Psicol. - Termine, oggi poco usato, adottato da E. Bleuler per indicare una
malattia mentale avente per caratteristica un'alterazione qualitativa
dell'affettività, che si esprime con una incongruità della
reazione rispetto agli stimoli che la destano. Le reazioni affettive risultano
inadeguate o eccessive rispetto alla realtà della situazione vissuta.