Generale spartano. Inviato una prima volta a Bisanzio, si
comportò arrogantemente tanto da indisporre i cittadini che accolsero
Alcibiade ateniese appena se ne presentò l'occasione. Ciò
malgrado, gli Spartani gli affidarono di nuovo il comando. Una seconda volta a
Bisanzio, non tenne in alcun conto la sua precedente esperienza né degli
ordini degli efori, i quali gli mandarono contro una spedizione punitiva.
C., cacciato, andò, con i suoi mercenari presso il giovane Ciro
che si apprestava a dichiarare guerra al fratello Artaserse. Dopo la sfortunata
battaglia di Cunassa, nella quale Ciro morì,
C. ebbe il comando
dei Greci, i famosi Diecimila. Concluso un armistizio con il re Artaserse,
furono avviate trattative tra i Persiani e i greci per il ritorno di questi in
patria. Intermediario fu il satrapo Tissaferne il quale invitò
C.
e gli altri generali greci a colloquio, ma tradì e consegnò i suoi
ospiti al re persiano, sì che
C. e i suoi compagni furono
decapitati (m 401 a.C.).