'Art Nouveau, che influenzò l'abbigliamento, le tappezzerie, il mobilio, la bigiotteria e molti altri settori manifatturieri. Nel campo dell'architettura le cosiddette opere "floreali" conferirono alla città un volto nuovo, di cui ancora oggi rimangono tracce negli edifici privati e negli arredamenti; sono, inoltre, da ricordare le stazioni della metropolitana, i cancelli del castello Béranger e l'auditorium di rue Saint-Didier dell'architetto H. Guimard. Quasi contemporaneamente comparvero le prime esperienze di architettura razionale moderna con le opere dei cosiddetti ingegneri-architetti. Solo dopo la prima guerra mondiale si iniziò a P., come in Germania, Olanda, Russia, l'esperienza architettonica razionalista propriamente detta, che lasciò opere di notevole valore, come quelle di Le Corbusier: la villa Laroche (1923), la casa Planex (1927), l'appartamento terrazza (1930), il padiglione svizzero della città universitaria (1932). Dopo la seconda guerra mondiale l'architettura di P. si uniformò ai canoni dell'international style, che ispirarono il palazzo del CNIT di B. Zehrfuss (1961) e la sede dell'UNESCO (architetti M. Breuer, P.L. Nervi, B. Zehrfuss, 1958), il cui interno è arricchito dai mosaici di J. Miró, dalle sculture di H. Moore e A. Calder, dagli affreschi di P. Picasso e dalle vetrate di M. Chagall. A partire dalla metà degli anni Settanta, si distinsero i lavori di architetti francesi, come H. Ciriani, H. Gaudin, Chr. de Portzamparc e le realizzazioni come il centro polifunzionale Galileo alla Défense (1985-88) di G. Valle, la sede di Canal + (1988-91) di R. Meier, l'American Center (1993), progettato da F. Gehry nel parco di Bercy. ║ Cultura: P. è il maggiore centro culturale della Francia; vi hanno sede l'Institut de France, l'Académie de Médecine, e molte società scientifiche. La Sorbona è una delle maggiori università del mondo, celebre già nel Medioevo per gli studi teologici, filosofici e letterari. Sorta verso la fine del XII sec. come associazione di studenti e maestri dell'antica scuola esistente presso la cattedrale di Notre-Dame, fu da essi creata per opporsi all'influenza del cancelliere della cattedrale. Ebbe forse un primo riconoscimento ufficiale verso il 1210 e un primo statuto nel 1215, ad opera del cardinale legato Roberto di Courcon; dal 1221 assunse nei documenti la denominazione ufficiale di Universitas magistrorum et scholarium parisiensium e nel 1230 ricevette da Gregorio IX gli statuti definitivi. La sua fama si accrebbe con i maestri degli ordini mendicanti (Alberto Magno, S. Tommaso, S. Bonaventura, ecc.), e la sua autorità si fece sentire durante lo scisma occidentale e il Concilio di Costanza. Fu soppressa durante la Rivoluzione francese; successivamente, Napoleone permise solo l'esistenza delle scuole professionali (normales), che si svilupparono poi nelle varie facoltà della ripristinata università statale (1896). Accanto all'università di P. vi sono istituzioni come il Collége de France, l'Ecole Normale Supérieure, L'Ecole Polytechnique, l'Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts, ecc. La Biblioteca Nazionale, la più grande di Francia e una delle maggiori del mondo, ebbe origine dalle librerie dei re: sotto i Regni di Luigi XIV e Luigi XV, negli anni 1721-27 fu sistemata in rue Richelieu, nella sua sede attuale, più volte restaurata e ampliata. Dal 1537 ha diritto al deposito obbligatorio degli stampati. Dal 1795 è stata definita Biblioteca Nazionale. Nel 1926 vi entrarono a fare parte la Biblioteca dell'Arsenale, quelle dell'Opéra e del conservatorio. L'attuale sede, disegnata da H. Labrouste, fu inaugurata nel 1868; nel 1994 venne ultimato un nuovo edificio, dal progetto di D. Perrault, noto col nome di Très Grande Bibliothèque. È costituita da otto dipartimenti: accessioni, stampati, periodici, mappe e piante, stampe e disegni, manoscritti, incunaboli, medaglie e monete, musica. La Biblioteca dell'Arsenale, dipartimento distaccato della Biblioteca Nazionale, e dichiarata pubblica nel 1797, risale alla raccolta del marchese Paulmy d'Argenson, arricchita dal conte d'Artois e dalle collezioni La Vallière e Soubise; possiede oltre 1 milione di volumi a stampa, manoscritti (tra i quali alcuni preziosissimi miniati), scatole contenenti l'archivio della Bastiglia, stampe, autografi e una notevolissima collezione teatrale. La Biblioteca dell'Università, i cui fondi andarono dispersi durante la Rivoluzione, ha avuto origine dal collegio teologico fondato nel 1253. Nel 1846 fu ricostituita con il nome attuale. Oltre che dalla biblioteca della Sorbona è formata dalle biblioteche di facoltà e dalla biblioteca Saint-Geneviéve, costituita nel 1624 dal cardinale F. de La Rochefoucauld. La Biblioteca Mazariniana, proprietà personale del cardinale Mazarino, fu la prima biblioteca aperta agli studiosi (1643); originariamente di carattere