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Abitazione.

(dal latino habitatio: abitazione, der. di habere: avere). Luogo dove si risiede, si abita. ║ In generale casa, appartamento, o parte di esso. • Etn. - L'idea di un luogo dove trovare rifugio, in genere durante la notte, è legato al concetto di struttura familiare caratteristico dell'uomo e si differenzia da quello di tana degli antropoidi. Si sono rinvenuti in Africa tracce di accampamenti risalenti a un milione e mezzo di anni fa. L'homo sapiens cercava rifugio dalla pioggia sotto una grotta, oppure si difendeva dalle fiere passando la notte su un albero; con l'homo erectus si affermano invece delle a. più caratteristiche: dal momento in cui egli per la prima volta apporta consapevoli modificazioni a quei rifugi naturali, ha inizio il concetto storico di a. Le prime forme di a. erano probabilmente semplici tettoie di frasche. A partire dall'Era paleolitica, con lo sviluppo delle tecniche di caccia e la lavorazione di nuovi materiali, le a. divennero più elaborate, prima seminterrate, realizzate con pali, ossa, pietre e pelli, poi vere e proprie tende, quali quelle usate ancora oggi dai nomadi. Con il Neolitico e l'inizio della sedentarizzazione prese piede un'altra forma di a., la capanna costituita da mura di materiali vegetali impastati di argilla e da un tetto di forme varie, disposta spesso in modo da rispecchiare credenze e pratiche religiose. In epoca storica l'impiego di mattoni di argilla ha prodotto un serie di studi e l'elaborazione di alcuni principi di costruzione. • St. - L'a. ha assunto nel tempo forme numerose e diverse: ci sono a. temporanee (tipiche dei nomadi), permanenti, unifamiliari o collettive, costruite con i materiali più svariati e con diverse forme e giaciture. Tutta questa varietà dipende da fattori ambientali e storici: clima, particolarità atmosferiche, topografia, materiali disponibili nella zona, tipo di civiltà, condizioni sociali, professione, cultura. L'a. come sintesi storica di due esigenze opposte, una pratica e una estetica, è una delle testimonianze essenziali della civiltà umana. Nell'esaminare l'evoluzione storica dell'a. si distinguono alcune fasi fondamentali. Nelle civiltà primitive l'a. più antica è quella ottenuta adattando anfratti naturali (grotte, caverne, buche). Tale uso si è sviluppato soprattutto nelle zone aride e desertiche (Messico, Tunisia, Asia Minore) ed è giunto fino ai giorni nostri. Successivamente venne introdotta la capanna, dalla quale derivano le misere bidonvilles che circondano le metropoli moderne. Tra le capanne è ancor oggi in uso il tucul africano, con pianta circolare e tetto a tronco di cono, pareti costituite di pali e fogliame o paglia e fango, o anche pietrame, argilla e mattoni crudi, tetto di erbe, paglia, fogliame, cortecce. Nelle zone aride e sabbiose, invece, gli unici materiali sono l'argilla e i mattoni crudi o cotti; la pianta è rettangolare e il tetto piano a terrazzo (hudmò dell'Eritrea, pueblos dell'Arizona). Altri tipi di capanna sono la isba russa e le capanne di tronchi tipiche delle sterminate foreste nordiche (Canada, Siberia, Scandinavia), da cui derivano i moderni bungalow e la baita di pietra delle zone montane e il caratteristico igloo eschimese interamente in ghiaccio. Vengono infine le a. mobili dei popoli nomadi: la tenda di stoffa degli uomini del deserto (Beduini, Tuareg); la capanna smontabile dei Lapponi formata da un telaio di pali ricoperto di pelli; i carri abitati dei pastori mongoli, precursori dei carrozzoni degli zingari e persino delle moderne roulottes; le barche-capanne che formano immensi villaggi sui grandi fiumi asiatici (India, Indocina). Nelle civiltà antiche, i popoli del Mediterraneo e dell'Asia Minore, così come i Cinesi, ebbero come forma tipica di a. la casa in muratura a uno o due piani, costruita con pietre o mattoni. Il clima caldo di queste zone determinò la tendenza a limitare le aperture esterne e a sviluppare la costruzione su vasti cortili interni, ombreggiati, muniti di porticati e talvolta di vasche d'acqua. Altri criteri di base erano la netta distinzione, nella casa, tra vita sociale e vita privata della famiglia; il ruolo esclusivamente privato della donna che trascorreva in casa l'intera giornata; l'esistenza del lavoro servile. In Cina lo schema tipico di a. constava di un recinto recante la porta d'ingresso, una sala per le visite, un cortile con tettoia e, in fondo, le stanze da letto. Uno schema analogo era presente presso i Romani. L'ingresso (protyrum) dava su un cortile a cielo libero (atrium) o coperto (cavaedium), circondato dai locali destinati alla vita sociale, agli ospiti, agli schiavi, e da quelli adibiti a magazzino e a cucina. Uno o due passaggi (fauces) conducevano in un cortile più grande (peristylium) che rappresentava il centro della vita familiare ed era circondato dalle camere da pranzo, da letto e dalla cappella ove venivano custoditi gli dei domestici (Lari e Penati). Oltre alla casa