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Medicina.

Scienza finalizzata allo studio delle malattie, alla loro cura e prevenzione. Il complesso di pratiche, di conoscenze e di esperienze destinate alla diagnosi delle malattie e alle terapie adeguate ad ottenere la guarigione. ║ Per estens. - Facoltà universitaria sede dell'insegnamento e della ricerca sulle scienze mediche. ║ La professione di medico, l'attività medica. ║ Preparazione medicamentosa o farmacologica. ║ M. popolare: complesso di atti, nozioni, comportamenti, ecc., di ascendenza antica e tradizionale, per lo più estranei ad una dimensione scientifica nella cura delle affezioni, e tuttavia orientati a ristabilire una condizione di salute o a prevenire situazioni di disagio e malattie. ║ Fig. - Rispetto a mali e dolori non fisici, ciò che si ritiene di cura e rimedio. • Encicl. - Attualmente dotata di una struttura dottrinale complessa e costantemente in fieri, sostanziata e affiancata da una enorme massa di conoscenze diagnostiche e terapeutiche, la m. si vale essenzialmente del metodo sperimentale, in base al quale applica le proprie soluzioni, valuta i risultati e verifica le proprie ipotesi. La moderna scienza medica è abitualmente distinta in: m. interna, ossia la clinica medica, finalizzata alla conoscenza e cura delle alterazioni del metabolismo o della funzionalità degli organi e degli apparati interni, la cui terapia sia farmacologica e non chirurgica; m. chirurgica (V. CHIRURGIA); m. preventiva, a sua volta comprensiva dell'igiene (V.) e della profilassi (V.), il cui carattere più che scientifico è formativo ed educativo, proponendo l'assunzione di comportamenti e stili di vita atti a prevenire l'insorgere, di volta in volta, di patologie, traumi, ecc.; m. veterinaria (V. VETERINARIA), che ha per oggetto la diagnosi e la cura delle malattie degli animali. ║ Come parte di una locuzione, in unione cioè ad altre determinazioni, il termine m. indica differenti settori della scienza medica o suoi particolari indirizzi (m. omeopatica, m. psicosomatica, ecc.), aspetti particolari della prassi (m. operatoria), precisi ambiti problematici (m. tropicale, m. militare, m. scolastica, m. infortunistica, m. del lavoro, m. sportiva). ║ M. del lavoro: V. LAVORO. ║ M. legale: ramo specialistico, privo di scopi terapeutici, che si occupa in generale dei rapporti fra la m. e il diritto. Da ciò consegue l'ampio raggio di azione di tale disciplina, che riguarda svariati settori dell'attività umana. Essa si occupa, ad esempio, in ambito penale degli accertamenti necessari in caso di morte violenta, in ambito sociale di infortunistica e cause assicurative (in collaborazione con la m. del lavoro), più in generale di tutti gli accertamenti necessari, dal punto di vista medico-sanitario, alle attività giudiziarie e forensi. Alla m. legale compete, infine, anche la riflessione teorica e dottrinale con la quale la scienza medica può contribuire all'evoluzione del diritto (m. giuridica). • St. - Le origini della m.: in quanto complesso di pratiche dirette alla guarigione, la m. è antica quanto l'uomo. Presso le popolazioni preistoriche (ma anche presso i popoli primitivi a noi contemporanei) la m. ebbe un carattere essenzialmente magico-religioso, che tendeva ad attribuire la malattia a cause soprannaturali: essa era concepita come un maleficio causato da spiriti o da nemici che, come tale, andava contrastato mediante atti di uguale valore magico ma di segno positivo (esorcismi, purificazioni, controfatture). Anche la maggior parte degli interventi chirurgici, attestati dai ritrovamenti a partire dall'ultimo Paleolitico, pur avendo forse una qualche finalità terapeutica, erano innanzi tutto a carattere religioso (circoncisione, infibulazione) o esorcistico (trapanazione del cranio per estrarre spiriti maligni, amputazioni, incisioni di ascessi). Ristabilire l'equilibrio fra microcosmo (il corpo del malato) e macrocosmo era, ovviamente, operazione