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Normanni.

(dal latino medioevale Northmanni: uomini del Nord). Popolazioni, note anche come Vichinghi, provenienti dalla Scandinavia (Danesi, Norvegesi, Svedesi) che si diffusero in tutta l'Europa a partire dai secc. VIII-IX. Non è ancora stato chiarito il motivo dell'improvviso flusso migratorio che portò i N. ai confini del mondo allora conosciuto; tuttavia, sembra certo che alla base di tali ondate migratorie siano fattori diversi, quali l'aumento della popolazione, la recrudescenza dei conflitti tribali, il peggioramento delle condizioni climatiche. Favoriti dalle progredite tecniche di navigazione, sia dal punto di vista dell'orientamento, sia da quello della costruzione delle imbarcazioni, che permettevano loro di affrontare traversate molto lunghe e lontane dalle coste, i N., organizzati in comunità separate e autonome, intrapresero le loro navigazioni secondo diverse direttrici. Nell'874, dopo aver attraversato l'Oceano Atlantico, giunsero in Islanda e la colonizzarono. Nel secolo successivo, guidati da Gunnbjörn, raggiunsero le coste della Groenlandia, che tuttavia fu occupata stabilmente solo dopo diversi decenni per iniziativa di Erik il Rosso, anche se le difficili condizioni climatiche non consentirono un reale sviluppo degli stanziamenti originari, dei quali non si hanno notizie dalla fine del Medioevo. Alcune delle saghe e delle leggende islandesi contengono generici accenni alla scoperta da parte dei N. dell'America Settentrionale, ma non si hanno documenti che possano confermare tali notizie. Ancora al X sec. risale l'occupazione normanna della Neustria carolingia e delle province di Coutances, Bayeux, Sées, Vexin, Avranches, Lisieux, Rouen. Tali territori costituirono il nucleo originario del futuro Ducato di Normandia, del quale i N. ottennero il riconoscimento ufficiale da parte di Carlo il Semplice con il Trattato di Saint-Clair-sur-Epte (911). Nello stesso periodo le incursioni normanne, che spesso assumevano le caratteristiche di veri e propri attacchi pirateschi, toccarono le isole Shetland (secc. VII-VIII), Orcadi, Ebridi, Man e la Scozia settentrionale (IX sec.). Al 795 risale l'arrivo dei N. in Irlanda, la cui conquista venne completata nei primi decenni del IX sec. L'isola divenne la base dei traffici commerciali fra Scandinavia e Inghilterra e, come tale, fu contesa da Norvegesi, Danesi e principi locali. Fu uno di costoro, Brian Boru di Munster che, sconfitti i N. nel 1014, riuscì a limitare la loro influenza alle sole zone costiere. I Danesi, già a partire dal 787, si diressero soprattutto verso l'Inghilterra, ma bisogna attendere la seconda metà del IX sec. per poter parlare di una vera e propria invasione, alla quale fu in grado di resistere solo il Regno del Wessex guidato da Alfredo il Grande, che riuscì a bloccare l'espansione normanna nell'isola: raggiunto un accordo con Alfredo il Grande, i Danesi si stanziarono, quindi, nella cosiddetta regione del Danelaw, a Nord della linea Tamigi-Lea. In seguito, nel primo ventennio dell'XI sec., i re di Danimarca Sven I e Canuto il Grande riuscirono a conquistare tutta l'Inghilterra, unificando i territori conquistati (Danimarca, Norvegia, Inghilterra) in un solo Regno, che però sopravvisse solo fino alla morte di Canuto, avvenuta nel 1042. L'Inghilterra, riottenuta la propria indipendenza con Edoardo il Confessore, nel 1066 fu nuovamente conquistata dai N. guidati da Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia: egli sostituì l'antico Witenagemot (Consiglio dei saggi) con la curia regis e introdusse il sistema feudale. Convertiti ovunque al Cristianesimo, latinizzati (dopo le iniziali resistenze) nella lingua e parzialmente anche nel costume, i N. compirono le imprese maggiori a partire dall'XI sec. quando, oltre alla conquista e all'unificazione dell'Inghilterra, giunsero nell'Italia meridionale occupandone i territori. Nonostante la presenza di N. nella penisola italiana già dai secc. IX e X (ma si trattava per lo più di pellegrini o di compagnie di ventura), la prima occupazione stabile risale al 1030, quando Sergio IV, duca di Napoli, concesse a Rainulfo Drengot la contea di Aversa. Tuttavia, furono i membri della famiglia Altavilla i responsabili delle imprese più importanti in territorio italiano. Figlio di Tancredi d'Altavilla, Roberto il Guiscardo ottenne da papa Niccolò II l'investitura del Ducato di Puglia e Calabria (1059), conquistando in seguito le città di Reggio, Bari, Gaeta, Amalfi, Napoli e Salerno, togliendole ai Bizantini e ai Longobardi. Il fratello di Roberto, Ruggero, si rivolse alla Sicilia, dove espugnò Messina e Palermo (1072), ottenendo il titolo di conte di Sicilia. L'Italia meridionale fu, infine, unificata nel 1130 da Ruggero II: nasceva così quel Regno di Puglia e Sicilia che, in seguito al matrimonio di Costanza d'Altavilla con Enrico VI di Hohenstaufen, sarebbe passato agli Svevi (1189). Nei decenni precedenti, in occasione della prima crociata (1096), i N. avevano esteso la loro influenza anche oltre i confini europei. Boemondo, figlio di Roberto il Guiscardo, partecipò infatti all'assedio di Antiochia e, dopo averla espugnata, vi istituì un Principato che rimase per 170 anni nelle mani degli eredi, in formale dipendenza dal Regno di Gerusalemme. Oltre ai Paesi europei i N. raggiunsero anche l'Oriente, stabilendo una fitta rete di traffici commerciali. In particolare, partendo dalla Scandinavia, i N. raggiunsero il Mar Caspio e il Mar Nero e di lì, seguendo le vie fluviali (Volchov, Volga, Dnepr, ecc.), si spinsero fino in Russia. Secondo la tradizione, oggi molto discussa dagli storici, essi (chiamati Vareghi o Russi) avrebbero preso il potere a Kiev e Novgorod, dando alle popolazioni locali una prima organizzazione politica. È certa comunque la presenza in territorio russo dei N., che gradualmente si slavizzarono e si convertirono al Cristianesimo. A partire dai secc. XI-XII l'elemento normanno, già integratosi con le popolazioni locali, fu da queste inglobato e assorbito, anche se la loro presenza ebbe conseguenze fondamentali per lo sviluppo politico e culturale successivo di molte regioni europee.