Pauperismo Medievale.
Dottrina secondo la quale il vero cristiano non deve possedere niente. Ebbe un ruolo determinante nel definire diversi movimenti religiosi, ereticali e non, del XII-XIII secolo. Dopo aver avuto una qualche parte nelle lotte (pataria) contro la chiesa simoniaca, il pauperismo fu al centro del movimento dei Poveri di Lione e divenne poi una crescente forza di protesta nei confronti delle istituzioni ecclesiastiche. L'autorizzazione papale dell'ordine dei frati minori di San Francesco (1223) e il suo successivo grande successo incanalarono le istanze pauperistiche in una istituzione più facilmente controllabile ed evitarono che esse si trasformassero in una potente forza di contestazione ereticale. Ma le polemiche sulla povertà ricomparvero presto all'interno dello stesso ordine francescano, che si divise in due gruppi pronti ad accusarsi reciprocamente di eresia. Sette di frati irregolari che praticavano e predicavano il pauperismo accentuandone i toni rivoluzionari e millenaristici cominciarono a comparire in molte città italiane verso la fine del XIII secolo, venendo condannate come eretiche e duramente combattute dalle autorità ecclesiastiche, come accadde agli apostoli di Parma e ai seguaci di fra Dolcino (1306-1307). Benché il papa Niccolò III avesse dichiarato nel 1279 che i francescani erano autorizzati a usare in modo povero beni che andavano considerati proprietà della chiesa, gli spirituali accrebbero la loro polemica, producendo con i fraticelli un'ala ancor più estremista. Il concilio di Vienne (1311-1312) cercò di mediare il contrasto, ma nel 1317 il papa Giovanni XXI condannò come eretica la stessa tesi centrale del pauperismo, cioè che Gesù e gli apostoli non avevano mai posseduto niente. Le fiamme dei roghi posero fine al movimento dei fraticelli e al più moderato pauperismo delle beghine e dei begardi. Insegnamento o apprendimento di nozioni relative al sapere in genere o a una determinata disciplina. ║ Complesso di cognizioni apprese con lo studio e coordinate organicamente fra loro. ║ Serie organica di principi che costituiscono la base di una scienza, di una filosofia, di una religione, ecc. - Rel. - Compagnia della D. Cristiana: fondata da M. de Sadis Cusani nel 1560, era destinata a promuovere l'insegnamento del catechismo cattolico. - Dir. - Elaborazione scientifica del diritto: la d. è la giurisprudenza; talora in senso soggettivo per indicare gli scrittori che si sono occupati di un determinato istituto. La d., pur avendo notevole valore per l'interpretazione delle norme giuridiche e per l'evoluzione degli istituti giuridici, non costituisce una fonte del diritto. ║ Enunciazione formale, da parte di un uomo di Stato responsabile delle direttive alle quali la politica estera del suo Paese si atterrà in avvenire relativamente a un determinato settore delle relazioni internazionali. Tali d. non hanno valore giuridico. Di Cristo. ║ Che appartiene o è proprio della religione di Cristo. ║ Che ha relazione col Cristianesimo o è da esso ispirato. ║ Individuo che ha fede in Cristo e ne professa la religione. ║ Era c.: partizione storica che ha inizio convenzionale nell'anno della nascita di Cristo. ║ Nel linguaggio familiare è sinonimo di uomo. ║ Chiesa c. cattolica apostolica: setta, di impostazione millenaristica, fondata a Chicago nel 1896 da J.A.Dowie; ebbe come centro Zions City, sul lago Michigan. In un viaggio di propaganda attorno al mondo, il Dowie scelse Zurigo come centro di diffusione della setta. ║ Chiesa c. riformata: fondata in Olanda, nel 1843, da H. de Cock, cui si unì tra gli altri van Raalte; essi emigrarono, con alcuni seguaci, negli Stati Uniti, dove nel 1847 aderirono alla Chiesa riformata d'America, dalla quale si separarono nuovamente nel 1857. ║ Comunità c.: movimento religioso fondato nel 1922 da Rittelmeyer; in esso