Scienza finalizzata allo studio delle malattie, alla loro cura e prevenzione. Il
complesso di pratiche, di conoscenze e di esperienze destinate alla diagnosi
delle malattie e alle terapie adeguate ad ottenere la guarigione. ║ Per
estens. - Facoltà universitaria sede dell'insegnamento e della ricerca
sulle scienze mediche. ║ La professione di medico, l'attività
medica. ║ Preparazione medicamentosa o farmacologica. ║
M.
popolare: complesso di atti, nozioni, comportamenti, ecc., di ascendenza
antica e tradizionale, per lo più estranei ad una dimensione scientifica
nella cura delle affezioni, e tuttavia orientati a ristabilire una condizione di
salute o a prevenire situazioni di disagio e malattie. ║ Fig. - Rispetto a
mali e dolori non fisici, ciò che si ritiene di cura e rimedio. •
Encicl. - Attualmente dotata di una struttura dottrinale complessa e
costantemente
in fieri, sostanziata e affiancata da una enorme massa di
conoscenze diagnostiche e terapeutiche, la
m. si vale essenzialmente del
metodo sperimentale, in base al quale applica le proprie soluzioni, valuta i
risultati e verifica le proprie ipotesi. La moderna scienza medica è
abitualmente distinta in:
m. interna, ossia la clinica medica,
finalizzata alla conoscenza e cura delle alterazioni del metabolismo o della
funzionalità degli organi e degli apparati interni, la cui terapia sia
farmacologica e non chirurgica;
m. chirurgica (V.
CHIRURGIA);
m. preventiva, a sua volta comprensiva
dell'
igiene (V.) e della
profilassi
(V.), il cui carattere più che scientifico
è formativo ed educativo, proponendo l'assunzione di comportamenti e
stili di vita atti a prevenire l'insorgere, di volta in volta, di patologie,
traumi, ecc.;
m. veterinaria (V.
VETERINARIA), che ha per oggetto la diagnosi e la cura delle malattie
degli animali. ║ Come parte di una locuzione, in unione cioè ad
altre determinazioni, il termine
m. indica differenti settori della
scienza medica o suoi particolari indirizzi (
m. omeopatica, m.
psicosomatica, ecc.), aspetti particolari della prassi (
m.
operatoria), precisi ambiti problematici (
m. tropicale, m. militare, m.
scolastica, m. infortunistica, m. del lavoro, m. sportiva). ║
M.
del lavoro: V. LAVORO. ║
M.
legale: ramo specialistico, privo di scopi terapeutici, che si occupa in
generale dei rapporti fra la
m. e il diritto. Da ciò consegue
l'ampio raggio di azione di tale disciplina, che riguarda svariati settori
dell'attività umana. Essa si occupa, ad esempio, in ambito penale degli
accertamenti necessari in caso di morte violenta, in ambito sociale di
infortunistica e cause assicurative (in collaborazione con la
m. del
lavoro), più in generale di tutti gli accertamenti necessari, dal punto
di vista medico-sanitario, alle attività giudiziarie e forensi. Alla
m. legale compete, infine, anche la riflessione teorica e dottrinale con
la quale la scienza medica può contribuire all'evoluzione del diritto
(
m. giuridica). • St. -
Le origini della m.: in quanto
complesso di pratiche dirette alla guarigione, la
m. è antica
quanto l'uomo. Presso le popolazioni preistoriche (ma anche presso i popoli
primitivi a noi contemporanei) la
m. ebbe un carattere essenzialmente
magico-religioso, che tendeva ad attribuire la malattia a cause soprannaturali:
essa era concepita come un maleficio causato da spiriti o da nemici che, come
tale, andava contrastato mediante atti di uguale valore magico ma di segno
positivo (esorcismi, purificazioni, controfatture). Anche la maggior parte degli
interventi chirurgici, attestati dai ritrovamenti a partire dall'ultimo
Paleolitico, pur avendo forse una qualche finalità terapeutica, erano
innanzi tutto a carattere religioso (circoncisione, infibulazione) o esorcistico
(trapanazione del cranio per estrarre spiriti maligni, amputazioni, incisioni di
ascessi). Ristabilire l'equilibrio fra microcosmo (il corpo del malato) e
macrocosmo era, ovviamente, operazione consentita a pochi individui che
assumevano il compito di mediatori fra gli uomini e l'imperscrutabile
soprannaturale: i medici erano prima di tutto "maghi" che, organizzati in caste
chiuse, giunsero alla scoperta delle virtù terapeutiche di alcune erbe,
degli elementi naturali e alla pratica di una rudimentale
m.
