Astron. - Corpo celeste e unico satellite naturale della Terra, da cui dista
384.403 km. Il diametro della
L. misura 3.473 km, circa 1/3,6 di quello
della Terra; la superficie della
L. è circa 1/13,5 di quella
terrestre; il volume circa 1/49 di quello del nostro globo; la massa è
1/81,35 di quella della Terra; la sua densità è uguale a 3,33
volte quella dell'acqua. L'orbita della
L. intorno alla Terra presenta
un'eccentricità di 0,0549 e il piano dell'orbita è inclinato
sull'eclittica (orbita della terra intorno al Sole) di 5°9'. I due punti
nei quali la
L., muovendosi nella sua orbita, interseca l'eclittica si
chiamano
nodo ascendente quando essa va da Sud verso Nord, e
nodo
discendente nel caso opposto. Il periodo di rivoluzione della
L.
è detto
mese e, a seconda dei sistemi di riferimento utilizzati,
si possono distinguere un
mese siderale, un
mese anomalistico, un
mese draconico, un
mese sinodico e un
mese tropico. Il mese
siderale (27g 7h 43m 11,5s) è l'intervallo di tempo che la
L.
impiega per compiere una rivoluzione completa intorno alla Terra; il mese
anomalistico (27g 13h 18m 33,2s) è l'intervallo di tempo compreso tra due
passaggi successivi del satellite al perigeo; il mese draconico o draconitico
(27g 5h 5m 35,8s) misura due passaggi successivi della
L. allo stesso
nodo della propria orbita (punto draconico); il mese sinodico o mese lunare (29g
12h 44m 2,9s) è l'intervallo di tempo tra una fase lunare e il ripetersi
della medesima; il mese tropico (27g 7h 43m 4,7s) è l'intervallo di tempo
necessario perché la
L. ripassi alla stessa longitudine. Oltre al
moto di rivoluzione intorno alla Terra, la
L. è dotata di un moto
di rotazione su se stessa intorno ad un asse inclinato di 6°40' sul piano
dell'orbita. Il periodo di rivoluzione e quello di rotazione coincidono,
poiché i due moti avvengono in sincronia, quindi la
L. presenta
alla Terra sempre la stessa faccia. Tuttavia, grazie al fenomeno della
librazione la percentuale di superficie lunare visibile dalla Terra
è circa il 59%, in parte a causa di irregolarità del moto
(
librazione in longitudine), in parte per l'inclinazione dell'asse lunare
rispetto all'orbita del satellite (
librazione in latitudine). Durante il
moto di rivoluzione intorno al nostro pianeta, la
L. si sposta anche
rispetto al Sole modificando l'illuminazione dell'emisfero visibile; tale
fenomeno dà origine alle
fasi lunari che cambiano a seconda della
porzione di superficie lunare illuminata. Si ha
L. piena o
plenilunio, quando l'intera faccia visibile è illuminata;
L.
calante, quando ne sono illuminati i 3/4, dopo il plenilunio;
ultimo
quarto, quando ne è illuminata la metà, dopo il plenilunio;
L. vecchia, quando ne è illuminato solo 1/4, prima del novilunio;
L. nuova o
novilunio, quando l'intera faccia visibile è
buia;
L. crescente, quando ne è illuminato 1/4, dopo il novilunio;
primo quarto, quando ne è illuminata la metà, dopo il
novilunio;
L. gobba, quando ne sono illuminati i 3/4, prima del
plenilunio. La
L. esercita una notevole influenza su alcuni fenomeni
terrestri quali la precessione degli equinozi, la nutazione dell'asse di
rotazione terrestre e le maree ed esercita effetti secondari non precisamente
determinati sul clima e sulla vita animale e vegetale terrestre. ║
Origine della L.: tre sono le principali teorie sull'origine della
L.. La prima risale al secolo scorso e fu proposta da sir George Darwin e
da O. Fischer, secondo i quali la
L. si sarebbe staccata dalla terra per
azione delle maree. Secondo altri studiosi, invece,
L. e Terra si
sarebbero formate contemporaneamente essendo in origine parti dello stesso
protopianeta. La terza teoria, infine, ipotizza una prima fase in cui la Terra e
la
L. si sarebbero formate separatamente (la
L. prima della Terra)
e solo in seguito la Terra avrebbe catturato la
L. nella sua orbita.
║
Superficie della L.: le caratteristiche fisiche della
L. e
gli aspetti della sua superficie sono stati oggetto di studi millenari da parte
dell'uomo. Questi studi hanno permesso di misurare lo spessore della crosta
lunare (circa 60 km nell'emisfero visibile e 100 nella faccia nascosta), di
stabilire l'assenza di atmosfera e di attività orogenetica, di valutare
la forte escursione termica esistente tra le zone illuminate dal Sole (circa 120
°C) e quelle in ombra (circa -150 °C) e di tracciare con abbondanza di
particolari una
geografia lunare. È stato appurato che la
composizione della
L. varia al variare della profondità e si sono
potute distinguere cinque diverse zone. Lo strato più esterno è
costituito da polvere che non supera i pochi centimetri di spessore. Sotto la
polvere vi è uno strato di materiale detto
regolite, spesso da 5 a
20 m. Tale materiale è costituito da frammenti piccolissimi di rocce, da
breccia basaltica e da piccoli corpi vetrosi e rappresenta il prodotto di
numerosi impatti meteoritici sul suolo lunare. Sotto il regolite vi è una
zona di composizione eterogenea, profonda parecchi chilometri, nella quale sono
stati individuati i
mascon (V. OLTRE).
