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Cuba.

Stato (110.922 kmq; 11.117.000 ab.) insulare dell'America centrale. È situato all'entrata del Golfo del Messico, tra le penisole della Florida e lo Yucatán. È formato dall'isola omonima, la più grande delle Antille, e dalle sue dipendenze. Capitale: L'Avana. Città principali: Camagüey, Santa Clara, Holguin, Guantánamo. Ordinamento: Repubblica; il presidente è capo dello Stato e del Governo. Moneta: peso cubano. Lingua ufficiale: spagnolo. Religione: cattolica. La popolazione è costituita prevalentemente da bianchi (70%) e da minoranze di negri e di mulatti.

GEOGRAFIA

L'isola presenta una forma allungata e stretta. È, in massima parte, bassa e pianeggiante od ondulata; solo un quinto della sua superficie è montuoso. La più importante zona montagnosa è formata dalla Sierra Maestra (cima più alta: Pico Turquino, 2.000 m); altro rilievo notevole è la Sierra de Los Organos (che culmina nei 760 m). Le coste presentano una serie di baie e di porti naturali (L'Avana, Nuevitas, Mariel, Cienfuegos, Santiago, Guantánamo). Il clima è tropicale; le precipitazioni sono concentrate particolarmente nella stagione delle piogge (da maggio a novembre), durante la quale sono frequenti i cicloni. L'isola è battuta durante tutto l'anno dagli alisei. Le foreste, un tempo rigogliose, sono scomparse quasi del tutto e sono state sostituite dalle savane.
Cartina di Cuba

L'Avana: panorama

L'Avana: la cattedrale


ECONOMIA

L'economia cubana è fortemente dipendente dal commercio estero, in particolare dall'esportazione dello zucchero. L'agricoltura impiega un quinto della popolazione: lo zucchero di canna ricopre il primo posto nella produzione; seguono il tabacco, il caffè e le piante da frutto tropicali (banani, ananas, agrumi, cocchi). Occupa un posto rilevante l'allevamento bovino, suino, di cavalli, l'avicoltura e la pesca (che fornisce pesce e crostacei). C. possiede giacimenti di minerali di ferro, rame, cromo, manganese e giacimenti petroliferi. Sono in via di espansione le industrie di raffinazione del petrolio, siderurgica, del cemento, dei fertilizzanti chimici, della carta e, in particolare, di trasformazione dei prodotti agricoli (zuccherifici, distillerie, manifatture del tabacco).

