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Lituània.

Stato (65.300 kmq; 3.425.445 ab.) dell'Europa settentrionale. Confina a Nord con la Lettonia, a Est con la Bielorussia, a Sud con la Polonia e con la enclave russa di Kaliningrad; a Ovest è bagnata dal Mar Baltico. Capitale: Vilnius. Città principali: Kaunas e Klaipeda. Ordinamento: Repubblica monocamerale. Il Consiglio supremo è eletto a suffragio universale; il potere esecutivo è esercitato dal presidente, eletto anch'egli a suffragio universale. Moneta: lita. Lingua ufficiale: lituano; diffuso anche il russo. Religione: cattolica, con minoranze luterane. Popolazione: è costituita in maggioranza da Lituani (79.6%), con importanti minoranze di Russi (9,4%) e Polacchi (7%); sono presenti anche Russi bianchi (1,7%) e Ucraini (1,2%).

GEOGRAFIA

La configurazione e il clima sono uniformi; il terreno è generalmente pianeggiante, con vasti boschi, laghi e numerosi massi erratici. Solo nel Sud si trovano alcuni rilievi morenici marginali. A Occidente si estende una serie di alture minori formate per lo più da morene di fondo lasciate dai ghiacciai all'epoca della loro regressione. Il clima è di transizione tra il sub-atlantico e quello continentale russo; scarsa l'influenza del mare. Il fiume più importante è il Neman (Nemunas), il cui maggiore affluente è lo Žeimena. Esistono anche numerosi specchi lacustri di scarsa ampiezza.
Cartina della Lituania


ECONOMIA

L'agricoltura viene praticata soprattutto nelle pianure centrali, dove sono coltivate cereali, barbabietole da zucchero, lino, foraggi e legumi. Nelle zone settentrionali e orientali si pratica l'allevamento di bovini e suini. Klaipeda è un importante porto peschereccio. Assenti le risorse minerarie, le industrie si occupano prevalentemente della trasformazione dei prodotti agricoli: zuccherifici, fabbriche di latte condensato, industrie del legno, della carta e del lino. Kaunas è un centro di produzione delle fibre artificiali, mentre a Vilnius si trovano alcune fabbriche metallurgiche e metalmeccaniche.

