Dottrina e movimento religioso che ebbe origine dal pensiero
e dall'opera del teologo protestante e riformatore Giovanni Calvino
(V.). Egli portò a sviluppi logici estremi
la dottrina che sta alla base della riforma protestante attuata da Lutero e da
Zwingli, privandola di ogni traccia di misticismo e di quietismo. Il pensiero di
Calvino è già pressoché interamente sviluppato nel trattato
Christianae religionis institutio, pubblicato nel 1536. Suoi punti
fondamentali sono la dottrina dell'
elezione e quella della
doppia
predestinazione, secondo cui Dio predestina alcuni uomini "eletti" alla
salvezza e alla gloria, mentre gli altri, i "presciti", sono già
condannati alla dannazione. Gli eletti, riuniti nella chiesa, proprio in
virtù dell'elezione divina si sentono chiamati a operare in direzione del
bene. Fonti della cognizione di Dio sono: la natura, la Provvidenza, la Sacra
scrittura e la testimonianza interiore, ossia la coscienza della propria
debolezza di fronte a Dio. Gli unici due sacramenti riconosciuti dal
C.
sono il battesimo e l'eucarestia, laddove la presenza di Cristo è da
intendersi in senso spirituale e non materiale. Data l'immediatezza della
rivelazione, tutti gli uomini sono sacerdoti e vi è un'unica Chiesa che
prende forma in singole comunità, rigidamente modellate su quella
organizzata a Ginevra da Calvino stesso. Tali comunità, con le quali si
voleva ottenere un ritorno alla chiesa apostolica originaria, si identificano
poi anche con lo Stato, in quanto ad esse è affidato direttamente da Dio
il compito di tutelare la pace pubblica. Anche lo Stato, quale espressione della
Chiesa, esige dai suoi sudditi un'obbedienza assoluta. La dottrina ecclesiastica
si pone nello spirito dell'estremismo ecclesiastico medioevale e, al pari della
dottrina perseguita dai Gesuiti, sostiene il primato e l'indipendenza
dell'autorità spirituale, unitamente però all'uso del potere
secolare per imporre il suo giudizio sull'ortodossia e la disciplina morale. In
pratica, alla chiesa vengono così attribuite entrambe le "spade", ovvero
quella del potere spirituale e quella del potere temporale, affidando anche la
direzione dell'autorità secolare al clero. Pertanto, il
C. diede
al clero grande potere e influenza politica e sociale, pur scavalcando tutti gli
altri movimenti protestanti nella sua opposizione al cerimonialismo. Solo in un
secondo tempo il movimento calvinista assunse le caratteristiche di un movimento
d'opposizione all'autorità politica e ciò fu dovuto a particolari
circostanze storiche. Il
C. cominciò a diffondersi e ad affermarsi
in Europa quando il movimento protestante, ormai diviso in varie formazioni,
aveva perduto molto del suo vigore iniziale. Esso guadagnò rapidamente
terreno nei confronti del luteranesimo che finì col ripiegarsi su se
stesso, divenendo un fenomeno circoscritto agli Stati tedeschi e scandinavi dove
si era affermato grazie ai sovrani locali. Inoltre, sottrasse notevole spazio
alle numerose lotte anabattiste che, su posizioni anarchicheggianti, affermavano
una totale libertà profetica antigerarchica. Col diffondersi del
C., la direzione del movimento protestante passò nelle mani di
uomini che intendevano propagarlo dal basso, anziché dall'alto,
ricorrendo all'appoggio dei sovrani locali, come aveva fatto il luteranesimo,
riponendo la loro fiducia non tanto nei principi, quanto nella saldezza delle
organizzazioni ecclesiastiche. Si trattava inoltre di uomini intenzionati a
ricorrere, se necessario, alle armi per affermare i propri principi. La
struttura organizzativa era semplicissima, poiché ciascuna chiesa aveva
un'organizzazione sua propria, con un pastore e un consiglio di anziani, il
Concistoro, eletti dalla comunità e dai pastori stessi. Questa struttura
seppe catturare l'interesse della borghesia cittadina e mercantile, animata da
forte spirito autonomistico e desiderosa di partecipazione democratica.