consentita a pochi individui che assumevano il compito di mediatori fra gli uomini e l'imperscrutabile soprannaturale: i medici erano prima di tutto "maghi" che, organizzati in caste chiuse, giunsero alla scoperta delle virtù terapeutiche di alcune erbe, degli elementi naturali e alla pratica di una rudimentale m. sperimentale. Le conoscenze acquisite, trasmesse rigidamente per via esoterica, originarono le prime classificazioni delle malattie, cui si affiancarono sperimentazioni terapeutiche sempre più sicure. I primi documenti scritti relativi alla pratica medica risalgono alle civiltà babilonese ed egizia (II-I millennio a.C.). In essi la m. appare come una delle attività sacerdotali minori, strettamente connessa a credenze magico-religiose, ma in progressiva specializzazione grazie alle conoscenze che si andavano accumulando attraverso l'osservazione dei malati, i riti di imbalsamazione, la chirurgia militare, ecc. Il Codice di Hammurabi (1700 a.C.) fissava gli onorari dei chirurghi ma anche dettagliate punizioni in caso di danno ai pazienti. Alla civiltà egizia risale, tra gli altri, il prezioso papiro di Ebers (1550 a.C. circa), che ci ha conservato più di 1.000 ricette di preparati farmacologici, corredati da precetti igienici e descrizioni di interventi chirurgici. La m. cinese, che influì in modo evidente su quella giapponese, raggiunse una vasta conoscenza farmacologica coniugata ad originali pratiche terapeutiche, quali l'agopuntura, ma era quasi digiuna di nozioni anatomiche. Anche la m. dell'India antica, a causa del radicato tabù religioso, si astenne dall'indagine anatomica, tuttavia approfondì la dimensione profilattica e igienica e la riflessione sugli eventi patologici. I documenti più antichi sull'argomento a noi pervenuti da questa cultura sono però piuttosto tardi (V sec. a.C.) e forse già contaminati dal pensiero greco. ║ Il mondo greco: l'assenza di una forte componente teocratico-sacrale, che attraverso la classe sacerdotale controllasse strettamente le acquisizioni scientifiche e le pratiche "professionali", consentì la fioritura nella civiltà ellenica di una m. laica. Ai sacerdoti guaritori che operavano nei santuari delle divinità e agli sciamani con le loro pratiche magico-superstiziose, si aggiunsero, fin dai tempi di Omero, professionisti attivi presso i palazzi dei signori e nelle città, la cui autorevolezza andò aumentando al crescere della loro competenza ed efficacia dottrinale e terapeutica. Solo a partire da questo contesto si può cominciare a parlare della m. come di una disciplina razionale, autonoma, dotata di un proprio corpus di conoscenze e di tecniche specifiche. Ad Alcmeone di Crotone (VI-V sec. a.C.) si devono i primi studi di carattere biologico e di anatomia scientifica (la tradizione vuole che fosse il primo ad applicare la vivisezione su animali), condotti secondo il metodo congetturale, nei quali indicò il cervello come sede delle sensazioni. Anassagora di Clazomene (V sec. a.C.) affermò per primo che la natura è un organismo autonomo e complesso, immune ad interventi "magici", ma efficacemente indagabile dal medico secondo criteri logici e razionali. Attraverso i momenti della anamnesi, della diagnosi e della prognosi, è dunque possibile interpretare e prevedere l'andamento di un'affezione e orientarla con un'adeguata terapia verso la guarigione. La visione interrelata e complessa dei fenomeni biologici e morbosi fu caratteristica della Scuola di Coo, di cui l'esponente più rappresentativo fu Ippocrate (V sec. a.C.). A lui risale l'elaborazione della dottrina "umorale", secondo cui lo stato di salute e quello di malattia dipendevano da una mescolanza, rispettivamente armonica o alterata, degli umori fondamentali del corpo collegati anche all'ambiente esterno, alle condizioni igieniche di vita, a quelle meteorologiche, ecc. Da questa visione fondamentale derivava anche la scelta terapeutica, che operava prevalentemente in ambito igienico (ginnastica, bagni, massaggi) e dietetico, ma quasi per nulla in quello chirurgico e blandamente in quello farmacologico. Caratteristica dei medicamenti proposti dalla scuola ippocratica era la sostanziale innocuità: essi dovevano solo intensificare e assecondare le naturali difese del corpo umano, in attesa che la natura guaritrice operasse autonomamente. Ad Ippocrate, ancora, si deve sia l'introduzione di un esame clinico e metodico del paziente (che prevedeva un interrogatorio minuzioso, ispezione, palpazione, percussione e una rudimentale auscultazione), sia la prima codificazione della deontologia medica che, attraverso il celebre Giuramento di Ippocrate, mantiene a tutt'oggi una validità morale. Alla morte di Ippocrate la scuola, tenendo saldi i principi fondamentali, contribuì con nuovi elementi alla scienza medica, specialmente durante il IV sec. a.C., con le prime nozioni anatomiche. In questo settore gli studi si approfondirono, per lo più, nell'ambito della scuola alessandrina del III sec. a.C., grazie ad Erofilo ed Erasistrato e ai loro studi anatomopatologici e sulla morfologia del sistema nervoso. Per questa scuola, detta dogmatica, la terapia doveva basarsi sulla conoscenza dell'anatomia e della fisiologia dell'organo colpito da affezione. ║ Il mondo romano: come in numerosi campi del sapere intellettuale, anche in quello medico il mondo romano fu condizionato da quello greco. A lungo, e solo a partire dal III sec. a.C., a Roma operarono solo medici greci, mentre vere e proprie scuole sorsero assai tardi: nella metà del I sec. a.C. si affermò la Scuola metodica, ispirata all'atomismo degli epicurei (V. METODISMO); durante il I sec. d.C., invece, furono attive la Scuola pneumatica, che si basava sulla concezione del "pneuma" vitale dei dogmatici alessandrini, e quella eclettica, che tentava di conciliare le differenti teorie mediche. Se, in questo periodo, Aulo Cornelio Celso e Pedanio Dioscoride furono i più grandi scrittori di ambito medico, raccogliendo nelle loro opere il complesso delle nozioni scientifiche e farmacologiche fino ad allora note, la più rilevante figura di medico, forse il maggiore dell'antichità, fu Galeno (V.) di Pergamo (II sec. d.C.). Assumendo le conoscenze anatomiche e fisiologiche elaborate dalla scuola alessandrina, cui aggiunse le proprie derivate dalle dissezioni di scimmie e dalla sua finezza di osservazione, Galeno tracciò un quadro dei sistemi osseo, vascolare, muscolare e nervoso che restò insuperato fino al Rinascimento. Grande fu il suo contributo per la conoscenza degli organi interni, quali il cervello (che definì centro del sistema sensorio), il cuore e il fegato (di cui riconobbe per primo la funzione ematopoietica). La sua concezione terapeutica non si discostò molto dalla dottrina umorale ippocratica: essa, in prevalenza mediante interventi dietetici, doveva ristabilire l'equilibrio fra i temperamenti corporei alterati da fattori ambientali o patologici. Tuttavia, proprio grazie alla mole di cognizioni anatomofisiologiche da lui introdotte, anche la chirurgia fece enormi progressi. L'Ars medica di Galeno rimase fino a tutto il Seicento il testo fondamentale nell'esercizio della m. Alla sua morte, infatti, la ricerca teorica inaridì e l'insegnamento della m. di derivazione galenica si ridusse ad un'operazione di compendio, segnandone il regresso a pura azione terapeutica. ║ Il Medioevo: l'influenza ideologica, religiosa e istituzionale del Cristianesimo, soprattutto nell'Alto Medioevo, operò in direzione di una sostanziale conservazione delle conoscenze mediche già acquisite (necessarie all'imperativo morale del soccorso agli infermi), anche con il costituirsi dei primi centri assistenziali di tipo ospedaliero; nel medesimo tempo, e in un'ottica di valorizzazione dell'infirmitas come strumento di espiazione dei peccati e di fede negli interventi miracolosi, inibì la ricerca e l'autonomia del sapere medico. Sorsero anche centri di addestramento