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Marìa.

Madre di Gesù. Le fonti riguardanti la vita di M. sono i quattro Vangeli canonici, anche se la tradizione cristiana ha tratto altri particolari da scritti apocrifi (quali il Protovangelo di Giacomo) che non sono però considerati veritieri dall'ortodossia. Nata forse 20 anni prima dell'era cristiana, M. era figlia di Anna e Gioacchino, ma non se ne conosce la tribù di appartenenza. Fu fidanzata giovanissima ad un lontano parente, Giuseppe. Secondo il racconto evangelico (Matteo 1, 18; Luca 1, 26-38) durante il fidanzamento ricevette da un angelo l'annuncio dell'incarnazione (V. ANNUNCIAZIONE). Dopo essersi recata presso la cugina Elisabetta, da cui sarebbe nato Giovanni il Battista (Luca 1, 29-36, che attribuisce a M. il canto del Magnificat), M. sposò Giuseppe e visse con lui a Nazareth finché, a causa del censimento voluto da Augusto, si recò a Betlemme per registrarsi e lì partorì il figlio Gesù. La persecuzione di Erode la costrinse a fuggire in Egitto, da cui tornò a Nazareth con la sua famiglia (Matteo 2, 1-15). Solo qualche volta M. compare nella vita pubblica di Gesù, ed in particolare il racconto evangelico ricorda che fu proprio M. a dare occasione al primo miracolo del figlio (Giovanni 2, 1-11 narra il miracolo delle nozze di Cana). Secondo il Vangelo di Giovanni (19, 25-27) si trovava sul Calvario e per gli Atti degli Apostoli era nel cenacolo il giorno di Pentecoste (V.). Tradizioni antiche, ma non canoniche, parlano della sua morte avvenuta a Gerusalemme o a Efeso. • Teol. - Dogmi mariani: le verità di fede relative a M. furono oggetto di riflessione attenta sin dai primi secoli del Cristianesimo a causa della loro stretta connessione con la teologia dell'Incarnazione. Il Concilio di Efeso del 431 affermò il primo dogma mariano, proclamando M., in quanto madre di Gesù Dio incarnato, theotókos (madre di Dio). Tale appellativo si contrapponeva a quello voluto dagli eretici nestoriani Christotókos, cioè madre della sola natura umana di Gesù e non di quella divina. Tale suprema dignità portò i teologi a ritenere M. immune non solo, per una speciale grazia, da colpe attuali ma anche dal peccato originale. Il dogma dell'Immacolata Concezione fu proclamato nel 1854 durante il Concilio Vaticano I da papa Pio IX, ma rispetto ad esso non c'è concordia con le chiese cristiane riformate. Nucleo della mariologia (V.) è però la verginità di M. I Vangeli la affermano (Matteo 1, 18-25; Luca 1, 26-35) esplicitamente in relazione al momento in cui la Vergine concepì per opera di Spirito Santo. Tuttavia la tradizione e il magistero universale della Chiesa hanno sempre insegnato una "verginità perpetua", attuale cioè non solo prima del parto, ma anche durante e dopo. M., nel Concilio del Laterano del 649, fu proclamata aeipárthenos (sempre vergine). Tale affermazione, però, nell'antichità come ancora oggi soprattutto nell'esegesi protestante, ebbe degli oppositori in coloro che limitavano la verginità solo al concepimento, ritenendo che M. potesse aver avuto anche altri figli dopo Gesù. Il dogma della verginità perpetua di M. (a differenza di quello della verginità del concepimento che origina dai primi anni del Cristianesimo) è stato proclamato solo nel 1950, dal Concilio Vaticano II (Lumen Gentium, 57). La teologia cattolica, inoltre, afferma il dogma dell'Assunzione in cielo di M. nell'integrità di anima e corpo. ║ Culto mariano: le principali festività dedicate a M. dalla Chiesa Cattolica sono: Immacolata Concezione (8 dicembre); Madre di Dio (1° gennaio); Annunciazione del Signore (25 marzo); Assunzione (15 agosto); inoltre il mese di maggio è dedicato interamente dalla tradizione cattolica alla Madonna. Due sono le preghiere rivolte in particolare a M.: l'Ave Maria, basata nella sua prima parte direttamente sulle parole del Vangelo, e il Salve Regina, di origine medioevale. • Icon. - V. MADONNA.