Stato (1.862 kmq; 658.000 ab.) dell'Africa sud-orientale, nell'Oceano Indiano, costituito
da un arcipelago situato all'imboccatura settentrionale del Canale di Mozambico, tra la
costa orientale dell'Africa e il Madagascar. Le
C. è formata da tre isole
maggiori (Grande Comore, Anjouan, Mohéli) e da numerosi isolotti e scogli
essenzialmente di natura vulcanica; massima cima è rappresentata dal vulcano
Karthala (2.361 m) sull'Isola Gran Comore. Capitale: Moroni (30.000 ab.), nell'Isola
Grande Comore. Ordinamento: Repubblica federale islamica. Moneta: franco comoriano.
Lingua: arabo, francese, malgascio. Religione: musulmana sannita; la popolazione è
costituita da Arabo-africani, Malgasci, Asiatici ed Europei.
GEOGRAFIADi origine vulcanica, le
C. presentano
una conformazione varia, con forme più rilevate nell'Isola Grande Comore,
dove sorge l'imponente vulcano attivo Karthala (2.361 m), e forme maggiormente spianate
dall'erosione nelle altre isole. Il clima è di tipo monsonico, con piogge
concentrate nel periodo novembre-aprile (estate australe). Le temperature si aggirano
intorno ai 25 °C, con escursioni stagionali molto deboli.
ECONOMIA
L'economia dell'arcipelago si basa sull'agricoltura. I prodotti destinati
all'alimentazione (manioca, mais, riso, patate dolci) non sono sufficienti al fabbisogno.
Le colture da esportazione includono noci di cocco, banane, vaniglia, sisal, piante da
profumo, chiodi di garofano e cacao. In crescita il turismo, attratto dalle spiagge e
dai paesaggi tropicali.
STORIAScoperto dal navigatore inglese
Lancaster nel 1591, l'arcipelago delle
C. entrò nell'orbita coloniale francese,
dopo che l'Isola Mayotte si era posta volontariamente sotto il protettorato del Governo di
Parigi nel 1841. L'arcipelago fu dichiarato protettorato francese nel 1886 e costituito in
colonia nel 1898, fatta eccezione per l'Isola Mayotte che mantenne lo statuto di protettorato
sino al 1912. Nel 1914 le
C. furono costituite in provincia dipendente dal governatore
generale del Madagascar e sotto l'autorità di un vice governatore residente a Dzaoudzi
nell'Isola Mayotte. Durante la seconda guerra mondiale, forze britanniche occuparono
(agosto 1942) l'arcipelago presidiato dalle truppe fedeli al Governo di Vichy. Nell'ambito
del riassetto coloniale francese, nel 1946 l'arcipelago fu separato dal Madagascar e ottenne
lo status di territorio francese d'oltremare, che comportava l'autonomia amministrativa e
finanziaria nonché l'invio di un rappresentante all'Assemblea nazionale di Parigi,
al Consiglio della Repubblica e all'Assemblea dell'Unione francese. Iniziato il processo
di decolonizzazione, nel 1958 fu indetto un primo referendum, con il quale la popolazione
delle
C. espresse parere favorevole al mantenimento dello status di territorio
d'oltremare della Repubblica francese. Molto lungo e faticoso si presentò il
successivo processo verso la totale indipendenza, soprattutto per l'opposizione dell'Isola
Mayotte, abitata prevalentemente da popolazioni malgasce di origine e di lingua
sakalava, nettamente distinte dai gruppi etnici delle altre tre isole, di lingua
araba o
swahili. Nell'ottobre 1972, il Parlamento locale venne sciolto in seguito
alle dimissioni del primo ministro, principe Said Mohammed Jaffar, e all'impossibilità
di costituire un nuovo Governo. Le successive elezioni rappresentarono un passo decisivo nel
processo di decolonizzazione. Tre erano le principali formazioni politiche scese in campo:
UDC - Unione democratica comoriana (il partito "verde" del defunto presidente Mohammed Cheik);
RDPC - Raggruppamento democratico del popolo comoriano (partito "bianco"); UMMA, il nuovo
partito del popolo, capeggiato dal principe Said Ibrahim e rappresentante le forze
conservatrici e filo-francesi, costituitosi dopo che "verdi" e "bianchi" avevano elaborato
un programma comune, tendente ad accelerare il processoverso l'indipendenza dalla Francia. Nelle elezioni
svoltesi nel dicembre successivo, la
coalizione UDC-RDPC ottenne la maggioranza assoluta dei voti in tre isole, e precisamente
il 70% dei voti contro il 25% dell'UMMA, nell'Isola Grande-Comore (28 dei 39 seggi dell'Assemblea), il 99%
dei voti nell'Isola Anjouan (13 seggi) e il 60% a Mohéli (3 seggi). Nell'Isola Mayotte (40.000 ab. con 5 seggi),
oltre l'80% dei voti andò invece al Movimento mahoriano, la locale formazione politica contraria al distacco
dalla Francia e all'unione con le altre isole
C., reclamando per Mayotte lo statuto di dipartimento francese
d'oltremare. Pertanto, col passare del tempo, il solco tra Mayotte e le altre isole, anziché essere colmato
si approfondì, rimettendo in discussione l'indipendenza dell'arcipelago. Anche per le pressioni dell'ONU e
dell'OUA, venne stabilito, sulla base di un accordo raggiunto il 15 gennaio 1973 tra il primo ministro comorese
Ahmed Abdallah e il rappresentante del Governo francese per i territori d'oltremare, che entro cinque anni la
popolazione delle
C. sarebbe stata chiamata alle urne per decidere sull'indipendenza del proprio
territorio. Nell'ottobre 1974 l'approvazione da parte del Parlamento francese del progetto di legge per
