Romanzo di Italo Svevo, pubblicato nel 1923. Il
protagonista, il triestino Zeno Cosini, è indotto da uno psicanalista a
fissare sulla carta le vicende salienti della propria vita: la malattia del
padre, il quale, interpretando in modo sbagliato un gesto del figlio, alza la
mano contro di lui in punto di morte; la gelosia verso l'amico Guido; il
matrimonio con una donna che non ama, una delle sorelle Malfenti; il suicidio di
Guido; la relazione insoddisfacente con una giovane donna, Carla Greco. In ogni
episodio narrato emerge la figura abulica del protagonista, incapace di
qualsiasi decisione definitiva e di un'attiva partecipazione agli eventi.
Inizialmente accolto, dalla critica e dai lettori, con indifferenza, il romanzo
fu in seguito lanciato da J. Joyce, che lo fece conoscere a due critici francesi
B. Crémieux e V. Larbaud.