sperimentale. Le conoscenze acquisite, trasmesse rigidamente per via esoterica,
originarono le prime classificazioni delle malattie, cui si affiancarono
sperimentazioni terapeutiche sempre più sicure. I primi documenti scritti
relativi alla pratica medica risalgono alle civiltà babilonese ed egizia
(II-I millennio a.C.). In essi la
m. appare come una delle
attività sacerdotali minori, strettamente connessa a credenze
magico-religiose, ma in progressiva specializzazione grazie alle conoscenze che
si andavano accumulando attraverso l'osservazione dei malati, i riti di
imbalsamazione, la chirurgia militare, ecc. Il Codice di Hammurabi (1700 a.C.)
fissava gli onorari dei chirurghi ma anche dettagliate punizioni in caso di
danno ai pazienti. Alla civiltà egizia risale, tra gli altri, il prezioso
papiro di Ebers (1550 a.C. circa), che ci ha conservato più di 1.000
ricette di preparati farmacologici, corredati da precetti igienici e descrizioni
di interventi chirurgici. La
m. cinese, che influì in modo
evidente su quella giapponese, raggiunse una vasta conoscenza farmacologica
coniugata ad originali pratiche terapeutiche, quali l'agopuntura, ma era quasi
digiuna di nozioni anatomiche. Anche la
m. dell'India antica, a causa del
radicato tabù religioso, si astenne dall'indagine anatomica, tuttavia
approfondì la dimensione profilattica e igienica e la riflessione sugli
eventi patologici. I documenti più antichi sull'argomento a noi pervenuti
da questa cultura sono però piuttosto tardi (V sec. a.C.) e forse
già contaminati dal pensiero greco. ║
Il mondo greco:
l'assenza di una forte componente teocratico-sacrale, che attraverso la classe
sacerdotale controllasse strettamente le acquisizioni scientifiche e le pratiche
"professionali", consentì la fioritura nella civiltà ellenica di
una
m. laica. Ai sacerdoti guaritori che operavano nei santuari delle
divinità e agli sciamani con le loro pratiche magico-superstiziose, si
aggiunsero, fin dai tempi di Omero, professionisti attivi presso i palazzi dei
signori e nelle città, la cui autorevolezza andò aumentando al
crescere della loro competenza ed efficacia dottrinale e terapeutica. Solo a
partire da questo contesto si può cominciare a parlare della
m.
come di una disciplina razionale, autonoma, dotata di un proprio
corpus
di conoscenze e di tecniche specifiche. Ad Alcmeone di Crotone (VI-V sec. a.C.)
