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Abruzzi). Regione (10.798 kmq; 1.277.330 ab.)
dell'Italia peninsulare, compresa tra la costa adriatica e l'Appennino. Confina
a Nord con le Marche, a Ovest con il Lazio, a Sud con il Molise ed è
bagnato a Est dal Mare Adriatico. Capoluogo: L'Aquila. Amministrativamente
è diviso in quattro province: L'Aquila, Chieti, Pescara, Teramo.
• Geogr. - La regione può essere divisa
in due zone estremamente diverse una dall'altra. La sezione orientale è
montuosa e presenta rocce calcaree con fenomeni carsici. Si distinguono tre
catene: ad Est quella dei Monti della Laga, dei monti del Gran Sasso d'Italia
(con la cima più elevata di tutto l'Appennino, il Corno Grande, 2.914 m)
e della Maiella (con la cima del monte Amaro, 2.795 m); al centro quella del
Velino, del Sirente, dei monti della Marsica e dei monti della Meta; ad Ovest
quella dei monti Simbruini e dei monti Ernici. Si alternano poi delle zone
pianeggianti di tipo carsico (piano delle Cinquemiglia) che formano talvolta
delle vere e proprie depressioni (Campo Imperatore). La sezione orientale si
caratterizza per la presenza di una fascia collinare preappenninica argillosa.
La zona collinare presenta una morfologia uniforme: domina il subappennino
abruzzese che si divide in aprutino e frentano. Esso è costituito da una
serie di coste collinari trasversali erose e attraversate da vallate del basso
corso dei fiumi. Le coste risultano basse e sabbiose, interrotte dalle foci dei
fiumi. Tra i principali corsi d'acqua si ricordano il Tronto, il Tordino, il
Vomano, il Pescara e il Sangro. Vasti bacini vallivi, che un tempo erano
sommersi da acque lacustri (bacini del Liri e del Salto, del Fucino prosciugato
solo nel secolo scorso, di Sulmona, che sono divisi dai monti del Velino, del
Sirente e della Montana grande) si aprono all'interno. Il clima è
fortemente influenzato dall'altitudine e della disposizione dei rilievi:
infatti è rigido con frequenti nevicate sui rilievi, continentale con
precipitazioni scarse sugli altipiani, mentre nelle regioni costiere e collinari
ha caratteristiche tipicamente mediterranee. •
Econ. - L'economia dell'
A. si è dimostrata una delle più
vitali del Mezzogiorno. Il terziario e l'industria sono in costante crescita
rispetto alle attività dell'agricoltura e dell'allevamento. L'agricoltura
di sussistenza dell'interno, caratterizzata dalla produzione di cereali e di
patate in modeste quantità, ha lasciato il posto a quella di uva, olive,
frutta, ortaggi. Importanti sono inoltre le colture industriali, tra cui
primeggiano la barbabietola e il tabacco. La pastorizia, molto praticata in
passato (ovini) e caratterizzata dalla transumanza autunnale e primaverile, ha
subito un crollo a partire dagli anni Cinquanta. Le attività industriali
sono collegate in buona parte all'attività agricola; l'artigianato, in
decadenza nei settori delle ceramiche, del ferro e dei merletti, è invece
abbastanza sviluppato nell'attività dei ramai. I maggiori impianti
industriali sono concentrati a Pescara (cementi), a Bussi (stabilimenti
chimici), ad Avezzano (zuccherifici). Fra le risorse minerarie, notevole
è la produzione di bauxite. Rilevante è inoltre la produzione di
energia idroelettrica. Netta è la differenza tra zona costiera e quella
interna, a minore sviluppo economico. Un certo incremento ha avuto il turismo
grazie anche alla istituzione del Parco Nazionale d'
A., situato nell'alta
valle del Sangro. • St. - L'uomo si
insediò in
A. sin dai primi tempi dell'umanità: questo
fatto è attestato dai rinvenimenti, in stazioni di superficie, di oggetti
di pietra riferibili al Paleolitico antico e nella valle della Vibrata di
reperti risalenti al Paleolitico superiore. Sempre in questa stessa zona ed
inoltre nell'Aquilano e nel Chietino, caverne, villaggi e fondi di capanna hanno
messo in luce tracce della civiltà neolitica. La stazione di Lama dei
Peligni risulta particolarmente interessante, in quanto contiene strati
neolitici sovrapposti al deposito, in cui sono stati trovati resti del
cosiddetto
uomo della Maiella, ritenuto preneolitico. L'Eneolitico
è rappresentato da alcuni livelli delle stazioni della Vibrata che
testimoniano anche il passaggio dall'Età neoeneolitica a quella del
Bronzo. Le necropoli di Alfedena e Atri appartengono all'Età del Ferro.
In quest'epoca, l'
A. era abitato da genti italiche (Sabini, Piceni,
Marsi, Peligni, ecc.) molto bellicose, sulle quali Roma estese il suo dominio,
dopo la seconda guerra sannitica, attirandole nella propria orbita (304 a.C.).