STORIA

Scoperta nel 1492 da Colombo, venne conquistata alla corona di Spagna da Diego Velázquez, che vi sbarcò nel 1511. C. subì frequentissimi assalti da parte dei corsari. Con l'avvento dei Borboni sul trono spagnolo, i porti dell'isola, soprattutto L'Avana, cominciarono a svilupparsi. Durante la guerra dei Sette Anni, L'Avana venne conquistata dagli Inglesi (1762). Allo scoppio della rivoluzione nelle colonie spagnole, C. rimase possesso della corona che, dal 1820, vi stabilì un Governo assoluto. Seguirono anni di cospirazioni e lotte per l'indipendenza e di persecuzioni contro i patrioti. Nel 1868 scoppiò il conflitto aperto, che continuò per dieci anni: fu quindi dichiarata l'indipendenza, venne eletto presidente de Céspedes, fu promulgata una Costituzione e, con il patto di El Zanjón, fu decretata l'abolizione della schiavitù (che si attuò tra il 1880 e il 1886). Tuttavia i disordini continuarono; né il generale M. Campos né il successore Weyler riuscirono a domare la situazione. Con la disfatta degli Spagnoli nella guerra ispano-americana (1898) si giunse alla pace di Parigi, nella quale si sancì la rinuncia spagnola a C., ultimo possedimento in America. Nel 1901 fu promulgata una Costituzione di tipo presidenziale, che prevedeva, però, una sorta di sottomissione agli Stati Uniti e nel 1902 le truppe americane evacuarono l'isola. Assunse il potere il presidente T. Estrada Palma, ma nel 1906 scoppiò contro di lui la rivolta del Partito liberale capeggiata da M. Gómez, che provocò una nuova occupazione militare statunitense, durata fino al 1912. Si ebbe un altro intervento americano dal 1917 al 1919, in seguito all'insurrezione di Gómez contro il presidente M. Menocal. Il dopoguerra fu caratterizzato da una profonda crisi economica, determinata dal collasso del prezzo dello zucchero, che portò a continue rivolte e alla dittatura (1924-33) di G. Machado y Morales. Nel 1933 salì al potere F. Batista che, a parte brevi interruzioni, governò fino al 1958; furono anni in cui egli ricorse alla violenza e al terrore per proteggere gli interessi propri e delle classi privilegiate. Si sviluppò così un forte movimento di opposizione. Nel 1953 fu duramente repressa una prima rivolta armata, promossa da Fidel Castro; costretto a fuggire, Castro iniziò a organizzare la guerriglia nel Paese. Si mise a capo del "Movimiento 26 de julio", costituito inizialmente da ceti contadini; in breve tempo riuscì a guadagnare alla causa della rivoluzione la grande maggioranza della popolazione e a rovesciare la dittatura di Batista (1958). Dopo un'opera di radicale epurazione, Castro iniziò una vasta opera di riforma che portò alla liquidazione della grande proprietà latifondista (e alla conseguente distribuzione alla classe contadina) e alla nazionalizzazione di tutte le grandi aziende industriali, finanziarie e commerciali, dominate dal capitale statunitense. Colpiti nei loro interessi, gli Stati Uniti irrigidirono la loro posizione nei confronti di C., in particolare dopo l'avvicinamento dello Stato cubano all'Unione Sovietica: nel 1961 fu imposto l'embargo americano alle forniture all'isola. Il 1° maggio 1961 C. fu proclamata Repubblica socialista, la prima in America; l'esperienza cubana risvegliò lo spirito rivoluzionario e antiamericano negli altri Paesi dell'America Latina. L'avvicinamento al blocco comunista portò all'installazione di basi missilistiche sovietiche che determinò (ottobre 1962) una gravissima tensione internazionale, superata da un accordo tra Stati Uniti e Unione Sovietica per il ritiro dei missili. Dopo la Conferenza tricontinentale svoltasi a L'Avana nel gennaio 1966, Fidel Castro non mancò di criticare il comunismo di marca sovietica, accusandolo di involuzione burocratica, opponendo ad esso un comunismo che tendeva alla mobilitazione e alla partecipazione delle masse, come pure all'impegno politico e sociale soprattutto dei giovani. Il fallimento del tentativo del "Che" Guevara di esportare la rivoluzione portò Castro a mantenere rapporti solo con il Cile di Allende. Mentre la guerriglia stava ristagnando in tutta l'America Latina, Castro lanciò un'offensiva rivoluzionaria, basata su concreti programmi di sviluppo economico e sociale, proponendo una "via cubana al socialismo". Il tentativo di Castro, nel decennio 1960-70, fu quello di mantenere una sistematica equidistanza tra i due filoni del comunismo internazionale, quello sovietico e quello cinese, per quanto l'isolamento internazionale, decretato dagli Stati Uniti, e la mancanza di scambi con i Paesi vicini rendessero l'economia cubana quasi totalmente dipendente dagli aiuti sovietici. La politica estera cubana mirò a sottrarre il Paese all'isolamento internazionale. Il primo congresso del Partito comunista cubano, tenutosi nel 1975, fornì ai dirigenti del Paese l'occasione per un primo organico bilancio della politica castrista. Molti gli elementi positivi, tra i quali la vittoria sull'analfabetismo, la drastica diminuzione della mortalità infantile e della disoccupazione. Dopo l'affermazione governativa nel referendum per il varo della Costituzione (1976), la politica estera cubana subì una svolta: contingenti militari cubani vennero inviati in varie zone dell'Africa, a sostegno di gruppi di guerriglieri che operavano con l'appoggio logistico e politico dell'Unione Sovietica. Tale politica estera continuò negli anni Ottanta con l'invio di contingenti militari in Angola e in Sud-America, in particolare in Nicaragua, a sostegno del Governo sandinista, e in Salvador, in appoggio alla locale guerriglia. Ciò portò a un ulteriore deterioramento dei rapporti con gli Stati Uniti. L'economia cubana degli anni Ottanta registrò insuccessi dovuti alla stagnazione del mercato dello zucchero (la voce più importante tra le esportazioni) e ai fallimenti dei piani quinquennali. Conseguentemente C. ricorse sempre più pesantemente agli