(dal latino
nomen: nome). Parola con cui si designa una persona, un
animale, una cosa. ║ Fama, reputazione. ║ Personalità
eminente. ● Gramm. - Parte variabile del discorso indicante
un'entità determinata, caratterizzata dal genere, numero e, in alcune
lingue, caso. I
n. si distinguono nelle due grandi classi dei
n.
propri, indicanti una persona, un animale, una cosa precisa e distinta da
altre della stessa specie, e dei
n. comuni, che designano intere
categorie di persone, animali o cose. Fra i
n. propri è compreso
quello di persona, composto dal prenome e dal cognome, ma comunemente indicato
da uno solo dei due elementi, più spesso dal prenome. Alla grammatica
stoica risale una prima classificazione del
n. come parte del discorso;
il riconoscimento della sua peculiarità semantica era alla base della
distinzione fra
n. sostantivi e
n. aggettivi, indicanti
rispettivamente l'essenza di un oggetto o una sua qualità. ║
N.
d'arte: pseudonimo, specie di artisti e attori. ║
N. di
battaglia:
n. assunto da un combattente, specie se operante in
clandestinità. ║
N. commerciale:
n. designante una
determinata ditta, o un prodotto, generalmente coperto da registrazione. ●
Dir. - Segno distintivo di una persona. È composto dal prenome e dal
cognome, il primo imposto dal genitore o da chiunque faccia la dichiarazione di
nascita, e registrato dall'ufficiale dello stato civile, il secondo acquisito
direttamente dai figli legittimi, oppure attraverso il riconoscimento del
genitore naturale; nel caso di figli di ignoti, esso è attribuito
dall'ufficiale di stato civile. Ogni persona ha diritto al
n., che le
è per legge attribuito; non sono ammessi cambiamenti, aggiunte o
rettifiche se non nei casi particolari indicati dalla legge (qualora il
n. sia vergognoso o ridicolo o riveli l'origine illegittima), previo
decreto del ministro di Grazia e giustizia o provvedimento del procuratore
generale della Repubblica. In seguito alla riforma del diritto di famiglia (L.
19-5-1975, n. 151), la donna, con il matrimonio, aggiunge al proprio cognome
quello del marito. La tutela del diritto al
n. è garantita dalla
legge; in caso di contestazione del diritto all'uso del proprio
n., o
dello pseudonimo, oppure di fronte all'uso indebito fattone da altri, la legge
prevede la possibilità di un'azione giudiziaria per la cessazione
dell'atto lesivo (artt. 6-10 Cod. Civ.). ● Antropol. - Un valore
magico-religioso è attribuito al
n. presso moltissime
società. Sia nelle civiltà antiche sia nelle culture di tipo
arcaico e di interesse etnologico, il
n. rappresenta un'identità
assoluta con la persona o l'oggetto cui si riferisce, ne è il "doppio";
da qui il suo impiego nelle pratiche magiche. L'importanza attribuita al
n. è collegata alle credenze sulla facoltà della parola di
creare e di distruggere, presenti presso tutte le antiche civiltà: non
avere
n. significava non esistere, e chiamare per
n. si
identificava con il creare e fissare il destino. Le cerimonie di imposizione del
n., che si celebrano presso diverse culture, segnano l'ingresso di una
nuova persona nella società; fino a quando non abbia ricevuto un
n., un bambino non viene riconosciuto come persona, e può venire
ucciso senza che ciò costituisca un delitto. È documentato anche
l'uso per cui un individuo riceve, durante le varie fasi della sua vita, diversi
n., adatti ai differenti status che acquisisce. Presso talune
società, come gli Aranda dell'Australia centrale, la scelta del
n.
fa riferimento al luogo dove è avvenuta la nascita, per simboleggiare
l'appartenenza dell'individuo a un preciso spazio ecologico. In altri casi,
sussiste una profonda avversione a pronunciare il proprio
n., e numerosi
sono i tabù ad esso connessi. Presso certe tribù poteva accadere
di venire uccisi dal nemico, che si sarebbe così appropriato del n. del
morto, per attribuirlo a un proprio discendente. Il valore magico-sacrale
attribuito al
n. è evidente nella categoria dei
n. teofori
(portatori di un dio), presenti specialmente presso i popoli semitici e
indoeuropei; analogo scopo beneaugurante è alla base dell'attribuzione di
n. di santi praticata dal Cristianesimo.