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Caverna.

Grande cavità sotterranea naturale. Al pari delle grotte e degli abissi, le c. possono essere in prossimità delle rive del mare formate dall'azione erosiva delle onde, anche se oggi risultano ad un livello molto superiore in seguito a bradisismi negativi. Più spesso esse sono dovute alle acque meteoriche, che hanno scavato doline e foibe in rocce di facile erosione (calcare, dolomia, gesso), formando col passare degli anni veri e propri fiumi sotterranei. Si dicono preistoriche quelle contenenti reliquie di uomini e di mammiferi o di esseri viventi estinti prima dell'epoca quaternaria. Lo studio delle c. (speleologia) fu iniziato dal Leibniz nel 1700. • Med. - Cavità prodotta da un processo morboso nello spessore di un organo. Per c. però si intende generalmente la c. polmonare, che è prodotta da processi infiammatori e distruttivi di varia natura, in genere determinati da tubercolosi polmonare cronica. I bacilli uccidono le cellule che li circondano, trasformandole in una sostanza biancastra e vischiosa detta caseosi: i sepimenti che separano gli alveoli si assottigliano e spariscono fino alla formazione di una cavità sempre più ampia. Solo in casi rari i tessuti connettivali reagiscono, portando a un riempimento della c. con tessuto fibroso, che soffoca il processo tubercolare; nella maggior parte dei casi, però, ciò non avviene, e la c. costituisce una cavità talora chiusa, talora comunicante con l'esterno. La c. si riempie di vari prodotti di disfacimento; si verifica un rammollimento delle pareti dei vasi polmonari e di conseguenza si determinano frequenti emottisi: queste spesso provocano la morte, ma anche se questa non avviene, rappresentano sempre gravi sintomi di processo tubercolare distruttivo e attivo.