aiuti sovietici e, dal 1982, dovette chiedere di rinegoziare il proprio debito estero. Nel 1983 la politica internazionale cubana di appoggio ai movimenti rivoluzionari marxisti centro-americani subì una sconfitta, a causa dell'occupazione di Grenada da parte delle truppe statunitensi. Con gli accordi internazionali siglati nel 1988, C. si impegnò a ritirare il suo contingente militare stanziato in Angola. La riforma politica iniziata nell'Europa comunista con la nomina di Gorbaciov alla presidenza del PCUS isolò progressivamente C., privandola, a partire dal 1991, dei consistenti aiuti economici assicurati in precedenza dall'URSS. L'esodo dei balseros che abbandonavano l'isola via mare su piccole imbarcazioni (30.000 persone nel solo 1994) e la grande manifestazione antigovernativa all'Avana (1994) segnarono una svolta nella crisi cubana. Il Governo fu costretto ad accelerare il processo di riforma economica: fu ampliato il campo di attività dell'iniziativa privata e furono effettuati i primi investimenti all'estero. Nonostante ciò la crisi si aggravò, anche in seguito al blocco economico esercitato dagli Stati Uniti. Un primo segnale di normalizzazione di questa crisi avvenne con la sottoscrizione dei due accordi sull'emigrazione da C. (1994 e 1995): venne abolito lo status privilegiato del quale godevano negli Stati Uniti i Cubani fuggiti illegalmente dal loro Paese (riconoscendo, per la prima volta, implicitamente la legittimità del regime cubano). Alla fine degli anni Novanta il Paese tentò di aggirare il perdurante embargo statunitense introducendo alcune riforme economiche di segno liberista e avviando una politica di progressivo avvicinamento ai Paesi dell'Unione europea. Nel corso del 2000 si ebbero segni di riavvicinamento con gli Stati Uniti: nel maggio furono scarcerati due noti dissidenti e contemporaneamente il Congresso degli USA approvò l'alleggerimento dell'embargo contro C., consentendo la ripresa delle esportazioni agricole e farmaceutiche verso l'isola. A migliorare le relazioni tra i due Paesi contribuì anche la vicenda del piccolo Elian Gonzáles (novembre 1999 - giugno 2000) che, salvato dai guardacoste statunitensi mentre cercava di raggiungere la Florida a bordo di una zattera, venne affidato da un tribunale statunitense al padre rimasto a C. Nel dicembre 2000 C. ricevette la visita del presidente russo Vladimir Putin che siglò accordi col Governo. L'insediamento del nuovo presidente George W. Bush alla Casa Bianca (gennaio 2001) determinò un irrigidimento nei rapporti tra Stati Uniti e C. Nell'aprile 2001 la Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, su pressione statunitense, condannò L'Avana, determinando la sua esclusione dal "Summit of the Americas" (Québec, 20-22 aprile), a cui parteciparono i massimi dirigenti di 34 Paesi con l'obiettivo di dar vita, entro il 2005, a una zona di libero scambio che comprenda tutte le Nazioni del continente americano. Nel corso del 2001 Fidel Castro ricevette la visita del presidente cinese Jiang Zemin, con cui C. mantiene un rapporto privilegiato dopo il crollo dell'URSS (Pechino è un ottimo alleato in funzione anti-USA); quindi si recò in Algeria, in Iran e in Venezuela, allo scopo di riaffermare la cooperazione tra C. e questi Paesi. Dopo gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle e il Pentagono, il Governo cubano si dichiarò pronto a fornire agli Stati Uniti aiuti di carattere medico e umanitario e annunciò che avrebbe cooperato alla lotta contro il terrorismo. A novembre il violentissimo uragano "Michelle" provocò ingenti danni all'agricoltura, asse portante dell'economia cubana, e lasciò circa 700.000 senzatetto; gli Stati Uniti offrirono alimenti e medicinali e, dopo 40 anni, le navi mercantili statunitensi poterono nuovamente attraccare sull'isola. Nel gennaio 2002 i prigionieri catturati in Afghanistan, sospettati di far parte dell'associazione terroristica Al Qaeda, furono condotti nella base militare statunitense di Guantanamo per essere interrogati. Nello stesso mese l'ultima base militare russa a C. venne chiusa. Nel mese di giugno dello stesso anno si tenne un referendum con il quale venne approvato alla quasi unanimità un emendamento costituzionale con il quale si sanciva l'immutabilità del regime socialista vigente. Il delicato equilibrio internazionale dell'isola venne messo a repentaglio nel 2003, anno delle elezioni generali monopartitiche che riconfermarono la classe dirigente al potere, quando una serie di misure repressive messe in atto dal Governo cubano sollevarono un coro ampio di proteste in tutto il mondo. Tra marzo e aprile 77 persone vennero incarcerate con l'accusa di attentare alla sicurezza dello Stato con l'appoggio degli Stati Uniti: tra di esse lo scrittore e poeta Raúl Rivero, direttore dell'agenzia di stampa indipendente Cuba press, e l'economista Martha Beatriz Roque. In aprile vennero giustiziati tre membri di un gruppo, dal Governo considerato terroristico, che una settimana prima aveva tentato di dirottare un battello di linea cubano in direzione delle coste statunitensi. Immediatamente le Nazioni Unite chiesero di inviare ispettori a C. per investigare su presunte violazioni dei diritti umani. Tra le prime voci levatesi contro la nuova recrudescenza della repressione dell'opposizione al regime castrista quelle degli Stati Uniti, del Vaticano e dell'Italia. Nel maggio 2005 si svolse la prima manifestazione pubblica di dissidenti, dopo la Rivoluzione del 1959. Nel luglio 2006, per la prima volta nella storia della rivoluzione cubana, Fidel Castro cedette temporaneamente il potere al fratello Raul per sottoporsi a un intervento chirurgico. Dopo alterne voci sulle sue condizioni di salute, nel febbraio 2008 il leader cubano rinunciņ alle cariche di presidente del Consiglio di Stato e Comandante in capo affidando definitivamente tutti i poteri al fratello Raul.