si devono i primi studi di carattere biologico e di anatomia scientifica (la
tradizione vuole che fosse il primo ad applicare la vivisezione su animali),
condotti secondo il metodo congetturale, nei quali indicò il cervello
come sede delle sensazioni. Anassagora di Clazomene (V sec. a.C.) affermò
per primo che la natura è un organismo autonomo e complesso, immune ad
interventi "magici", ma efficacemente indagabile dal medico secondo criteri
logici e razionali. Attraverso i momenti della
anamnesi, della
diagnosi e della
prognosi, è dunque possibile interpretare
e prevedere l'andamento di un'affezione e orientarla con un'adeguata terapia
verso la guarigione. La visione interrelata e complessa dei fenomeni biologici e
morbosi fu caratteristica della Scuola di Coo, di cui l'esponente più
rappresentativo fu Ippocrate (V sec. a.C.). A lui risale l'elaborazione della
dottrina "umorale", secondo cui lo stato di salute e quello di malattia
dipendevano da una mescolanza, rispettivamente armonica o alterata, degli umori
fondamentali del corpo collegati anche all'ambiente esterno, alle condizioni
igieniche di vita, a quelle meteorologiche, ecc. Da questa visione fondamentale
derivava anche la scelta terapeutica, che operava prevalentemente in ambito
igienico (ginnastica, bagni, massaggi) e dietetico, ma quasi per nulla in quello
chirurgico e blandamente in quello farmacologico. Caratteristica dei medicamenti
proposti dalla scuola ippocratica era la sostanziale innocuità: essi
dovevano solo intensificare e assecondare le naturali difese del corpo umano, in
attesa che la natura guaritrice operasse autonomamente. Ad Ippocrate, ancora, si
deve sia l'introduzione di un esame clinico e metodico del paziente (che
prevedeva un interrogatorio minuzioso, ispezione, palpazione, percussione e una
rudimentale auscultazione), sia la prima codificazione della deontologia medica
che, attraverso il celebre
Giuramento di Ippocrate, mantiene a tutt'oggi
una validità morale. Alla morte di Ippocrate la scuola, tenendo saldi i
principi fondamentali, contribuì con nuovi elementi alla scienza medica,
specialmente durante il IV sec. a.C., con le prime nozioni anatomiche. In questo
settore gli studi si approfondirono, per lo più, nell'ambito della scuola
alessandrina del III sec. a.C., grazie ad Erofilo ed Erasistrato e ai loro studi
anatomopatologici e sulla morfologia del sistema nervoso. Per questa scuola,
detta dogmatica, la terapia doveva basarsi sulla conoscenza dell'anatomia e
della fisiologia dell'organo colpito da affezione. ║
Il mondo
romano: come in numerosi campi del sapere intellettuale, anche in quello
medico il mondo romano fu condizionato da quello greco. A lungo, e solo a
partire dal III sec. a.C., a Roma operarono solo medici greci, mentre vere e
proprie scuole sorsero assai tardi: nella metà del I sec. a.C. si
affermò la Scuola metodica, ispirata all'atomismo degli epicurei
(V. METODISMO); durante il I sec. d.C., invece,
furono attive la Scuola pneumatica, che si basava sulla concezione del "pneuma"
vitale dei dogmatici alessandrini, e quella eclettica, che tentava di conciliare
le differenti teorie mediche. Se, in questo periodo, Aulo Cornelio Celso e
Pedanio Dioscoride furono i più grandi scrittori di ambito medico,
raccogliendo nelle loro opere il complesso delle nozioni scientifiche e
farmacologiche fino ad allora note, la più rilevante figura di medico,
forse il maggiore dell'antichità, fu Galeno
(V.) di Pergamo (II sec. d.C.). Assumendo le
conoscenze anatomiche e fisiologiche elaborate dalla scuola alessandrina, cui
aggiunse le proprie derivate dalle dissezioni di scimmie e dalla sua finezza di
osservazione, Galeno tracciò un quadro dei sistemi osseo, vascolare,
muscolare e nervoso che restò insuperato fino al Rinascimento. Grande fu
il suo contributo per la conoscenza degli organi interni, quali il cervello (che
definì centro del sistema sensorio), il cuore e il fegato (di cui
riconobbe per primo la funzione ematopoietica). La sua concezione terapeutica
non si discostò molto dalla dottrina umorale ippocratica: essa, in
prevalenza mediante interventi dietetici, doveva ristabilire l'equilibrio fra i
temperamenti corporei alterati da fattori ambientali o patologici. Tuttavia,
proprio grazie alla mole di cognizioni anatomofisiologiche da lui introdotte,
anche la chirurgia fece enormi progressi. L'
Ars medica di Galeno rimase
fino a tutto il Seicento il testo fondamentale nell'esercizio della
m.
