Gesuita francese. Entrato nella Compagnia di
Gesù, svolse per alcuni anni attività di predicatore nella Francia
meridionale, stabilendosi a Parigi nel 1602. Molto vicino al potente
ambasciatore spagnolo Iñigo de Cárdenas, fu da lui protetto,
acquistando grande influenza negli ambienti di corte, soprattutto presso la
regina Maria de' Medici, ma anche su Enrico IV di cui divenne confessore nel
1605. Dopo l'assassinio del re nel 1610, sotto il governo di Maria de' Medici,
reggente per il figlio Luigi XIII, accrebbe notevolmente il proprio potere. Pur
avendo la regina mantenuto ufficialmente in carica i ministri e i consiglieri di
Enrico IV, il governo effettivo era tuttavia esercitato dal gruppo cortigiano di
cui
C. faceva parte. La sua posizione fu in ogni caso duramente attaccata
in seguito all'assassinio di Enrico IV, essendo i Gesuiti accusati di aver
favorito il regicidio. Egli difese la Compagnia di Gesù, pubblicando la
Lettre declaratoire de la doctrine des pères jesuites (1610), cui
si replicò con la pubblicazione anonima dell'
Anticoton (1611). Gli
attacchi, comunque, non ne indebolirono la posizione ed egli rimase a corte sino
al 1617, cioè sino a quando il giovane Luigi XIII, di cui divenne
confessore, non decise di sbarazzarsi dei più stretti collaboratori di
sua madre. Allontanato dalla corte, riprese la predicazione, diventando
provinciale di Aquitania nel 1622 e di Parigi nel 1624. Tra le opere:
L'istituzione cattolica (1610),
Orazioni devote (1611),
Meditazioni (1614). Lasciò, inoltre, un voluminoso carteggio
(Nérondes, Forez 1564 - Parigi 1626).