Il più noto romanzo dello scrittore napoletano
Francesco Mastriani, pubblicato nel 1852. Nunzio Pisani, valendosi della
complicità del notaio Basileo, uccide in una villa di Portici, allo scopo
di poterne prendere i gioielli, la marchesa di Rionero. Ha assistito
all'assassinio la piccola Beatrice che, per lo choc ricevuto, è divenuta
cieca. Nunzio Pisani paga con l'impiccagione; il notaio riesce a sopravvivere
per consegnare, poi, al figlio del Pisani, Gaetano, venuto a conoscenza di tutto
e in urgente necessità di danaro, la parte dei gioielli dovuta al padre.
Ben presto il giovane, divenuto apprezzato medico in Inghilterra con il falso
nome di Olivier Bleckman e moralmente approdato a nuova vita, sente il bisogno
di restituire la refurtiva al legittimo proprietario, che tuttavia non conosce.
Frattanto la sorte ha voluto che la cieca Beatrice avvicinasse, senza sospettare
nulla, Gaetano Pisani, speranzosa di guarire per opera sua. Il medico promette
al padre di Beatrice di ridonare la vista alla fanciulla, ma prima la chiede in
sposa. Beatrice accetta e l'operazione agli occhi ha esito felicissimo. Al
momento delle nozze, avendo Gaetano donato alla sposa uno degli anelli che erano
appartenuti alla marchesa di Rionero, avviene una drammatica scena, durante la
quale Gaetano rivela la sua identità e il vecchio marchese perdona il
giovane e lo incita a prodigarsi per salvare Beatrice, che questi ultimi
avvenimenti hanno di nuovo fortemente turbata. Ma invano: Beatrice muore e il
marchese di Rionero si accosta con maggiore affetto a Gaetano che, d'ora
innanzi, vuole considerare come figlio. Malgrado la macchinosità della
trama e lo scarso valore letterario, il romanzo ottenne notevole
successo.