Infine vi è il nucleo, prevalentemente costituito da silicati, che misura
circa 700 km di diametro e raggiunge i 1.500° C di temperatura. Tra i
minerali scoperti sulla
L., solo tre sono risultati sconosciuti sulla
terra; dalla loro struttura cristallina si deduce che devono essersi
solidificati a temperature di circa 1.000°-1.200° C, spesso in
presenza di forti onde d'urto. Altre rocce hanno invece rivelato minime tracce
di elementi gassosi, quali idrogeno, elio, ossigeno e azoto. Ciò ha
fornito una preziosa indicazione sulla possibile origine del satellite, in
quanto ha escluso la possibilità che la
L. si sia formata dalla
condensazione del gas nella nebulosa primordiale (in tal caso non vi sarebbe
più alcuna presenza gassosa), suggerendo invece un originaria
agglomerazione di particelle allo stato solido. Per quanto riguarda la
geografia lunare, già ad occhio nudo è possibile osservare
numerose irregolarità sulla superficie lunare. Si notano infatti macchie
di colore più chiaro e zone più scure, che corrispondono
rispettivamente ai due tipi fondamentali di suolo lunare: i
continenti e
i
mari. In realtà tali nomenclature sono del tutto convenzionali,
essendo la
L. del tutto priva di acqua, e risalgono al XVI e XVII sec.,
quando lo studio della
L. iniziò ad assumere un valore
scientifico. Per mari si intendono dunque distese di rocce basaltiche a basso
potere riflettente (da qui il colore scuro), mentre i continenti, che occupano i
2/3 della faccia visibile e quasi tutta la faccia invisibile, sono costituiti da
anortrositi che contengono un'alta percentuale di composti di alluminio (e
quindi sono di aspetto più chiaro, perché maggiormente
riflettenti). Sia nelle regioni dei mari che in quelle dei continenti sono
presenti formazioni molto caratteristiche, i
crateri e i
circhi,
così chiamati per analogia con quelli terrestri. I crateri sono molto
diffusi sull'intera superficie lunare (se ne contano più di 300.000 solo
sulla faccia visibile) e misurano da 1 a 200 km di diametro. Al centro di tali
crateri si trovano spesso uno o più picchi centrali, aventi la stessa
altezza dell'anello del bordo; altre volte in luogo dei picchi si trovano fori
vulcanici dal bordo elevato. Da alcuni crateri si dipartono poi numerosi
crepacci (
raggi) di varia larghezza e lunghezza. L'origine dei circhi e
dei crateri sembra dovuta alla caduta di grandi e numerosi meteoriti e tale
fenomeno spiegherebbe anche l'esistenza dei
mascon, scoperti nel 1968. I
mascon (acronimo di
mass concentration) sono concentrazioni di massa
metallica, di circa 100 km di diametro, sepolti ad un centinaio di chilometri
sotto la superficie lunare e, data la loro posizione in corrispondenza di bacini
lunari, potrebbero essere interpretati come meteoriti o asteroidi precipitati
sulla
L. ║
Tappe fondamentali per la conquista della L.: la
prima mappa della
L. fu disegnata da Galileo. Dopo di lui, si dedicarono
allo studio della
L. altri astronomi, tra cui ricordiamo J. Hervelius,
che nel 1647, pubblicò una mappa nella quale indicò per la prima
volta i nomi, dei monti lunari; G.B. Riccioli, che disegnò la gran parte
dei crateri e la cui nomenclatura è usata ancora oggi; J.H.
Schröter, che eseguì parecchi rilievi parziali. L'avvento della
fotografia diede un nuovo impulso all'osservazione e allo studio della
L., vennero redatti diversi atlanti e nel 1959 giunsero sulla terra le
prime fotografie della faccia nascosta, riprese dal satellite sovietico
Lunik
III. Altre riprese vennero fatte dalle sonde americane
Ranger e
Lunar Orbiter. Il 25 maggio 1961 ebbe inizio ufficialmente l'attuazione
del programma spaziale americano
Apollo, che prevedeva l'esplorazione
diretta della
L. Dapprima venne costruito il vettore
Saturno e si
organizzò il sistema di sbarco lunare, noto come
LEM
(V.). Vennero poi compiuti numerosi esperimenti
preliminari, tra cui un volo orbitale di 260 ore (Apollo 7, 1968) e una
circumnavigazione della
L. a quota 112 km (Apollo 8, 1968), che
precedettero la storica impresa del 21 luglio 1969: lo sbarco di due uomini,
Neil Armstrong e Edwin Aldrin, sul suolo lunare (Apollo 11). Gli esploratori
lunari prelevarono e riportarono sulla Terra 22 chili di polvere e di rocce
prelevate dal Mare della Tranquillità. Negli anni seguenti ebbero luogo
altre spedizioni sulla
L. tra le quali ricordiamo quella dell'agosto 1971
(Apollo 15), durante la quale venne impiegato per la prima volta il veicolo
lunare
Rover, e quella dell'aprile 1972 (Apollo 16), in cui il LEM
atterrò per la prima volta in una regione montuosa. • Rel. - Nelle
religioni primitive e nella mitologia, la
L. ha ovunque un'importanza
preminente. Il suo periodico crescere e decrescere ha determinato la prima
misurazione del tempo (
calendario) e ha originato un legame tra la
L., il rigenerarsi continuo della natura e il culto dei morti. In
parecchie culture è stata posta in evidenza una relazione tra il ciclo
lunare e il ciclo fisiologico femminile, attribuendo quindi alla
L. il
ruolo di divinità femminile, fecondatrice e protettrice dei parti. Molte
divinità antiche sono in qualche modo divinità lunari, pur non
essendo delle vere personificazioni della
L.: le principali furono
l'egizia Iside, la fenicia Astarte, la greca Selene, la stessa Artemide, nota a
Roma come Diana.
Il primo uomo sulla luna (luglio 1969)
Le fasi lunari
21 luglio 1969: l'uomo sbarca sulla Luna