Alla sua morte, infatti, la ricerca teorica inaridì e l'insegnamento
della
m. di derivazione galenica si ridusse ad un'operazione di
compendio, segnandone il regresso a pura azione terapeutica. ║
Il
Medioevo: l'influenza ideologica, religiosa e istituzionale del
Cristianesimo, soprattutto nell'Alto Medioevo, operò in direzione di una
sostanziale conservazione delle conoscenze mediche già acquisite
(necessarie all'imperativo morale del soccorso agli infermi), anche con il
costituirsi dei primi centri assistenziali di tipo ospedaliero; nel medesimo
tempo, e in un'ottica di valorizzazione dell'
infirmitas come strumento di
espiazione dei peccati e di fede negli interventi miracolosi, inibì la
ricerca e l'autonomia del sapere medico. Sorsero anche centri di addestramento a
carattere laico, fra cui emerse per importanza la Scuola di Salerno (IX-XIII
sec.). Qui, pur non registrandosi reali progressi scientifici, vennero stabiliti
precisi
curricula formativi dei professionisti e, grazie al carattere
laico dell'istituto, raccolti e compendiati i contributi alla
m.
provenienti anche dalla cultura araba. Dalla Scuola salernitana furono prodotti
manuali di diagnostica e di terapia, di igiene, di dietetica e di deontologia
professionale, e vennero diffusi i manuali di Avicenna (il
Canon totius
medicinae, dove si procedeva all'integrazione delle dottrine mediche
ippocratiche e galeniche con quelle biologiche aristoteliche), le opere
farmacologiche di Maimonide, gli studi di oftalmologia, ecc. Il divieto per gli
uomini di Chiesa di studiare e praticare la professione ebbe l'effetto di una
sua più radicale laicizzazione: essa venne rigidamente regolamentata (con
l'istituzione di esami e di corporazioni, con la promulgazione di leggi per
l'esercizio dell'attività), definita disciplinarmente (stabilendone la
collocazione epistemologica in rapporto alle arti liberali o a quelle
meccaniche), accolta nelle università dove, in alcuni centri come
Bologna, Padova, Montpellier, assunse un ruolo guida nella produzione culturale.
La definizione disciplinare e professionale contribuì a una lenta ripresa
anche della ricerca medica: se anatomia e fisiologia non riuscirono ad
affrancarsi dai dogmi galenici, progredirono le osservazioni cliniche, le
classificazioni terapeutiche secondo la topologia anatomica (
a capite usque
ad calcem: partendo dalla testa fino ai piedi), la funzionalità, la
condizione sociale. Anche la chirurgia registrò delle innovazioni, come
l'introduzione del coltello in luogo del cauterio o i primi tentativi di narcosi
operatoria. Inoltre, grazie alle prime concessioni per la dissezione di cadaveri
legate alla necessità di autopsie giudiziarie, prese impulso lo studio
dell'anatomia umana con Mondino de' Liuzzi. Durante l'epidemia di peste del
1348, infine, si adottarono per la prima volta importanti misure igieniche (tra
cui l'istituzione della
quarantena) che inaugurarono l'intervento
pubblico nella politica sanitaria a tutela del benessere sociale. Alla fine del
Quattrocento, il diffondersi della letteratura scientifica con l'invenzione
della stampa e la nuova curiosità intellettuale originata dal clima
culturale umanistico favorì una prima e parziale revisione critica del
galenismo dominante. ║
Dal Rinascimento al XVIII sec.: se a
Leonardo spetta il merito di aver realizzato una vera e propria iconografia
anatomica in piena autonomia rispetto alla tradizione, l'intero Cinquecento fu
il secolo dell'emancipazione della ricerca medica. Con il
De humani corporis
fabrica, Andrea Vesalio superò la concezione anatomica di Galeno,
seguito poi da Falloppio, Fabrici d'Acquapendente, Aranzio, Eustachi. La
fisiologia definì nuovi campi di indagine con gli studi di R. Colombo e
A. Cesalpino e, più tardi, G. Harvey (1628) sulla circolazione sanguigna;
la farmacologia fu audacemente innovata da Paracelso, che per primo
subordinò la scelta terapeutica alla conoscenza dell'agente causale di
una specifica affezione. La concezione ontologica dell'agente causale fu
efficacemente ripresa in campo epidemiologico da G. Fracastoro, che
spiegò la diffusione delle malattie infettive come opera di agenti
esterni (anche se non ancora riconosciuti come viventi): teoria confermata tre
secoli dopo dalle ricerche di L. Pasteur. Il Seicento fu positivamente segnato
dalla crescita delle scienze biologiche, grazie alla scoperta del microscopio
unitamente alla generale applicazione del metodo sperimentale. Nacquero
l'istologia, la microbiologia, la parassitologia e la biologia sperimentale
mentre, in campo più generico, si tendeva ad applicare anche alla
m. metodiche proprie delle cosiddette scienze esatte. Ugualmente
progredirono l'anatomia (scoperta dei vasi chiliferi), la fisiologia (apparato
uditivo), la terapia (introduzione del chinino e della digitale), l'ostetricia
(introduzione del forcipe), l'igiene (profilassi delle malattie infettive).
