Numism. - Moneta del Regno di Sicilia; prende il nome da
Carlo I d'Angiò che la fece coniare nel 1278. Fu coniata in oro e in
argento, con gli stessi tipi: al diritto lo scudo partito di Francia e di
Gerusalemme, al rovescio l'annunciazione della Vergine. La moneta d'oro del
valore di 14
c. d'argento ebbe breve durata; la moneta d'argento invece,
attraverso varie modificazioni, divenne moneta di conto al ragguaglio di 10 per
ducato, e fu emessa come mezzo
c. in argento. Ebbe diffusione larghissima
anche fuori del Regno di Napoli e fu imitata e contraffatta, specie in Oriente.
Da essa derivarono il
c. di Rodi, il
c. romano, trasformazione del
grosso del senato di Roma; il
c. papale, che poi prese il nome di
giulio.