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Chautemps, Camille.

Uomo politico francese. Deputato radicale dal 1919, nel 1924 entrò a far parte del governo Herriot ed ebbe incarichi ministeriali nei vari governi successivi, occupando soprattutto il ministero degli Interni. Presidente del Consiglio nel novembre 1933, si dimise nel gennaio successivo essendosi trovato coinvolto nello scandalo dell'affare Stavisky, l'ebreo di origine russa che negli anni precedenti aveva compiuto innumerevoli truffe, potendo contare sulla più assoluta immunità, finché non venne alla luce l'emissione fraudolenta di polizze nel dicembre 1933. Quando costui fu trovato morto con una pallottola nel cranio si sospettò che non si trattasse di suicidio, ma fosse stata la polizia ad eliminarlo per impedire compromettenti rivelazioni, C. come primo ministro, si rifiutò di nominare una commissione parlamentare che indagasse sulle ragioni della lunga immunità di Stavisky, attirando su di sé gravi sospetti, tanto più quando risultò che il capo dell'ufficio parigino al quale era stata affidata la pubblica accusa era suo cognato. Si venne così a creare un clima di estrema agitazione ed egli fu costretto a dimettersi, lasciando il posto a Daladier. Caduto il primo governo di Fronte Popolare presieduto da L. Blum nel giugno 1937, egli costituì un nuovo governo, frenando ulteriormente lo slancio del 1936 e non compiendo altri atti che una ulteriore svalutazione del franco. A distanza di neppure tre mesi, si dimetteva e la Francia si trovò senza governo quando Hitler attaccò l'Austria annettendosela. Caduto il governo Blum nell'aprile 1938, entrò come vicepresidente nel ministero di coalizione radicalsocialista presieduto da Daladier, conservando l'incarico anche nel governo Reinaud costituitosi nel marzo 1940. In contrasto col primo ministro, si pronunciò a favore dell'armistizio con la Germania e collaborò poi con Petain che lo confermò alla vicepresidenza, conservando l'incarico sino al luglio 1940. Successivamente fu inviato in missione speciale negli Stati Uniti. Accusato di collaborazionismo, nel dopoguerra si rifugiò in Spagna e nel marzo 1947 fu condannato in contumacia a cinque anni di carcere e alla confisca dei beni (Parigi 1885 - Washington 1963).