tradizionale esistevano in Roma le insulae, edifici immensi alti fino a 20 piani e consistenti in vasti cameroni divisi da tramezze, che erano destinati all'alloggio delle masse popolari. Esse rappresentavano il primo tentativo storico di risolvere il problema dell'a. collettiva per grandi masse di persone. Nel Medioevo, la debolezza dello Stato, le lotte perenni tra i feudatari, le invasioni, le rapine, determinarono la nascita delle tipiche città fortificate caratterizzate da vie strette e da spazio limitato. Di conseguenza vennero ridotti o eliminati i cortili interni e si dovette ricorrere a finestre e balconi sulla pubblica via. Venne inoltre meno la distinzione tra le zone destinate alla vita sociale e quelle allestite per la vita privata. Il diffondersi del lavoro borghese degli artigiani e dei mercanti determinò il conglobamento nell'a. della bottega, del laboratorio, dello studio. La casa aveva generalmente due piani: al piano terra si trovavano il soggiorno, la sala da pranzo e i locali di servizio; al secondo le camere da letto; nel sottotetto erano alloggiati i servi. Grande importanza assunsero man mano i castelli nei quali predominava inizialmente la funzione difensiva rispetto a quella abitativa. Il Rinascimento e il Seicento videro l'espansione delle ricche famiglie borghesi, le cui case si ampliarono, si abbellirono, diventando palazzi e ville. I piani erano due o più, le finestre e i balconi assai ampi; ricomparvero vasti cortili circondati da logge; prevalse in tutto un'estrema cura artistica. Al piano terra erano dislocate le botteghe e i servizi; al primo piano le sale di rappresentanza; al secondo le camere famigliari e nel sottotetto gli alloggi per i servi. Durante il Settecento vennero realizzate anche le a. collettive con appartamenti. Accanto alle case dei nobili va fatto un cenno alla casa rurale, abitata dai contadini che nell'Era moderna hanno sostituito i servi della gleba. In essa trovavano posto in un unico blocco le stanze civili, le stalle per gli animali, i magazzini per le messi, rimesse e tettoie per gli attrezzi. La famiglia contadina, di tipo patriarcale, aveva il centro della sua vita in una grande stanza (con il caratteristico focolare) che svolgeva funzioni di cucina, sala da pranzo, soggiorno e ritrovo. La casa disponeva di un piano superiore dove c'erano le camere da letto, e di un sottotetto dove si riponeva il fieno. Anche questo tipo di a., che sopravvive ancora in varie regioni d'Europa, tese a soccombere gradualmente al contatto con la moderna civiltà industriale. Ai giorni nostri, l'eccezionale sviluppo della società moderna, fornendo da un lato nuovi mezzi tecnologici, ma ponendo dall'altro gravi problemi connessi allo spopolamento delle campagne e all'urbanizzazione, ha infatti mutato alle radici il concetto di a. La necessità di alloggiare rapidamente le grandi masse lavoratrici ha prodotto un'espansione a macchia d'olio delle città. Nel corso dell'Ottocento per fare fronte al problema dell'alloggio per i lavoratori che affollavano le periferie si ricorse ad a. plurifamiliari. A Londra tristemente famosi divennero gli slums caratterizzati da pessime condizioni igieniche e che di fatto erano dei monolocali con un piccolo spazio esterno. Un altro tipo di a. per gli operai erano le case a ballatoio sviluppate in Francia e in Italia e composte da singoli locali, aperti sul cortile interno su un balcone comune dove erano collocati i servizi igienici in comune. Attorno ai centri storici, e anche al loro interno, sono sorti accanto ai palazzi ottocenteschi, nuovi giganteschi centri direzionali. La struttura più usata è il palazzo ad alto sviluppo verticale, per uno sfruttamento intensivo dello spazio, suddiviso in appartamenti d'a. o in uffici. Il numero dei piani può essere talvolta di varie decine (grattacieli). Lo schema essenziale dell'appartamento è divenuto uno standard, uguale in ogni parte del mondo dove si sia sviluppata una società industriale moderna. Esso si basa su un'esigenza di estrema praticità. Lo schema consta di un soggiorno-studio e di una sala da pranzo, spesso comunicanti, di camere da letto, di una cucina attrezzata con elettrodomestici, di locali di servizio, e di un balcone o terrazzo. L'unica alternativa all'appartamento è costituita dalla casetta unifamiliare. Un altro tipo di a. moderna è la villa residenziale in località panoramica e turistica. • Dir. - Il diritto di a. è un diritto reale che consente il godimento delle case altrui: il titolare di tale diritto ha la facoltà di abitare in un casa che è di proprietà di altri. L'a. si distingue dalla locazione poiché è un diritto reale mentre questa crea tra le parti solo diritto di obbligazione. È un diritto che non può essere ceduto e che impone l'onere di riparazioni ordinarie. Si costituisce mediante un atto pubblico o testamento. Cessa in caso di morte del titolare e per prescrizione se non è stato usufruito, per la riunione del diritto di a. con quello di proprietà nella stessa persona.