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Leòpoli.

(in russo L'vov). Città (802.000 ab.) dell'Ucraina, capoluogo dell'oblast' omonimo (21.800 kmq; 2.771.300 ab.). Industrie tessili meccaniche e petrolifere. Università, biblioteca nazionale, cattedrale armena (XIV sec.), chiesa dei Bernardini (XVII sec.), chiesa dei Gesuiti (XVII sec.). • St. - Prende il nome da Lew (Leone), principe di Halicz (Galic) che la fondò verso il 1250. Distrutta a più riprese dai Tartari (1261) e dai Lituani (1353), fu riedificata da Casimiro il Grande, re di Polonia che ne fece la capitale della Rutenia polacca. Divenuta un importante centro commerciale resistette per due secoli a numerosi assedi. Saccheggiata da Carlo XII di Svezia nel 1704, passò quindi all'Austria, divenendo capitale della Galizia. Durante la prima guerra mondiale (1914) fu conquistata dai Russi, che la presero nel 1915. Annessa alla Repubblica polacca nel 1920, fu ripresa dall'URSS nel 1939. Occupata dai Tedeschi fra il 1941 e il 1944, tornò alla fine all'Unione Sovietica nell'ambito della Repubblica popolare ucraina (1945). Nel 1991, quando l'Ucraina dichiarò l'indipendenza, ne seguì le sorti. ║ Patto di L.: concluso tra Giovanni III Sobieski re di Polonia e la Russia (1686); stabilì la cessione di Kiev e Smolensk alla Russia in cambio dell'alleanza di quest'ultima contro i Turchi.