Durante il Settecento si delinearono, in
m., due linee di pensiero: il
razionalismo - deduzione logica e teoria - e l'empirismo - descrizione e
raccolta dei dati. Sarà la seconda via, libera dalla presunzione di
elaborare sistemi in grado di spiegare tutti i fenomeni di ambito medico, a
porre le fondamenta del futuro trionfo del metodo sperimentale. Uno dei suoi
massimi rappresentanti fu G.B. Morgagni, che verificò il legame
intercorrente fra lesione organica e manifestazione clinica, concetto base
dell'anatomia patologica (
De sedibus et causis morborum per anatomen
indagatis). In campo fisiologico, a von Haller si devono gli studi sulla
funzionalità del sistema nervoso, mentre L. Spallanzani, descrivendo il
meccanismo della fecondazione, invalidò definitivamente la teoria della
generazione spontanea. I fenomeni di urbanizzazione di massa, inoltre, spinsero
a un maggior interesse nei confronti di igiene e profilassi, con la diffusione
di norme preventive e di assistenza ai malati. Mentre, nel 1796, E. Jenner
precorse la vaccinoterapia con la pratica della vaccinazione antivaiolosa,
crebbero, a partire dall'assunto che la tutela della sanità pubblica
è un compito dello Stato, i servizi sanitari statali. ║
I secc.
XIX e XX: nell'Ottocento, grazie alle nuove nozioni acquisite dalla fisica e
dalla chimica, si aprirono nuove possibilità di indagine anche in campo
medico. La teoria cellulare di T. Schwann (1839) e la patologia cellulare di R.
Virchow (1858) ebbero ragione dei residui di credibilità della dottrina
umorale ippocratica, mentre L. Pasteur e R. Koch dedicarono la loro opera alla
microbiologia. A tale disciplina si collegarono poi gli studi immunologici con
la sieroterapia e la vaccinoterapia. Con la seconda metà del secolo anche
gli studi di endocrinologia produssero esiti interessanti, mentre la pratica
chirurgica cominciò a valersi di anestesia, asepsi e antisepsi. In
seguito al rapido succedersi di scoperte e di innovazioni tecniche, si
delinearono, a partire dalla chirurgia generale e dalla
m. generale,
nuove e autonome branche specialistiche: urologia, ortopedia,
otorinolaringologia, oculistica (V. SINGOLE VOCI).
La rapidità nell'evoluzione della scienza medica e la sempre più
marcata specializzazione delle branche che la costituiscono rendono difficile la
composizione di un quadro d'insieme della
m. del XX sec. La
strumentazione diagnostica e terapeutica di molte discipline si è valsa
delle nuove conoscenze della chimica e della fisica, ottenendo così
grandi risultati in relazione alle patologie di loro pertinenza. La radiologia,
ad esempio, ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento di gravi patologie
tumorali; altrettanto valore rivestono, in altre situazioni,
l'elettroencefalogramma e l'elettrocardiogramma; l'analisi chimica, infine, ha
dispiegato in questi decenni tutta la sua utilità nel vasto campo
diagnostico delle disfunzioni organiche. Anche la capacità di intervento
della chirurgia si è molto estesa, essendo ormai possibile operare
direttamente su qualsiasi regione corporea ed effettuare trapianti di molti
organi indispensabili alla sopravvivenza (cuore, reni, fegato, ecc.). La
vaccinoprofilassi su larga scala ha praticamente debellato malattie epidemiche e
mortali (vaiolo, difterite, poliomelite), mentre l'introduzione terapeutica
degli antibiotici ha contribuito enormemente alla diminuzione della
mortalità e al prolungamento della vita media dell'uomo, almeno nei Paesi
sviluppati dove più e meglio è applicata la moderna
m. Alle
malattie infettive ormai debellate sono subentrate, d'altra parte, malattie del
sistema cardio-vascolare, degenerative (cancro), neuropsichiche: affezioni
strettamente legate all'ambiente e allo stile di vita. Su di esse si concentra
oggi la ricerca e la pratica della
m.
