Re di Spagna. Secondogenito di Carlo III e di Amalia di
Sassonia. All'età di 17 anni sposò la cugina Maria Luisa, figlia
di Don Filippo, duca di Parma: donna di carattere imperioso, che per tutta la
vita lo tenne sotto il suo dominio. Nel 1788, egli fu proclamato re di Spagna.
Scoppiata la Rivoluzione francese, di fronte al pericolo del "contagio"
rivoluzionario, il re sciolse le Cortes. Nel frattempo, accanto al re comparve
la figura di Manuel Godoy che, nominato inizialmente guardia del corpo,
finì poi per sostituire il primo ministro Aranda, caduto in disgrazia per
la sua politica verso la Francia. Da allora rimase in evidenza solo la figura
del favorito (forse l'amante della regina), che manovrava il re a suo piacere.
Gli abusi dei Francesi finirono, però, per provocare lo sdegno del re: in
un attimo di energia, allontanò ufficialmente dagli affari pubblici il
Godoy, per quanto questi continuasse a rimanere a palazzo reale fino al 1801,
anno in cui veniva nominato generalissimo degli eserciti spagnoli.
C.
continuò, in realtà, a subire la volontà della moglie e del
favorito. Dopo molte titubanze, il re dichiarò guerra all'Inghilterra
(1805): fu la perdita della flotta spagnola, a Trafalgar. Nel 1808
scoppiò il famoso "motín" contro Godoy; terrorizzato
dall'ammutinamento, dalla caduta di Godoy e dall'entrata di Murat in Madrid,
C. abdicò a favore del figlio Ferdinando e partì per
Bayonne. Ma qui Napoleone si rifiutò di riconoscere l'abdicazione:
Ferdinando, chiamato a Bayonne da Napoleone, si incontrò con i genitori e
finalmente
C. cedette alle pretese napoleoniche e Ferdinando
abdicò in favore di Napoleone stesso.
C. si recò allora a
Fontainebleau, poi a Compiègne, in ultimo passò da Marsiglia a
Roma. La pensione assegnatagli da Napoleone presto venne a mancare,
sicché nel gennaio del 1819 egli morì in povertà, pochi
giorni dopo la sua sposa (Napoli 1748 - Roma 1819).