Branca della psicologia che studia presunti fenomeni, non spiegabili in base
alle leggi scientifiche conosciute, in quanto manifestazioni di facoltà
psichiche che, sebbene presenti in potenza in tutti gli esseri umani, solo
alcuni individui (
sensitivi o
medium) sarebbero in grado di
estrinsecare. Tali fenomeni, detti
paranormali, consisterebbero in
modificazioni del mondo fisico attuate con mezzi non materiali. Si suole
distinguere fra
fenomeni intellettivi (xenoglossia, telepatia,
premonizioni, chiaroveggenza, ecc.) e
fenomeni fisici, che presuppongono
l'azione diretta della psiche sulla materia (psicocinesi, movimento di oggetti
senza contatto, fenomeni luminosi, materializzazioni, ectoplasmi). Nella
verifica dei fenomeni paranormali, la ricerca adotta il metodo scientifico
sperimentale, oltre a utilizzare in senso interdisciplinare le metodologie e le
acquisizioni di altre scienze (fisica, psicologia, psichiatria, neurofisiologia,
antropologia culturale e storia delle religioni), nonché delle tecniche
di prestidigitazione di illusionismo. La
p. è andata via via
assumendo caratteristiche di scientificità che le hanno procurato
numerose cattedre e corsi d'insegnamento presso le università; nei suoi
aspetti divulgativi continua a sollevare presso l'opinione pubblica grande
curiosità e ricorrenti ondate di polemiche tra "credenti" e scettici. Per
quanto l'osservazione di fenomeni occulti risalga ai tempi più remoti e
abbia dato vita in ogni parte del mondo a un vasto repertorio di pratiche
magiche, divinatorie e spiritistiche, dalla fine del XVIII sec. ad essa si
accompagnò un interesse di tipo scientifico, che si appuntò
soprattutto sulla teoria del
magnetismo animale formulata da F.A. Mesmer.
Nella seconda metà del XIX sec., lo "spiritismo" e i fenomeni ad esso
legati cominciarono ad essere oggetto di una vera e propria indagine
sperimentale, su basi scientifiche, ad opera della Society for psychical
research, costituitasi a Londra nel 1882. Verso il 1930, sotto la guida di J.B.
Rhine, direttore del laboratorio di
p. della Duke University (Durham,
Carolina del Nord) iniziarono importanti ricerche sulla percezione
extrasensoriale impostate sul principio della ripetibilità delle
esperienze. Negli anni seguenti vennero istituite varie società e
istituti di
p. (in Italia fu fondata nel 1937 la
Società
italiana di parapsicologia). Rhine ha elaborato una tesi, in parte
accettata, che riporta i fenomeni extrasensoriali a un'attività inconscia
che opererebbe al di fuori delle dimensioni fisiche di spazio, tempo e materia.
La direzione verso cui questa forza agisce sarebbe quasi del tutto indipendente
dalla volontà del soggetto, per cui anche gli individui che possiedono
tali capacità in sommo grado non avrebbero alcuna capacità di
avvertirle e utilizzarle. Sembra comunque che tutti gli individui le posseggano,
in misura più o meno elevata, e che la maggior concentrazione in
particolari soggetti non sia da mettere in relazione con alcun tratto specifico
della personalità. Le indagini su manifestazioni clamorose (la
levitazione, gli apporti e asporti, ecc.) sono rese particolarmente difficili
dall'eccezionalità dei fenomeni, dalla scarsità dei soggetti e
dalle circostanze in cui spesso avvengono gli esperimenti (per esempio, le
variabili ambientali ed emozionali, le condizioni di luce, ecc.). Tra i vari
settori della ricerca parapsicologica devono essere menzionati gli studi a
carattere "qualitativo" su particolari soggetti (come quelli condotti negli
Stati Uniti da G. Schmeidler); quelli relativi a specifici problemi, quali
l'investigazione dei condizionamenti psicodinamici consci e inconsci nei
fenomeni telepatici e precognitivi, ricerche di etno-
p., esperimenti
sull'influenza di certe sostanze chimiche sul verificarsi di fenomeni
extrasensoriali, esperimenti sulla cosiddetta
aura intorno ai corpi
viventi, rilevata con il metodo elettro-fotografico ideato da S.D.
Kirlian.