Romanzo di Théophile Gautier, pubblicato nel 1863. Si
tratta di una ricostruzione pittoresca della vita nomade dei commedianti sotto
il regno di Luigi XIII, ispirata al
Roman comique di Scarron. Il romanzo
è diviso in due parti, la seconda delle quali appare meno fluida e meno
agilmente costruita della prima; tuttavia, il libro, che ispirò anche
brillanti illustrazioni a Gustave Doré, è ricco di motivi patetici
e di brillanti accenti coloristici. Una compagnia errante di comici chiede
ospitalità per una notte al giovane barone de Sigognac, ultimo
rappresentante della casata, il quale conduce una vita misera e malinconica in
un cadente castello, detto della Miseria, insieme a un gatto, un ronzino e un
vecchio servitore. Della compagnia fanno parte i tipi classici del teatro
dell'arte: il Tiranno, il Matamoros, Leandro, Scapino, nonché quattro
donne, la Matrona, Serafina, la servetta e l'Ingenua, impersonata quest'ultima
da una fresca e deliziosa creatura, di nome Isabella. Il barone se ne innamora e
si lascia indurre a seguire la compagnia fino a Parigi, suggestionato dall'idea
dell'amore e dal desiderio di far fortuna. Strada facendo lo "spaccamonti" della
compagnia, Matamoros, muore di freddo e Sigognac, col nome di Capitan Fracassa,
ne assume il ruolo. Intanto, Isabella viene rapita da un nobile prepotente, il
duca di Vallombrosa, che la tiene rinchiusa nel proprio castello. Ecco, dunque,
l'assedio e l'invasione del maniero da parte dei comici, guidati da Capitan
Fracassa, cui seguono il duello di quest'ultimo col rapitore che rimane
gravemente ferito, l'intervento del vecchio padre di questi, il principe di
Vallombrosa, che riconosce in Isabella l'unica sua figlia, rapitagli bambina, la
fuga di Sigognac e il suo ritorno al desolato castello della Miseria.
Sopravviene, provvidenziale, la morte del gatto: scavando la sua fossa, Sigognac
porta alla luce l'antico tesoro della famiglia. Il principe di Vallombrosa lo
raggiunge nel suo rifugio, per informarlo che suo figlio è guarito dalla
ferita e per dirgli ch'egli, Sigognac, dovrà sposare Isabella,
recuperando il rango che compete alla sua nobiltà e al suo valore.
Naturalmente, anche il castello della Miseria, restaurato a dovere,
recupererà l'antico fasto e diventerà il castello della
Felicità.