Irradiandosi da Ginevra, la dottrina calvinista seguì le linee di minor
resistenza, penetrando molto rapidamente soprattutto in quelle aree in cui i
governi risultavano più deboli e maggiore era il frazionamento politico e
amministrativo. Esso ottenne i suoi maggiori successi nei Paesi Bassi (dove
divenne il simbolo della riscossa nazionale contro la dominazione spagnola), in
Scozia (soprattutto ad opera di John Knox e della chiesa presbiteriana), in
Francia (dove particolarmente rilevante era stata l'influenza diretta esercitata
da Calvino, francese di nascita e soprattutto di mentalità, e dove
l'avanzata del
C. fu spettacolare e rivoluzionaria, inserendosi nella
lotta tra la corona, che rappresentava il potere centralizzato, e le varie
fazioni aristocratiche, e facendo inoltre leva sul malcontento popolare). In
Svizzera la dottrina di Calvino si avvicinò maggiormente alle tesi di
Zwingli, grazie alle concessioni fatte da Bullinger, successore di Zwingli, con
il
Consensus Tigurinus del 1549. La forza d'urto del
C.
sollevò gravi preoccupazioni tra i principi tedeschi che avevano adottato
il luteranesimo e non meno preoccupazioni destò esso nella regina
d'Inghilterra, Elisabetta I, la quale intraprese una durissima lotta contro i
Puritani. In Germania, la controversia tra luterani e calvinisti assunse toni di
estrema asprezza, ma non portò alle conseguenze sanguinose che ebbe
invece nei Paesi Bassi, in Scozia, in Boemia e in Francia dove le
atrocità culminarono nel massacro di San Bartolomeo. Il
C. si
diffuse inoltre in Renania, Ungheria, Lituania, Polonia e mise profonde radici
in America (in particolare nello Stato del Massachusetts) in seguito
all'emigrazione dei Puritani. Le chiese calviniste furono il maggiore veicolo di
opposizione al governo nel corso del XVII sec. Ciò avvenne però
indipendentemente dall'intenzione di Calvino che, al pari di Lutero, credeva
nell'obbedienza passiva ed era decisamente legalitario. Fu la situazione
politica del momento a determinare la ferma opposizione dei calvinisti,
soprattutto nei Paesi Bassi, in Francia e in Scozia, così che le
affermazioni del suo fondatore sul dovere di obbedienza e sull'ingiustizia della
resistenza, affermazioni che erano risuonate naturali a Ginevra dove i
calvinisti detenevano il potere, vennero annullate e rovesciate dai seguaci di
Calvino, e sostituite da una dottrina che affermava il diritto alla
disobbedienza. Di questa dottrina si fecero assertori soprattutto lo scozzese
John Knox e gli scrittori ugonotti francesi che, pur affermando la verità
assoluta della dottrina cristiana nella versione calvinista, rifiutavano la
dottrina di Calvino sull'obbedienza passiva e affermavano il diritto di
opposizione al potere regio assoluto. A differenza dei calvinisti francesi e
scozzesi, i presbiteriani inglesi, pur opponendosi alla Chiesa anglicana e alla
supremazia del re, non ammettevano la ribellione, rimanendo in ciò
più aderenti a Calvino di quanto non facessero Knox, Beza e gli ugonotti.
Comunque, essi ebbero una parte di primo piano nella rivoluzione inglese del
1642-48, anticipando gli indipendentisti o congregazionisti che, tra i Puritani
inglesi, furono quelli che ebbero maggiore peso politico e, benché
calvinisti nella teologia, ne avevano semplificato molto la struttura
ecclesiastica, convinti che un corpo di cristiani poteva formare una
congregazione e che questa a sua volta poteva costituire di per sé una
Chiesa, senza alcun bisogno dell'autorizzazione da parte dei magistrati civili o
dei poteri ecclesiastici. In tal modo, la Chiesa diventava un'associazione
volontaria di credenti e rinunciava all'appoggio delle autorità civili,
così che Chiesa e Stato si ponevano come due società ben distinte,
indipendenti tra di loro per principio. Nei secc. XIX e XX si assistette a un
ritorno al
C., o neo-
C., soprattutto ad opera di Hendrik de Cock e
di A. Kuyper. Vennero fondate numerose scuole, oltre alla libera
università di Amsterdam, con le quali ci si proponeva di ritornare alla
vera fede riformata, seguendo il motto "libera Chiesa in libero Stato". Oggi il
C., che conta oltre 40 milioni di aderenti soprattutto in Germania,
Francia, America e Africa meridionale, rappresenta la confessione riformata
maggiormente aperta ai problemi dell'ecumenismo e più attiva in campo
teologico e nella partecipazione ai lavori del Consiglio ecumenico
mondiale.