Sotto il dominio romano l'
A. diede un apporto fondamentale nella guerra
sociale e divenne provincia dell'impero con il nome di Samnium. Il Cristianesimo
fece la sua comparsa nella regione forse già nel I sec. In seguito, dopo
essere stato incorporato dai Longobardi nel ducato di Spoleto, l'
A.,
passato ai Franchi, fu eretto in contado autonomo con la denominazione di
Marsica nell'853. Successivamente venne concesso in feudo da papa Adriano
IV a Guglielmo I, re di Sicilia (a conclusione di incessanti lotte e
penetrazioni da parte dei Normanni). Insofferente del governo normanno
l'
A. si schierò quindi con gli Svevi; ciò determinò,
durante il conflitto tra Federico II e la Chiesa, una scissione interna che
continuò e divise il Paese anche nei secoli successivi, causando una
sequela di devastazioni da parte di Durazzeschi, Ungheresi, Angioini, Aragonesi,
truppe pontificie. Sotto gli Spagnoli, l'
A. risentì
dell'impoverimento generale ed ebbe poi parte notevole nella rivolta di
Masaniello (1647). Agli inizi del XVIII sec., mentre Austriaci e Spagnoli si
contendevano il territorio, violenti terremoti devastarono l'intera regione che
nel 1738 passò sotto i Borboni: essi la riorganizzarono nelle province di
A. Citeriore, Inferiore e Molise. Durante la Rivoluzione francese, i
Francesi trovarono una forte resistenza che sarebbe confluita nel moto
sanfedista. Nel 1821, 1841 e 1848, moti insurrezionali ebbero come centro
l'
A., fino a quando nel 1860 esso venne congiunto al resto d'Italia. Sino
al 1963 è rimasto amministrativamente unito al Molise. Il 6 aprile 2009 una forte scossa
di terremoto di magnitudo 5,8 della scala Richter (8º/9º della scala Mercalli) colpì l'
A.;
il bilancio definitivo fu di 299 morti e circa 1.600 i feriti, di cui 200 gravissimi.
L'epicentro del sisma venne registrato a L'Aquila e almeno 26 furono i comuni interessati,
dove moltissimi furono gli edifici resi inagibili.
• Arte - Vi sono alcuni reperti archeologici
(necropoli, insediamenti fortificati), di una civiltà artistica
indipendente dalle altre manifestazioni italiche dello stesso periodo (secc.
VI-II a.C.). La zona non subì del resto l'influsso ellenico come mostra
il
Guerriero di Capestrano, che rappresenta uno degli esempi più
caratteristici della scultura non condizionata da modelli classici. Con il
dominio di Roma anche l'
A. fu successivamente interessato allo sviluppo
delle città secondo i modi tipici della capitale, con la costruzione di
alcuni caratteristici edifici romani di cui restano numerose vestigia (i teatri
di Teramo, di Amiterno e di Pietrabbondante). Dopo la caduta dell'Impero la zona
non conobbe un grande sviluppo artistico se non in epoca medievale. Si ebbe una
nuova fioritura dell'edilizia in coincidenza con il nascere della edilizia
monastica: essa contribuì alla diffusione dei modelli dell'arte romanica
che in
A. si unirono alla ricerca luministica e coloristica di chiara
ascendenza bizantina. Pochi sono i frammenti rimasti dell'arte sviluppatasi
durante i due secoli di dominio longobardo, mentre maggiore fu
l'operosità all'inizio del Mille grazie allo spirito di rinnovamento
irradiante dall'abbazia di Montecassino. Tale attività si
intensificò poi sotto il dominio dei Normanni con uno stile influenzato
dalla produzione campana oltre che da influssi locali. Ne è un tipico
esempio l'edificio di Sant'Angelo di Pianella presso Pescara. In seguito
divennero importanti gli influssi nordici sia in pittura che in scultura:
soprattutto determinante fu l'influenza del Gotico internazionale,
radicalizzatosi con la dominazione angioina (sculture di tipo francese). Lenta
fu la penetrazione dello stile rinascimentale che ebbe la sua espressione
più alta con Andrea Delitio e in seguito con alcuni artisti quali Pietro
Alamanno, Giovannantonio da Lucoli e l'eclettico Cola dell'Amatrice. Dalle
correnti del Rinascimento toscano penetrarono poi nuove forme di architettura
(Palazzo ducale a Tagliacozzo, castelli di Celano e di Capestrano e a L'Aquila
la chiesa di S. Bernardino). Nella scultura si affermò maggiormente il
gusto locale soprattutto con Nicola da Guadiagrele, che rinnovò la
tradizionale croce abruzzese e Silvestro dell'Aquila. Durante il Cinquecento
altri artisti, ad esempio Girolamo da Vicenza e Paolo de Garviis, contribuirono
al rinnovamento artistico abruzzese. Nel XVI sec. notevole sviluppo ebbe la
produzione di maioliche che con la dinastia dei Grue giunse a risultati di
notevole valore artistico. L'architettura barocca si impose su tutti gli altri
stili e si caratterizzò per una predilezione per la decorazione che ha in
F. Solimena e in Luca Giordano i maggiori artefici. Pochi sono gli esempi di
arte neoclassica, mentre dell'Ottocento si ricorda il verismo lirico di Michetti
e dei Palizzi.
Cartina dell'Abruzzo
Pescara: panorama
Sulmona: la facciata del Duomo
Chieti: cattedrale di San Giustino
Carunchio (Chieti): palazzo Turdò
Il castello di Crecchio (Chieti)
Pescasseroli (Parco Nazionale d'Abruzzo): rocce in val di Rose
Parco Nazionale d'Abruzzo: una coppia di cervi al pascolo
Parco Nazionale d'Abruzzo: lupo appenninico
Parco Nazionale del Gran Sasso: il Corno Piccolo sui Prati di Tivo
L'Aquila: la facciata di S. Maria di Collemaggio
Il retro del Duomo di Teramo