Frazione del comune di Capaccio, in provincia di Salerno, a 1,5 km dalla costa
tirrenica; sorge a 17 m s/m., a circa 10 km dalla foce del fiume Sele. 2.900 ab.
CAP 84063. • St. - Secondo Strabone, la città di
P. sarebbe
stata fondata dagli Achei di Sibari, nel VI sec. a.C., con il nome di
Posidonia (città di Posidone). In base ad altre ipotesi più
recenti, essa sarebbe sorta, nella prima metà del VII sec., per
iniziativa di navigatori greci e, in un secondo momento, avrebbe accolto gli
emigrati di Sibari. La città fu senz'altro un fiorente centro commerciale
e mantenne questa attività per diversi secoli. I Lucani la conquistarono
tra il 438 e il 424 a.C. e ne mutarono il nome greco
Paistos in
Paistom, che i Romani trascrissero poi in
Paestum. Nel 273 a.C. fu
occupata dai Romani che vi mandarono una colonia. Divenuta poi cristiana, nel V
sec. fu sede vescovile; tuttavia, in seguito, spopolata soprattutto a causa del
diffondersi della malaria, decadde progressivamente. Le invasioni barbariche, le
distruzioni operate dai Saraceni (IX sec.), l'impaludamento della piana,
portarono all'abbandono totale dell'abitato fino verso la metà del XVIII
sec. • Archeol. -
P. è considerato uno dei più
importanti centri archeologici italiani. La cinta muraria della città, a
pianta pentagonale con quattro porte, costituisce il più cospicuo esempio
di fortificazione delle città greche d'Occidente; attraversano l'abitato
due grandi vie perpendicolari, che terminano alle porte Sirena, Aurea, Marina,
della Giustizia. Nel punto in cui le due vie si incrociano, sull'area
dell'agorà greca, il foro è circondato da portici e vari edifici,
tra i quali il Tempio della Pace e il teatro. Degni di nota sono i tre grandi
templi greci, che documentano le varie fasi dello sviluppo dell'architettura
dorica in Italia; tra il foro e la porta della Giustizia sorgono quelli detti
Basilica e Tempio di Nettuno, probabilmente legati al culto di Era. Il primo
risale alla metà del VI sec. a.C., il secondo è attribuibile alla
metà del V sec. Di età intermedia è infine il tempio detto
di Cerere, della fine del VI sec. a.C. Tutti i templi erano preceduti, sulla
parte Est, da altari. Preziosa risulta anche la serie di metope arcaiche del
santuario di Era Argiva presso la foce del Sele. Testimonianze delle popolazioni
preesistenti alla fondazione della colonia greca sono fornite dalle diverse
necropoli ritrovate: di Età eneolitica (necropoli del Gaudo, scoperta nel
1943), dell'Età del Bronzo e del Ferro. Tombe d'età classica e
lucana hanno inoltre restituito materiale cospicuo, arricchendo la nostra
conoscenza delle pitture paestane. Nel 1968 è stata scoperta una tomba
dipinta a cassa, datata 480-470, e denominata Tomba del tuffatore (ora
conservata nel museo locale), dalla scena dipinta sulla parete interna della
lastra di copertura. La presenza di ipogei affrescati pone, in genere, per
P. il problema degli influssi della civiltà etrusca, riconoscibili
del resto in alcune peculiarità dei suoi templi.
La basilica e il tempio di Nettuno a Paestum