a carattere laico, fra cui emerse per importanza la Scuola di Salerno (IX-XIII sec.). Qui, pur non registrandosi reali progressi scientifici, vennero stabiliti precisi curricula formativi dei professionisti e, grazie al carattere laico dell'istituto, raccolti e compendiati i contributi alla m. provenienti anche dalla cultura araba. Dalla Scuola salernitana furono prodotti manuali di diagnostica e di terapia, di igiene, di dietetica e di deontologia professionale, e vennero diffusi i manuali di Avicenna (il Canon totius medicinae, dove si procedeva all'integrazione delle dottrine mediche ippocratiche e galeniche con quelle biologiche aristoteliche), le opere farmacologiche di Maimonide, gli studi di oftalmologia, ecc. Il divieto per gli uomini di Chiesa di studiare e praticare la professione ebbe l'effetto di una sua più radicale laicizzazione: essa venne rigidamente regolamentata (con l'istituzione di esami e di corporazioni, con la promulgazione di leggi per l'esercizio dell'attività), definita disciplinarmente (stabilendone la collocazione epistemologica in rapporto alle arti liberali o a quelle meccaniche), accolta nelle università dove, in alcuni centri come Bologna, Padova, Montpellier, assunse un ruolo guida nella produzione culturale. La definizione disciplinare e professionale contribuì a una lenta ripresa anche della ricerca medica: se anatomia e fisiologia non riuscirono ad affrancarsi dai dogmi galenici, progredirono le osservazioni cliniche, le classificazioni terapeutiche secondo la topologia anatomica (a capite usque ad calcem: partendo dalla testa fino ai piedi), la funzionalità, la condizione sociale. Anche la chirurgia registrò delle innovazioni, come l'introduzione del coltello in luogo del cauterio o i primi tentativi di narcosi operatoria. Inoltre, grazie alle prime concessioni per la dissezione di cadaveri legate alla necessità di autopsie giudiziarie, prese impulso lo studio dell'anatomia umana con Mondino de' Liuzzi. Durante l'epidemia di peste del 1348, infine, si adottarono per la prima volta importanti misure igieniche (tra cui l'istituzione della quarantena) che inaugurarono l'intervento pubblico nella politica sanitaria a tutela del benessere sociale. Alla fine del Quattrocento, il diffondersi della letteratura scientifica con l'invenzione della stampa e la nuova curiosità intellettuale originata dal clima culturale umanistico favorì una prima e parziale revisione critica del galenismo dominante. ║ Dal Rinascimento al XVIII sec.: se a Leonardo spetta il merito di aver realizzato una vera e propria iconografia anatomica in piena autonomia rispetto alla tradizione, l'intero Cinquecento fu il secolo dell'emancipazione della ricerca medica. Con il De humani corporis fabrica, Andrea Vesalio superò la concezione anatomica di Galeno, seguito poi da Falloppio, Fabrici d'Acquapendente, Aranzio, Eustachi. La fisiologia definì nuovi campi di indagine con gli studi di R. Colombo e A. Cesalpino e, più tardi, G. Harvey (1628) sulla circolazione sanguigna; la farmacologia fu audacemente innovata da Paracelso, che per primo subordinò la scelta terapeutica alla conoscenza dell'agente causale di una specifica affezione. La concezione ontologica dell'agente causale fu efficacemente ripresa in campo epidemiologico da G. Fracastoro, che spiegò la diffusione delle malattie infettive come opera di agenti esterni (anche se non ancora riconosciuti come viventi): teoria confermata tre secoli dopo dalle ricerche di L. Pasteur. Il Seicento fu positivamente segnato dalla crescita delle scienze biologiche, grazie alla scoperta del microscopio unitamente alla generale applicazione del metodo sperimentale. Nacquero l'istologia, la microbiologia, la parassitologia e la biologia sperimentale mentre, in campo più generico, si tendeva ad applicare anche alla m. metodiche proprie delle cosiddette scienze esatte. Ugualmente progredirono l'anatomia (scoperta dei vasi chiliferi), la fisiologia (apparato