(dal latino
crux: croce). Antico strumento di
supplizio e di morte, costituito da due travi perpendicolari fra loro su cui
veniva legato o inchiodato il condannato, fino alla morte. ║ Per
antonomasia quella su cui morì Gesù, simbolo della religione
cristiana. ║ Fig. - Pena, tribolazione. ● Encicl. - Il simbolo della
c. è molto antico ed è testimoniato già nelle ultime
fasi preistoriche e nella protostoria. Frequente nelle ceramiche eneolitiche
mesopotamiche ed egizie, nelle decorazioni dell'Elladico antico, la
c.
è una simbologia rinvenuta in culture assai distanti nel tempo e nello
spazio, dovuta probabilmente all'idea di un cosmo quadripartito di cui sarebbe
la rappresentazione grafica. Un'altra correlazione possibile è quella con
i punti cardinali e la posizione del sole sull'orizzonte, suggerita anche
dall'inserimento della
c. nel disco solare e dalla cosiddetta
c.
gammata o
svastica. Questa tipologia già protostorica e tipica
delle culture indoarie (tutt'ora simbolo importante del giainismo) rimase assai
diffusa nel bacino del Mediterraneo almeno fino al I millennio, ma ne rimangono
tracce significative nella struttura a svastica di alcune figurazioni, quali per
esempio le Gorgoni nell'atteggiamento della "corsa in ginocchio". A tale
riferimento solare si affiancò, in età storica, la realtà
della
c. quale strumento di supplizio. Introdotto in Persia e, di
lì, presso Cartaginesi e Romani, si trattava in origine di un semplice
palo posto in verticale cui, in seguito, venne aggiunto quello trasversale, da
cui dipendono le diverse tipologie:
c. commissa, a forma di tau greca;
crux immissa o
latina, quella classica;
decussata o
di
Sant'Andrea, a forma di x. Indissolubilmente legata al ricordo della
Passione di Gesù Cristo, la
c., dal momento che il suo utilizzo
quale strumento di morte rimase a lungo drammaticamente attuale, non assunse
subito il valore simbolico e riassuntivo della fede cristiana che ebbe poi. Il
prevalere della
c. sulle altre simbologie del Cristianesimo dei primi
secoli, si verificò circa nel IV sec., dopo l'editto di Costantino.
● Lit. -
Segno della c.: nella liturgia cristiana è il gesto
esteriore della professione di fede cristiana. I documenti ne testimoniano l'uso
fin dal III sec. nelle liturgie sia orientali sia occidentali, durante
l'Eucarestia e la celebrazione del Battesimo. La modalità di esecuzione
variò nel tempo: in origine si tracciava il segno sulla fronte con un
dito della mano destra; Prudenzio ci parla di un segno da tracciare sul petto;
altri di un triplice segno sulla fronte, sulle labbra e sul cuore, detto
piccola c. ed eseguito ancora come preludio alla lettura e all'ascolto
del Vangelo. Solo nel XIII sec. invalse con sicurezza il gesto, chiamato
grande c., che sfiora la fronte, il petto e le spalle. ● Arch. - Il
termine viene riferito alla struttura della pianta delle chiese. ║
A c.
latina: pianta in cui i corpi di fabbrica si incontrano fra loro
ortogonalmente, in modo che dei quattro bracci uno risulti sensibilmente
più lungo degli altri, come nelle chiese romaniche e gotiche. ║
A c. greca: pianta in cui i quattro bracci risultano tutti di lunghezza
uguale, come si può riscontrare nelle chiese rinascimentali, esempi di
grande coerenza geometrica.