PRINCIPALI TAPPE DELLA MEDICINA DALLA PROTOSTORIA AI GIORNI NOSTRI
|
XX sec. a.C.
|
Il codice di Hammurabi stabilisce il complesso dei doveri inerente la
categoria professionale dei medici e i compensi per le loro
prestazioni
|
1550 a.C.
|
Il papiro Ebers rappresentar la prima testimonianza scritta di argomento
esclusivamente medico
|
prima metà V sec.a.C.
|
Ippocrate elabora la teoria secondo la quale lo stato di salute dipende
dall'equilibrio di quattro umori fondamentali. Nel giuramento ad Apollo
stabilisce norme deontologiche che vengono tuttora osservate.
|
I sec. d.C.
|
L'operaDe medicina di Auro Cornelio Celso, rappresenta la
prima storia della medicina.
|
129-251
|
Galeno compie esperimenti vivisettori su animali che gli permettono di
pervenire a importanti scoperte nel campo dell'anatomia e della
fisiologia.
|
980-1037
|
Il Canone di medicina di Avicenna fornisce una raccolta delle
più importanti conoscenze riguardanti l'anatomia, la fisiologia e
la farmacologia.
|
1126-98
|
Averroè compila ilColliget, opera in 7 volumi nella quale
sono affrontate tematiche riguardanti l'anatomia, la fisiologia, la
farmacologia e la chirurgia.
|
secc. X-XI
|
Si afferma la Scuola medica salernitana e si avvia il processo di graduale
sostituzione della medicina monastica con la medicina laica.
|
1490
|
Viene realizzato il primo teatro anatomico da A. Benedetti, presso
l'università di Padova, dove si tengono pubbliche
esercitazioni.
|
1452-1512
|
Leonardo da Vinci studia il corpo umano e realizza tavole
anatomiche.
|
1499-1541
|
Paracelso confuta alcune affermazioni di Galeno, sottolineando
l'importanza dell'osservazione clinica.
|
1517-90
|
Il medico francese A. Paré ricorre alla pratica
dell'allacciamento delle arterie nel corso delle operazioni
chirurgiche.
|
1519-1603
|
Cesalpino osserva che la purificazione del sangue avviene attraverso i
polmoni.
|
1628
|
W. Harvey fornisce una descrizione completa della circolazione sanguigna e
del funzionamento del cuore.
|
1628-94
|
M. Malpighi si serve dell'indagine microscopica, scopre i globuli
rossi del sangue, inizia ricerche embriologiche.
|
1662-1771
|
G.B. Morgagni pone le basi per la moderna anatomia patologica inaugurando
il metodo della dissezione del cadavere.
|
1729-99
|
L. Spallanzani compie studi di grande rilevanza sulla digestione e sulla
fisiologia dell'apparato circolatorio.
|
1750
|
J. Daviel realizza la prima estrazione chirurgica della
cataratta.
|
1749-1823
|
E. Jenner introduce la tecnica preventiva della vaccinazione
antivaiolosa.
|
1781-1827
|
R.Th.H. Laennec progetta e realizza il primo stetoscopio.
|
1822-95
|
L. Pasteur compie ricerche di microbiologia e fornisce la spiegazione
scientifica alla vaccinazione jenneriana.
|
1825-93
|
J.M. Charcot conduce i primi studi sull'isterismo ed è il
fondatore della moderna neuropatologia.
|
1827-1912
|
J. Lister introduce la tecnica sull'antisepsi chirurgica.
|
1843-1910
|
R. Koch scopre nel 1882 il bacillo della tubercolosi.
|
1846
|
Morton e Jackson utilizzano etere solforico per l'anestesia
generale.
|
1847
|
J.Y. Simpson divulga in Europa la narcosi con etere e
cloroformio.