uditivo), la terapia (introduzione del chinino e della digitale), l'ostetricia (introduzione del forcipe), l'igiene (profilassi delle malattie infettive). Durante il Settecento si delinearono, in m., due linee di pensiero: il razionalismo - deduzione logica e teoria - e l'empirismo - descrizione e raccolta dei dati. Sarà la seconda via, libera dalla presunzione di elaborare sistemi in grado di spiegare tutti i fenomeni di ambito medico, a porre le fondamenta del futuro trionfo del metodo sperimentale. Uno dei suoi massimi rappresentanti fu G.B. Morgagni, che verificò il legame intercorrente fra lesione organica e manifestazione clinica, concetto base dell'anatomia patologica (De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis). In campo fisiologico, a von Haller si devono gli studi sulla funzionalità del sistema nervoso, mentre L. Spallanzani, descrivendo il meccanismo della fecondazione, invalidò definitivamente la teoria della generazione spontanea. I fenomeni di urbanizzazione di massa, inoltre, spinsero a un maggior interesse nei confronti di igiene e profilassi, con la diffusione di norme preventive e di assistenza ai malati. Mentre, nel 1796, E. Jenner precorse la vaccinoterapia con la pratica della vaccinazione antivaiolosa, crebbero, a partire dall'assunto che la tutela della sanità pubblica è un compito dello Stato, i servizi sanitari statali. ║ I secc. XIX e XX: nell'Ottocento, grazie alle nuove nozioni acquisite dalla fisica e dalla chimica, si aprirono nuove possibilità di indagine anche in campo medico. La teoria cellulare di T. Schwann (1839) e la patologia cellulare di R. Virchow (1858) ebbero ragione dei residui di credibilità della dottrina umorale ippocratica, mentre L. Pasteur e R. Koch dedicarono la loro opera alla microbiologia. A tale disciplina si collegarono poi gli studi immunologici con la sieroterapia e la vaccinoterapia. Con la seconda metà del secolo anche gli studi di endocrinologia produssero esiti interessanti, mentre la pratica chirurgica cominciò a valersi di anestesia, asepsi e antisepsi. In seguito al rapido succedersi di scoperte e di innovazioni tecniche, si delinearono, a partire dalla chirurgia generale e dalla m. generale, nuove e autonome branche specialistiche: urologia, ortopedia, otorinolaringologia, oculistica (V. SINGOLE VOCI). La rapidità nell'evoluzione della scienza medica e la sempre più marcata specializzazione delle branche che la costituiscono rendono difficile la composizione di un quadro d'insieme della m. del XX sec. La strumentazione diagnostica e terapeutica di molte discipline si è valsa delle nuove conoscenze della chimica e della fisica, ottenendo così grandi risultati in relazione alle patologie di loro pertinenza. La radiologia, ad esempio, ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento di gravi patologie tumorali; altrettanto valore rivestono, in altre situazioni, l'elettroencefalogramma e l'elettrocardiogramma; l'analisi chimica, infine, ha dispiegato in questi decenni tutta la sua utilità nel vasto campo diagnostico delle disfunzioni organiche. Anche la capacità di intervento della chirurgia si è molto estesa, essendo ormai possibile operare direttamente su qualsiasi regione corporea ed effettuare trapianti di molti organi indispensabili alla sopravvivenza (cuore, reni, fegato, ecc.). La vaccinoprofilassi su larga scala ha praticamente debellato malattie epidemiche e mortali (vaiolo, difterite, poliomelite), mentre l'introduzione terapeutica degli antibiotici ha contribuito enormemente alla diminuzione della mortalità e al prolungamento della vita media dell'uomo, almeno nei Paesi sviluppati dove più e meglio è applicata la moderna m. Alle malattie infettive ormai debellate sono subentrate, d'altra parte, malattie del sistema cardio-vascolare, degenerative (cancro), neuropsichiche: affezioni strettamente legate all'ambiente e allo stile di vita. Su di esse si concentra oggi la ricerca e la pratica della m.