STORIA

I Lituani si stanziarono nella regione del Niemen all'incirca nel X sec. In seguito le varie piccole tribù si unificarono sia per difendersi dagli assalti dei Cavalieri teutonici che per attaccare le città russe. Nel 1253 il principe Mindaugas unificò definitivamente lo Stato e venne incoronato re dei Lituani. I suoi successori, approfittando delle scorrerie mongole in Russia, conquistarono la Russia Bianca, iniziando quella espansione che avrebbe esteso lo Stato lituano fino a Novgorod, a Kiev e al Mar Nero. All'inizio del XIV sec., con Gedimino, la L. divenne un granducato e nel 1386 il duca Ladislao II Iagellone sposò Jadwiga, erede della corona polacca, unificando così i due Stati con l'atto di Krewo (1385). La riluttanza dei lituani ortodossi a unirsi ai cattolici polacchi ritardò l'unione, che fu attuata solo all'inizio del XV sec. sulla base della parità assoluta, ma a esclusivo vantaggio dei cattolici. La sconfitta contro i Tartari nella battaglia della Vorskla (1399) e l'avanzata dei Turchi in Europa Orientale bloccò l'espansione della L., che si difese però validamente contro i Cavalieri Teutonici alla Battaglia di Grunwald (1410). Nel 1447 il re di L. Casimiro venne incoronato anche re di Polonia e, di fronte alla crescente potenza degli Zar la nobiltà lituana accettò con la dieta di Lublino (1569) che l'unione diventasse anche politica. La L. venne subordinata completamente alla Polonia e ne seguì le sorti, subendo le spartizioni che nel XVIII sec. smembrarono totalmente lo Stato polacco. Nel 1795 la L. venne annessa dalla Russia e andò incontro a un rapido risveglio nazionale. Durante la prima guerra mondiale la L. venne occupata dai tedeschi sin dal 1915, e il 16 febbraio 1918 un'assemblea nazionale proclamò l'indipendenza. Riconosciuta dai Sovietici nel 1920, il nuovo Stato ebbe vita politicamente agitata, sfociata nell'instaurazione di una dittatura nel 1926. In politica estera entrò in conflitto con la Polonia - la quale nel 1920 aveva occupato Vilnius, Grodno e Suvalki - giungendo a una pacificazione con essa solo nel 1938. Nonostante la sua dichiarazione di neutralità, nel 1939 la L. fu costretta a cedere Memel alla Germania, e nel 1940 fu incorporata dall'URSS. Dopo l'occupazione tedesca (1941-44) tornò a far parte dell'Unione Sovietica. Sotto il regime di Stalin parte della popolazione venne deportata e molti Russi immigrarono nel Paese. Dopo l'ascesa del segretario del PCUS Gorbaciov, la Repubblica baltica conobbe un risveglio del sentimento nazionale. Nel marzo 1990, in occasione delle prime elezioni libere dell'URSS, che in L. diedero la vittoria al Partito indipendentista Sajudis, il presidente lituano Vytautas Landsbergis dichiarò l'indipendenza del Paese. Mosca rispose in un primo tempo con un embargo economico, poi, nel gennaio 1991, con l'occupazione militare. Il fallito colpo di Stato di Mosca nell'agosto dello stesso anno, e il conseguente crollo dello Stato sovietico, aprì la via al riconoscimento dell'indipendenza lituana da parte di Mosca (6 settembre 1991) e del resto del mondo. Nel 1991 la L. entrò anche nell'ONU in qualità di Stato indipendente. La nuova Costituzione fu approvata mediante referendum il 25 ottobre 1992. Nel febbraio 1993, il leader del Partito comunista, Algirdas Brazauskas, fu eletto presidente con il 60% dei voti. Nel 1993 e nel 1994, Brazauskas proseguì nella politica di transizione verso l'economia di mercato, ma le crescenti disuguaglianze sociali portarono alla sconfitta del partito di Governo alle elezioni amministrative svoltesi in quell'anno. Le elezioni parlamentari del 1996 (anno in cui l'inflazione si era ridotta dal 35% al 14% e si era conseguita una crescita del 3% del PIL) registrarono il trionfo dell'opposizione. Le presidenziali del gennaio 1998 decretarono la vittoria del conservatore Valdas Adamkus, fino a poco tempo prima cittadino americano, il quale avviò una politica di privatizzazioni. Ma la pesante crisi economica influì sulle elezioni politiche tenutesi alla fine del 2000, che portarono al governo gli ex comunisti di Rolandas Paksas. Intanto, nel dicembre 1999, la L. era stata inclusa nel gruppo di Paesi candidati all'ingresso nell'Unione europea entro il 2004. Nel giugno 2001 si aprì l'ennesima crisi di Governo, a causa del dissenso riguardante il piano di privatizzazione del settore energetico e le riforme fiscale, pensionistica e del settore agricolo, indispensabili per entrare nell'Ue. Il presidente Adamkus affidò l'incarico di formare il nuovo Governo ad Algirdas Brazauskas, leader del Partito social-democratico all'opposizione. Nel 2002 la L. venne ufficialmente invitata a entrare nella NATO (durante il vertice di Praga del 21 novembre) e nell'Unione europea (durante il vertice di Copenaghen del 13 dicembre). Le elezioni presidenziali tenutesi il 5 gennaio 2003 decretarono la vittoria al ballottaggio dell'ex primo ministro Paksas, del Partito liberal-democratico, che batté inaspettatamente il favorito presidente uscente Adamkus. Gli obiettivi dichiarati da Paksas furono di alzare il livello di vita e di restaurare legge e ordine, puntando verso l'ammissione nella NATO e nell'Unione europea. Il 29 marzo 2004 la L. entrò ufficialmente nella NATO e il 1° maggio nell'Ue (il referendum di adesione indetto l'11 maggio si era risolto con il 90,97% dei voti a favore). In seguito alla destituzione di Paksas per corruzione e compromissioni con la mafia russa, il 27 giugno furono convocate le consultazioni presidenziali, che decretarono il ritorno alla presidenza di Adamkus, risultato vincitore con un ridotto margine di vantaggio. Nelle elezioni legislative dell'ottobre prevalse il Partito laburista del miliardario di origine russa Viktor Uspaskitch, che formò un Esecutivo a capo del quale fu posto Algirdas Brazauskas. Investito dagli scandali per corruzione che avevano visto coinvolta la coalizione di Governo, nel maggio 2006 il premier rassegnò le dimissioni, sostituito nell'incarico dal socialdemocratico Gediminas Kirkilas.

LINGUA

Il lituano appartiene, insieme con il lettone e l'antico prussiano, al ramo baltico delle lingue indoeuropee. È una lingua conservativa, in possesso di tratti arcaici che la rendono preziosa ai fini della comparazione linguistica indoeuropea. Dal punto di vista dialettale, la lingua, divisa in alto e basso lituano, si mostra notevolmente frammentata all'interno di queste due varietà. Soltanto dal 1918 il lituano fu riconosciuto come lingua ufficiale.

LETTERATURA

La L., che mancò di una vera letteratura nell'epoca del suo splendore, conobbe invece un ricco folclore con le canzoni (dainos) e le narrazioni dei pasakos (aedi). I primi testi stampati sono religiosi e risalgono al Cinquecento, mentre nel Seicento appaiono le prime grammatiche. Nel XVIII sec. si affermò come poeta Cristiano Donelaitis; ma il primo poeta patriottico e popolare della L. fu Strazdas. Altri autori importanti furono Pòska - Paskevicius, Stanevicius e Valiaaunas. Il XIX sec. vide l'attività di numerosi autori, fra i quali il narratore Kudirka, i poeti Baranauskas e Maciskekstas; alla fine del secolo si hanno figure come la scrittrice Zemaite, Sraauoga, il poeta Liudas Gira, Tumas-Vaizgandas e il futurista Biñkis. Fra i contemporanei i più noti sono il romanziere Cvirka e i poeti Neris, Montvila e Veñclova. Dopo l'annessione della L. all'URSS al termine della seconda guerra mondiale, la letteratura lituana si è sviluppata secondo i canoni del "realismo socialista". Orientamento originale ha invece assunto la produzione poetica, specie nelle opere di E. Miezelaitis, J. Marcinkevicius e V. Gedra.