l'indipendenza, incontrò la ferma opposizione del Movimento mahoriano che si appellava all'art. 53
della Costituzione del 1958, in base al quale "nessuna cessione o annessione di territorio può
effettuarsi senza la previa consultazione delle popolazioni interessate", reclamando per il referendum
sull'accesso all'indipendenza una procedura di scrutini separati, isola per isola. Questa opposizione
non modificò tuttavia le modalità del referendum che si tenne regolarmente nel dicembre
successivo, facendo compiere alle
C. il passo decisivo verso l'indipendenza prevista entro
un periodo di sei mesi. I risultati erano scontati in partenza, sia per la schiacciante maggioranza
dei sì (99,98%) nelle Isole Grande Comore, Mohéli, Anjouan, sia per la maggioranza
dei no (63,82%) di Mayotte. Al di là dell'unanimità dei sì, anche lo schieramento
indipendentista non si poneva tuttavia come un blocco monolitico e tra le non poche divergenze, una
riguardava la persona del capo del Governo, Ahmed Abdallah, criticato soprattutto dai partiti di sinistra
e accusato di nascondere dietro la facciata ufficiale di "padre della patria", al di sopra delle parti,
la propria condizione di magnate, tra i più ricchi dell'Oceano Indiano e considerato perciò
l'uomo meno adatto a sottrarre le
C. ai meccanismi del neocolonialismo. Il 6 luglio 1975 venne
proclamata l'indipendenza delle
C., ma pochi mesi dopo Ahmed Abdallah, leader del movimento
indipendentista, venne estromesso dal potere dal principe Said Mohammed Jaffar. Dal canto suo la Francia,
rifiutandosi di accettare la decisione delle
C., indisse nel febbraio 1976 un referendum nell'Isola
di Mayotte, onde veder riconfermata la volontà degli abitanti di quest'isola di rimanere uniti
alla Francia. Ma l'ONU si rifiutò di convalidare tale referendum e riconobbe lo Stato delle
C.
come unico rappresentante dell'arcipelago. Nel frattempo un colpo di Stato portò al potere Ali Soilih,
ma nel maggio del 1978 un nuovo golpe, effettuato con l'appoggio di un gruppo di mercenari europei, riportò
al potere Ahmed Abdallah e poco dopo (luglio 1978) la Francia riconobbe l'indipendenza delle
C., fatta
eccezione per l'Isola di Mayotte. Nell'ottobre 1978 si svolsero le elezioni presidenziali, che videro il
successo di Ahmed Abdallah, che divenne così il primo presidente della Repubblica Federale Islamica
delle
C. Ahmed Abdallah venne riconfermato nella sua carica nel febbraio 1982. Nel 1989, in un clima
politicamente incerto, B. Denard, a capo di un gruppo di mercenari, guidò un colpo di Stato: il
presidente Ahmed Abdallah venne deposto e morì durante gli scontri. Tuttavia, in seguito all'intervento
della Francia, Denard fu subito costretto a fuggire in Sudafrica.
L'accordo fra le principali forze politiche, che consentirono il ripristino di un sistema
multipartitico e l'elezione alla presidenza della Repubblica di S.M. Djohar (marzo 1990),
non impedì nuovi tentativi di colpi di Stato. Nel marzo 1996, si tennero le elezioni
presidenziali che consegnarono la Repubblica di
C. a M. Taki Abdoulkarim. Nel 1996
venne anche promulgata una nuova Costituzione che garantiva un rafforzamento della figura
del presidente della Repubblica, in carica per sei anni e immediatamente rieleggibile. Nel
1997 nell'Isola di Anjouan si consolidò il movimento separatista di Foundi Abdallah
Ibrahim che dichiarò l'indipendenza (3 agosto) dell'isola dalla Federazione. La
secessione venne confermata da un referendum popolare del 26 febbraio 1998 e riconfermata
da quello del 23 gennaio 2000. Nell'ambito della Federazione, un nuovo colpo di Stato
(30 aprile 1999) portò al potere il colonnello A. Assoumani, che destituì
il presidente e sciolse l'Assemblea federale. Il 21 marzo del 2000 fonti dell'esercito
comoriano riferirono di un tentato colpo di Stato a opera di M.A. Abdallah, figlio dell'ex
presidente Ahmed Abdallah. Nel frattempo il lavoro diplomatico dell'Organizzazione per
l'unità africana sfociò il 17 febbraio 2001 in un accordo che prevedeva
la nascita di una "Nouvel Ensemble Comorien" (NEC), fondata sul rispetto dell'unità,
dell'integrità territoriale e della sovranità delle Comore, la quale dovrebbe
rispondere adeguatamente alla necessità di una spartizione del potere tra l'unione e
le isole: le questioni attinenti la sovranità dello Stato (religione,
nazionalità, la moneta, le relazioni internazionali, la difesa) e i simboli nazionali
(bandiera, inno nazionale, ecc.) sarebbero rimasti di pertinenza esclusiva della NEC.
A pochi giorni dal referendum con cui i Comoriani erano chiamati a esprimersi per approvare
la nuova Costituzione, un nuovo tentativo di golpe, durato solo poche ore, venne sventato
sull'Isola di Mohéli (dicembre). Nell'aprile 2002 il colonnello Mohamed Bacar fu eletto
alla guida di Anjouan e Mohamed Said Fazul di Mohéli. In aprile Grande Comore
approvò la Costituzione, che venne poi sottoscritta anche da Anjouan e Mohéli.
Il 21 maggio 2002 Abdou Soulé Elbak vinse il secondo turno delle elezioni presidenziali
di Grande Comore.
Cartina delle Comore