PRINCIPALI TAPPE DELLA MEDICINA DALLA PROTOSTORIA AI GIORNI NOSTRI
XX sec. a.C.
Il codice di Hammurabi stabilisce il complesso dei doveri inerente la categoria professionale dei medici e i compensi per le loro prestazioni
1550 a.C.
Il papiro Ebers rappresentar la prima testimonianza scritta di argomento esclusivamente medico
prima metà V sec.a.C.
Ippocrate elabora la teoria secondo la quale lo stato di salute dipende dall'equilibrio di quattro umori fondamentali. Nel giuramento ad Apollo stabilisce norme deontologiche che vengono tuttora osservate.
I sec. d.C.
L'operaDe medicina di Auro Cornelio Celso, rappresenta la prima storia della medicina.
129-251
Galeno compie esperimenti vivisettori su animali che gli permettono di pervenire a importanti scoperte nel campo dell'anatomia e della fisiologia.
980-1037
Il Canone di medicina di Avicenna fornisce una raccolta delle più importanti conoscenze riguardanti l'anatomia, la fisiologia e la farmacologia.
1126-98
Averroè compila ilColliget, opera in 7 volumi nella quale sono affrontate tematiche riguardanti l'anatomia, la fisiologia, la farmacologia e la chirurgia.
secc. X-XI
Si afferma la Scuola medica salernitana e si avvia il processo di graduale sostituzione della medicina monastica con la medicina laica.
1490
Viene realizzato il primo teatro anatomico da A. Benedetti, presso l'università di Padova, dove si tengono pubbliche esercitazioni.
1452-1512
Leonardo da Vinci studia il corpo umano e realizza tavole anatomiche.
1499-1541
Paracelso confuta alcune affermazioni di Galeno, sottolineando l'importanza dell'osservazione clinica.
1517-90
Il medico francese A. Paré ricorre alla pratica dell'allacciamento delle arterie nel corso delle operazioni chirurgiche.
1519-1603
Cesalpino osserva che la purificazione del sangue avviene attraverso i polmoni.
1628
W. Harvey fornisce una descrizione completa della circolazione sanguigna e del funzionamento del cuore.
1628-94
M. Malpighi si serve dell'indagine microscopica, scopre i globuli rossi del sangue, inizia ricerche embriologiche.
1662-1771
G.B. Morgagni pone le basi per la moderna anatomia patologica inaugurando il metodo della dissezione del cadavere.
1729-99
L. Spallanzani compie studi di grande rilevanza sulla digestione e sulla fisiologia dell'apparato circolatorio.
1750
J. Daviel realizza la prima estrazione chirurgica della cataratta.
1749-1823
E. Jenner introduce la tecnica preventiva della vaccinazione antivaiolosa.
1781-1827
R.Th.H. Laennec progetta e realizza il primo stetoscopio.
1822-95
L. Pasteur compie ricerche di microbiologia e fornisce la spiegazione scientifica alla vaccinazione jenneriana.
1825-93
J.M. Charcot conduce i primi studi sull'isterismo ed è il fondatore della moderna neuropatologia.
1827-1912
J. Lister introduce la tecnica sull'antisepsi chirurgica.
1843-1910
R. Koch scopre nel 1882 il bacillo della tubercolosi.
1846
Morton e Jackson utilizzano etere solforico per l'anestesia generale.