generale, si andò specializzando nella storia di Francia e locale; possiede unità a stampa, manoscritti, incunaboli, periodici. Altro elemento di pregio nella vita culturale di P. sono gli archivi cittadini, che costituiscono una delle più importanti raccolte del mondo: dal 1808 hanno sede nei palazzi Soubisse e Rohan. Durante i periodi della Costituente e della Convenzione, furono sancite l'istituzione e la centralizzazione degli archivi nazionali. Gli archivi di P. si dividono in tre sezioni: 1) documenti fino al 1790; 2) documenti posteriori al 1790; 3) segretariato amministrativo. Nel 1945 fu istituita una direzione degli archivi di Francia, alle dipendenze del ministero degli Affari culturali dal 1959. Agli archivi nazionali è annesso, nel palazzo Soubise, un Musée de l'Histoire de France, nel quale si può seguire, attraverso i documenti esposti, la storia della Francia dai Merovingi al 1815. Tra i principali musei della capitale francese e del mondo, il Louvre ospita collezioni d'arte importantissime, nate dalla raccolta di opere d'arte dei re di Francia a partire da Carlo V. Durante la Rivoluzione, le collezioni dei vari castelli reali e le opere provenienti dalle chiese e dai conventi soppressi furono riuniti nei palazzi del Louvre, il cui museo fu aperto nel 1793. Napoleone I arricchì le collezioni aggiungendovi le opere tratte dal ricco bottino artistico dell'Italia (non tutto restituito nel 1815), dei Paesi Bassi e della Germania. Attualmente si aggiungono continuamente i doni privati e gli acquisti degli Amis du Louvre, gli apporti di imprese archeologiche e i lasciti di collezioni private. Il Louvre, che contiene raccolte molto varie, è diviso in sei dipartimenti: 1) Antichità greche e romane; 2) Antichità orientali; 3) Antichità egiziane; 4) Sculture del Medioevo, del Rinascimento e dei tempi moderni; 5) Pittura e disegni (il Cabinet des Dessins forma una sezione speciale); 6) Oggetti d'arte. La ristrutturazione del Louvre, iniziata dopo il 1981, con la destinazione museale dell'intero palazzo, ha dato luogo a una serie di altri interventi, come la costruzione della Pyramide, ideata da I.M. Pei, che fornì dal 1989 un nuovo ingresso al museo, e quelli terminati nel 1993 nell'ala Richelieu, in precedenza occupata dal ministero delle Finanze. Le pitture degli impressionisti, appartenenti al Louvre, e provenienti soprattutto dal lascito Caillebotte (1894), furono esposte dal 1947 al Musée Jeu de Paume e, dal 1986, sono parte del Musée d'Orsay, dedicato al XIX sec. Attualmente le collezioni del Musée National d'Art Moderne sono state trasferite nel Centre National d'Art e de Culture G. Pompidou. P. ospita, nel complesso, più di 90 musei tra i quali, oltre a quelli già citati, i più importanti sono: il Musée National des Thermes et de l'Hotel de Cluny; il Musée Carnevalet; il Musée Jacquemart-André; il Musée Cognacq-Jay, ecc., oltre a fondazioni e musei intitolati a singoli artisti (E. Delacroix, G. Moreau, E.-A. Bourdelle, Le Corbusier, V. Hugo, P. Picasso, ecc.). • Mus. - Le principali istituzioni musicali di P. sono: il conservatorio nazionale (fondato nel 1795), l'Ecole Normale de Musique (1920), la Schola Cantorum (1896) e l'Institut de Recherche et de Coordination Acoustique/Musique (IRCAM), il principale centro di musica contemporanea europeo (fondato nel 1976), l'Opéra Bastille (1989) e la Cité de la Musique (1995) a La Villette. • Teat. - Le rappresentazioni teatrali a carattere profano ebbero inizio a P. in un teatro sorto nel 1548 su un terreno dell'Hôtel de Bourgogne; nel 1680 Luigi XIV ordinò la fusione della compagnia con quella del teatro Guénégaud, dando inizio alla celebre Comédie-Française. Nel 1946 la Comédie-Française si annesse l'Odéon. Un altro famoso teatro parigino è l'Opéra-Comique, riedificata e aperta solo su tre facciate in seguito all'ultimo incendio che la distrusse nel 1887. Sul boulevard Saint-Martin sorgono il Théâtre de la Renaissance (1872) e il contiguo Théâtre de la Porte-Saint-Martin. Nel 1847 venne fondato da A. Dumas il Théâtre Historique, per rappresentarvi i suoi drammi storici. Nel 1887 nacque, ad opera di A. Antoine, il Théâtre Libre (ora Théâtre Antoine) che, reagendo alla Comédie-Française, segnò il trionfo del Realismo e del Naturalismo in teatro. Per sostenere l'opera dei simbolisti fu aperto, nel 1893, il Théatre de l'Oeuvre. Nel 1913, per iniziativa di J. Copeau sorse il piccolo Théâtre du Vieux Colombier. Negli anni Sessanta e Settanta del XX sec. fiorirono numerosi caffè-teatri. Tra le iniziative recenti più rilevanti, la fondazione del Centre International de Création Théâtrales (1970), oggi Les Bouffes du Nord.
Place Vendôme a Parigi

Moderni grattacieli a Parigi

Parigi: l'Hôtel de Ville

La Tour Eiffel a Parigi

Gare d'Orsay a Parigi, trasformata in Musée du XIX siècle

Parigi: la cattedrale di Notre Dame

L'Arco di Trionfo a Parigi