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Ceciliano.

Vescovo di Cartagine. Contro la validità della sua elezione parecchi notabili opposero due ragioni: l'assenza dei vescovi della Numidia e l'indegnità dei suoi consacratori. Radunato nel 312 un sinodo a Cartagine, lo deposero eleggendo al suo posto il lettore Maggiorino. Le chiese transmarine rimasero però in comunione con C. riconosciuto come vescovo legittimo da Costantino. Il Sinodo Romano nel 313 si pronunciò a favore di C. e condannò Maggiorino. Tuttavia gli scismatici si appellarono all'imperatore; Costantino condannò i donatisti ed esiliò C. a Brescia, nominando un nuovo vescovo di Cartagine (316). In seguito la commissione imperiale si pronunziò a favore di C. che poco dopo potè rientrare nella sua sede (m. dopo il 340).