1847
J.Y. Simpson divulga in Europa la narcosi con etere e cloroformio.
1849-1936
I.P. Pavlov, nel 1904, riceve il premio Nobel per i suoi studi sui riflessi condizionati e sulla fisiologia della digestione.
1855
Th. Addison compie importanti studi sulle ghiandole surrenali, che garantiscono il fondamento della moderna endocrinologia.
1880
Ch.L.A. Laveran individua e descrive il parassita della malaria.
1882
Forlanini suggerisce il ricorso allo pneumotorace artificiale nella cura della tubercolosi polmonare.
1894
Il bacillo della peste viene scoperto dallo svizzero A.J.É Yersin e dal giapponese S. Kitasato.
1854-1917
E. von Behring prepara il primo siero antidifterico.
1856-1939
S. Freud fonda la scuola psicanalitica.
1896
W.C. Röntgen scopre i raggi X.
1905
Fr.R. Schaudinn Fitz identifica la spirocheta pallida, agente della sifilide.
1908
P. Ehrlich riceve il premio Nobel per i suoi studi sulla chemioterapia.
1919
F.G. Banting e C.H. Best isolano l'insulina e studiano le sue proprietà fisiologiche.
1928-29
Fleming scopre l'attività antibiotica della penicillina.
1929
W. Forsmann compie esperimenti sulla cateterizzazione del cuore; i suoi studi vengono ripresi in seguito da D.W. Richards e A. Coumand.
1940
K. Lansteiner e A.S. Wiener scoprono il fattore Rh.
1942
S.A. Waksman scopre la streptomicina e la neomicina.
1953
A:B. Sabin scopre il vaccino antipoliomielitico.
1953
J.D. Watson e F.H.C. Crick propongono il modello del DNA caratterizzato da due catene avvolte a elica, unite da legami idrogeno tra le purine e le pirimidine.
1966
Premio Nobel e P. Rous per la scoperta del primo retrovirus.
1967
Richard Barnard esegue il primo trapianto cardiaco sull'uomo.
1970
D.S. Dane identifica il virione completo del virus dell'epatite B.
1973
P. Lanterbur elabora i fondamenti teorici per la realizzazione della tomografia e risonanza magnetica nucleare (NMR).
1974
Impiego delle fibre ottiche negli endoscopi.
1975
Impiego degli ultrasuoni nella diagnostica cardiologica.
1978
R.C. Gallo individua il primo virus che induce tumore nell'uomo, l'HTLV-1.
1983
L. Montaigner e R. Gallo scoprono il retrovirus dell'immunoideficienza umana (HIV), agente responsabile dell'AIDS.
1984
Due società di biotecnologia clonano il gene dell'emofilia.
1986
R.L. Montalcini riceve il premio Nobel per i suoi studi sul fattore di crescita delle cellule nervose (NGF).
1987
Allo scienziato giapponese Susumu Tonegawa viene assegnato il premio Nobel per la sua scoperta sulle difese immunitarie dell'organismo.
1996
L'australiano Peter Doherty e lo svizzero Rolf Zinkernagel ricevono il premio Nobel per i loro studi sul sistema immunitario.Individuata la proteina che dalla superficie dello spermatozoo attiva la cellula uovo modificandone la concentrazione di calcio: oscillina
1997
L'americano Stanley B. Prusiner riceve il premio Nobel per la scoperta dei prioni, gli agenti infettivi che provocano la “encefalopatia spongiforme bovina”, comunemente detta “morbo della mucca pazza”.All'Istituto Roslin di Edimburgo nasce Dolly, il primo clone di una pecora adulta
1999
L'équipe statunitense coordinata da Deepak Srivastava identifica il gene della sindrome di Di George, causa di malformazioni cardiache.
2000
Presentata la mappa del genoma umano di cui è stato decifrato il 97%