LETTERATURA

Tra i più notevoli rappresentanti della letteratura cubana del Romanticismo, ricordiamo: G. de la Concepción Valdés (1809-1844), poeta patriota, fucilato dopo la scoperta di una congiura; J.M. Heredia (1803-1839), che venne esiliato; D. del Monte (1804-1853). Nella seconda metà del XIX sec. apparve la massima personalità letteraria del Paese, José Martí (1853-1895), poeta ma anche oratore e pubblicista, come pure fautore di idee nuove e politico, che morì combattendo per l'indipendenza del suo Paese. Citiamo, inoltre, J. del Casal (1863-1893), singolare figura di poeta solitario, uno dei massimi esponenti cubani del Modernismo. Tra i poeti del XX sec., fondamentale è l'influenza di Nicolás Guillén (1902-1989), che rinnovò i ritmi poetici usuali ispirandosi a motivi del folclore, senza mai rinunciare del tutto alla tradizione della poesia spagnola. Guillén è considerato una delle massime voci poetiche del suo secolo. Accanto a lui, tra i poeti che coltivarono i temi della negritudine, ricordiamo E. Ballagas (1908-1954). Tra gli anni Quaranta e Cinquanta, fiorì a C. una importante scuola ermetica, ispirata a un prezioso formalismo, i cui principali esponenti furono: J. Lezama Lima (1912-1976), direttore della rivista "Orígenes"; E. Florit (n. 1903); F. García Marruz (n. 1923). Gli anni successivi alla rivoluzione hanno visto il sorgere di una nuova letteratura, rappresentata da periodici quali "Lunes de Revolución" e "Verde olivo", che anteponeva alle ricerche formali l'impegno sociale e politico, interpretando così le direttive ufficiali; tra i rappresentanti di questa tendenza: R. Fernández Retamar (n. 1930), F. Jamis (n. 1930), F. Contreras (n. 1932), N. Morejón (n. 1944). Per quanto riguarda la prosa, ricordiamo: C. Villaverde (1812-1894), considerato un precursore per il suo romanzo in costume Cecilia Valdés; Alejo Carpentier (1904-1980), affermatosi a livello internazionale. Tra i romanzieri più giovani citiamo: G.G. Cabrera Infante (n. 1929) che, dopo aver partecipato alla rivoluzione, ha dissentito dalle direttive ufficiali e nel 1979 ha pubblicato L'Avana per un infante defunto e, poi, Tre tristi tigri a testimonianza del suo dissenso; N. Tejera (n. 1930); L. Otero (n. 1932); S. Sardúy (n. 1937); R. Arenas (n. 1943) e N. Fuentes (n. 1943).

MUSICA

C. costituisce senza dubbio la culla musicale delle Antille: l'apporto della musica degli schiavi di colore si è fusa con la tradizione spagnola, influenzando tutta la produzione popolare con il caratteristico ritmo del cinquillo, suonato con strumenti caratteristici dalla valenza anche rituale: agogó, bongó, clave, chachá, conga. Vi sono, inoltre, numerose danze isolane di chiara origine nera (conga, bembé) o, per lo meno, fortemente influenzate dalla musica di colore (bolero, danzón, rumba, son). C., pur avendo organizzato solo in tempi recenti pubblici corsi d'insegnamento musicale, è uno dei Paesi latino-americani maggiormente dotati di una tradizione musicale colta; tra i numerosi nomi, citiamo: E. de Salas (1725-1803); M. Samuell y Robredo (1817-1870); I. Cervantes (1847-1905); il musicista spagnolo J. Ardevol (n. 1911), giunto a C. nel 1930, i cui allievi fondarono il Grupo de renovación musical; A. Roldán (1900-1939) direttore dell'Orchestra filarmonica dell'Avana; H. Gramatges (n. 1918); L. Brouwer (n. 1939), chitarrista e direttore d'orchestra che ha realizzato una personalissima e interessante sintesi tra elementi della tradizione e i più disparati aspetti delle tecniche musicali contemporanee.