|
1849-1936
|
I.P. Pavlov, nel 1904, riceve il premio Nobel per i suoi studi sui riflessi
condizionati e sulla fisiologia della digestione.
|
1855
|
Th. Addison compie importanti studi sulle ghiandole surrenali, che
garantiscono il fondamento della moderna endocrinologia.
|
1880
|
Ch.L.A. Laveran individua e descrive il parassita della malaria.
|
1882
|
Forlanini suggerisce il ricorso allo pneumotorace artificiale nella cura
della tubercolosi polmonare.
|
1894
|
Il bacillo della peste viene scoperto dallo svizzero A.J.É Yersin e
dal giapponese S. Kitasato.
|
1854-1917
|
E. von Behring prepara il primo siero antidifterico.
|
1856-1939
|
S. Freud fonda la scuola psicanalitica.
|
1896
|
W.C. Röntgen scopre i raggi X.
|
1905
|
Fr.R. Schaudinn Fitz identifica la spirocheta pallida, agente della
sifilide.
|
1908
|
P. Ehrlich riceve il premio Nobel per i suoi studi sulla
chemioterapia.
|
1919
|
F.G. Banting e C.H. Best isolano l'insulina e studiano le sue
proprietà fisiologiche.
|
1928-29
|
Fleming scopre l'attività antibiotica della
penicillina.
|
1929
|
W. Forsmann compie esperimenti sulla cateterizzazione del cuore; i suoi
studi vengono ripresi in seguito da D.W. Richards e A. Coumand.
|
1940
|
K. Lansteiner e A.S. Wiener scoprono il fattore Rh.
|
1942
|
S.A. Waksman scopre la streptomicina e la neomicina.
|
1953
|
A:B. Sabin scopre il vaccino antipoliomielitico.
|
1953
|
J.D. Watson e F.H.C. Crick propongono il modello del DNA caratterizzato da
due catene avvolte a elica, unite da legami idrogeno tra le purine e le
pirimidine.
|
1966
|
Premio Nobel e P. Rous per la scoperta del primo retrovirus.
|
1967
|
Richard Barnard esegue il primo trapianto cardiaco
sull'uomo.
|
1970
|
D.S. Dane identifica il virione completo del virus dell'epatite
B.
|
1973
|
P. Lanterbur elabora i fondamenti teorici per la realizzazione della
tomografia e risonanza magnetica nucleare (NMR).
|
1974
|
Impiego delle fibre ottiche negli endoscopi.
|
1975
|
Impiego degli ultrasuoni nella diagnostica cardiologica.
|
1978
|
R.C. Gallo individua il primo virus che induce tumore nell'uomo,
l'HTLV-1.
|
1983
|
L. Montaigner e R. Gallo scoprono il retrovirus
dell'immunoideficienza umana (HIV), agente responsabile
dell'AIDS.
|
1984
|
Due società di biotecnologia clonano il gene
dell'emofilia.
|
1986
|
R.L. Montalcini riceve il premio Nobel per i suoi studi sul fattore di
crescita delle cellule nervose (NGF).
|
1987
|
Allo scienziato giapponese Susumu Tonegawa viene assegnato il premio Nobel
per la sua scoperta sulle difese immunitarie dell'organismo.
|
1996
|
L'australiano Peter Doherty e lo svizzero Rolf Zinkernagel ricevono
il premio Nobel per i loro studi sul sistema immunitario.Individuata la proteina
che dalla superficie dello spermatozoo attiva la cellula uovo modificandone la
concentrazione di calcio: oscillina
|
1997
|
L'americano Stanley B. Prusiner riceve il premio Nobel per la
scoperta dei prioni, gli agenti infettivi che provocano la “encefalopatia
spongiforme bovina”, comunemente detta “morbo della mucca
pazza”.All'Istituto Roslin di Edimburgo nasce Dolly, il primo clone
di una pecora adulta
|
1999
|
L'équipe statunitense coordinata da Deepak Srivastava
identifica il gene della sindrome di Di George, causa di malformazioni
cardiache.
|
2000
|
Presentata la mappa del genoma umano di cui è stato decifrato il
97%
|