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Cofferati, Sergio.

Sindacalista italiano. Originario di una famiglia operaia, dopo aver preso il diploma di perito industriale si iscrisse alla facoltà di Matematica alla Statale di Milano, che lasciò quasi subito per lavorare. Nel 1969 fu assunto come tecnico dalla Pirelli Bicocca del capoluogo lombardo, dove ebbe inizio la sua carriera sindacale. Iscrittosi alla CGIL nel 1973, dopo essere stato eletto delegato del Consiglio di fabbrica (1974), nel 1976 entrò nella segreteria milanese della FILCEA (il sindacato dei chimici della CGIL), passando due anni dopo nella segreteria nazionale, di cui assunse la guida nel 1987. Membro della segreteria generale della CGIL nazionale dal 1990, nell'ambito della quale si occupò principalmente del settore dell'industria, nel giugno 1994, poco dopo l'insediamento del Governo di centro-destra di S. Berlusconi, subentrò a B. Trentin come segretario generale della CGIL, divenendo il leader più giovane della storia del sindacato. Già promotore con Trentin della trattativa tra Governo, sindacati e imprese culminata nello storico accordo del luglio 1993, proseguì la via concertativa del suo predecessore. Fin dal suo insediamento C. seppe ridare al sindacato un ruolo centrale nella scena politica ed economica italiana. Oppositore della politica neoliberista del centro-destra, il 14 luglio 1994, insieme a CISL e UIL, propiziò le manifestazioni di milioni di lavoratori contro la riforma delle pensioni e, più in generale, contro la manovra economica proposta dall'Esecutivo. Dopo la caduta del Governo Berlusconi, C. fu interlocutore critico degli Esecutivi di centro-sinistra che si avvicendarono dal 1996: discusse la riforma delle pensioni presentata da L. Dini (1995) e quella successiva proposta dal Governo Prodi; durante la legislatura Prodi fu tra i protagonisti del Patto per il Lavoro (1996), durante la legislatura D'Alema del Patto di Natale (1998). Instancabile e pragmatico negoziatore, C. si trovò spesso a polemizzare con la CISL di S. D'Antoni, più propensa a sostenere una politica del lavoro volta a maggiore flessibilità. Con il ritorno di Berlusconi al Governo del Paese (maggio 2001), C. riportò in piazza i lavoratori per contrastare le politiche di gestione dello Stato da parte delle forze politiche al potere. Il 23 marzo 2002 la sola CGIL (non disponibile, come invece CISL e UIL, a trattare con il Governo le modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori) organizzò a Roma una grande manifestazione nazionale, a cui fece seguito lo sciopero generale del 16 aprile 2002. Nelle stesse settimane, fatto oggetto di accuse infamanti in seguito all'assassinio del consulente del ministero del Lavoro M. Biagi da parte delle nuove Brigate Rosse, C. rinviò a settembre l'addio alla CGIL. Alla scadenza del mandato, gli successe G. Epifani. Iscritto al PCI (V.) dal 1972, C., soprannominato "Cinese", dopo l'esperienza in CGIL tornò a lavorare alla Pirelli e assunse la presidenza della Fondazione Giuseppe Di Vittorio. Nel 2003 divenne co-presidente (insieme a Giovanni Berlinguer) di Aprile, associazione nata nel 2002 su iniziativa dell'area politica dei DS denominata "Correntone". Nel giugno 2004 fu eletto al primo turno sindaco di Bologna. In questo nuovo ruolo C. sucitò nel 2005 accese polemiche tra le forze politiche di sinistra e nei movimenti sociali bolognesi per le sue prese di posizione "intransigenti" in materia di sicurezza, legalità e immigrazione, nonché, nel novembre 2006, per aver duramente criticato la presenza di esponenti di Rifondazione Cumunista (forza politica interna al Governo Prodi) a una manifestazione nazionale indetta contro il precariato e, in parte, contro il ministro del Lavoro Cesare Damiano, esponente dei DS (n. Sesto e Uniti, Cremona 1948).
Un primo piano di Sergio Cofferati