confluirono elementi c., di misticismo orientale e di altra provenienza, sulla base dell'antroposofia di Steiner. Soppressa nel 1941 dal Nazismo, risorse nel 1945. ║ Lega c.: lega dei Cantoni cattolici della Svizzera, stretta nel 1586. ║ Associazione fondata a Berlino nel 1925, omologa, in ambito luterano, all'Azione Cattolica. L'atto del muovere o del muoversi, moto. ║ L'andare e venire di molte persone o veicoli; affluenza, animazione, traffico. ║ Fig. - Corrente culturale, politica, filosofica, scuola artistica. - Biol. - Il m. è il carattereprimario degli organismi viventi, distinzione essenziale rispetto agli organismi inanimati. I m. degli organismi unicellulari, oltre a quelli interni di natura metabolica e citoplasmatica, possono essere flagellari e ciliari o ameboidi, in relazione al mezzo usato. Nel primo caso i m. vengono effettuati attraverso flagelli - cioè espansioni citoplasmatiche filiformi e mobili, proprie, ad esempio, degli spermatozoi e di molti batteri - o ciglia vibratili, caratteristiche di parameci e larve. Nel secondo caso abbiamo m. delle parti esterne del corpo, attraverso l'estroflessione, dovuta a ritmiche variazioni del protoplasma, di pseudopodi - prolungamenti del corpo - su cui si riposiziona l'intera massa cellulare. Negli organismi pluricellulari più evoluti, il m. attraverso lo spazio è dovuto a meccanismi diretti, quali lo strisciamento, la locomozione a terra, il volo e il nuoto, o indiretti (si pensi ai fenomeni di tropismo). Negli animali il m. è permesso da un tessuto specializzato, quello muscolare (le cui componenti cellulari sono in grado di contrarsi), che è direttamente localizzato sugli arti. I m. possono essere autonomi, cioè dipendenti da fattori interni, come i m. peristaltici dell'intestino o il battito cardiaco. Il m. di locomozione, nei vertebrati, è fondato su schemi di eccitazione del sistema nervoso centrale che garantiscono l'azione coordinata dei muscoli per mezzo di meccanismi riflessi e anche volontari. Nei vertebrati e negli artropodi il tessuto muscolare permette la contrazione degli arti, organi passivi della locomozione, consentendo la deambulazione, la corsa, il salto, in molti animali l'arrampicamento e il volo. Sempre ad un'azione muscolare è dovuto il m. ondulatorio dei rettili, dei serpenti e degli animali apodi in generale; in tal caso, è la muscolatura longitudinale che funge da apparato motore. Anche i pesci si muovono attraverso il m. ondulatorio della parte terminale del corpo. In altri invertebrati (platelminti, anellidi, nematodi) l'organo di locomozione è costituito da una sacca cutanea con muscolatura circolare esterna e longitudinale interna, che si sposta per effetto di allungamenti e accorciamenti ritmici. Nei molluschi il m. è dato dal cosiddetto piede, nelle meduse e nei cefalopodi dalla contrazione di un muscolo cavo. L'azione muscolare può appoggiarsi a uno scheletro esterno (artropodi in genere) o, come nei vertebrati, ad uno scheletro interno: in quest'ultimo caso il sistema meccanico che realizza la mobilità è estremamente complesso. Nell'uomo sono più di 300 i muscoli che rendono possibile il m. della massa corporea e il suo equilibrio durante lo spostamento: muscoli degli arti inferiori (locomozione), del tronco (per garantire stabilità alla colonna vertebrale), del collo (tensione del capo) e degli arti superiori (bilanciamento). - Bot. - Anche gli organismi vegetali sono dotati di particolari m. La loro origine può essere data da uno stimolo esterno (chimico o fisico) o da uno stimolo interno (fattori endogeni). In relazione alla natura di detti stimoli e alla reazione da essi provocata nei singoli organismi, i m. delle piante si distinguono in m. di accrescimento, m. di curvatura, m. di mutazione, m. di turgore, ecc. - Econ. - M. contabile o di conto: insieme delle scritture contabili di un'azienda. ║ M. congiunturale: fluttuazione delle caratteristiche economiche di un sistema in un arco di tempo ristretto, rispetto al ciclo economico preso nella sua totalità. ║ M. stagionale: andamento fluttuante delle quotazioni di mercato. ║ M. di capitale: insieme di entrate e uscite, dette correlative o compensative in quanto non determinano alcuna variazione quantitativa del patrimonio, ma solo una trasformazione di alcuni elementi dello stesso. Si distinguono perciò dalle entrate ed uscite effettive. ║ M. internazionali di capitale: investimenti finanziari, senza contropartita di beni o servizi, aventi normalmente origine dalla differenza fra i tassi netti di interesse dei diversi Paesi. - Filos. - Ogni tipo di mutazione viene in genere considerata m. Nell'antica filosofia greca il m. fu variamente definito ed attribuito, in quanto qualità primaria, a diversi enti. Per Anassimandro un eterno m. era costitutivo del cosmo, mentre per Anassagora era la mente divina, il nous, ad esserne dotata in proprio, oltre che ad essere capace di trasmetterlo al mondo. Altri filosofi, come Zenone e più tardi Diodoro Crono, giunsero alla negazione del m. in quanto impossibile, mentre per Democrito, e poi per gli atomisti che parlavano di eterno m. degli atomi, il m. era una nozione relativa, in quanto indicante una variazione del rapporto tra gli atomi nel vuoto, e non un mutamento assoluto della posizione di questi nello spazio. Aristotele lo considerò evento accidentale, non riguardante cioè l'essenza dell'ente, che porta mutamento di posizione, di qualità e di quantità. Su questa linea si mosse anche la filosofia medioevale. In epoca moderna il m. fu per Cartesio una relazione di contiguità, per Leibniz causa del mutamento, per Kant la variazione delle relazioni esterne di un corpo con lo spazio, per Hegel un fenomeno connesso all'infinito matematico. - Geom. - In geometria si definisce m. l'atto ideale che, portando una figura a sovrapporsi ad un'altra, ne definisce la congruenza. Dal momento che il m. non altera le mutue distanze dei punti delle figure mosse, esso è detto rigido; sarà invece diretto o inverso, relativamente alla conservazione o meno degli orientamenti delle figure. - Mus. - Ciascuna delle parti di una composizione. ║ Grado di celerità richiesto nell'esecuzione di un brano. Tra le principali didascalie: adagio, andante, allegro, presto. - Sociol. - M. collettivi: termine che indica il comportamento di masse di individui. Essi possono essere di carattere irrazionale, come nel caso di momenti di esaltazione o di panico di grandi folle, o di natura politica (m. per la difesa di diritti civili, rivolte, ecc.) o ancora di natura religiosa. In genere si possono classificare in base al rapporto, positivo o negativo, con la società all'interno della quale si formano. ║ M. della popolazione: m. demografico dato dall'insieme delle variazioni quantitative e qualitative subite da un aggregato umano. Si distinguono m. naturali, dovuti cioè a cause naturali quali morti, matrimoni, nascite, ecc. e m. migratori, causati da fattori sociali ed economici. - Tecn. - Negli orologi, l'insieme dei meccanismi, racchiusi nella cassa, che fornisce il moto alle lancette. Della religione, che si riferisce alla religione o a una religione. ║ Che ha religione, che vive e si comporta secondo i precetti di una religione. ║ Conforme ai riti canonici della religione cattolica: matrimonio r. (contrapposto a matrimonio civile). ║ Fig. - Sacro, solenne, che infonde profondo rispetto o provoca intensa concentrazione: le sue parole furono ascoltate in r. silenzio. ║ Colui che appartiene a un ordine r. o a una congregazione. - Dir. can. - Secondo il Codice di Diritto Canonico, laico e chierico che, con la professione di voti pubblici, sia diventato membro di una religione, cioè di una società riconosciuta dall'autorità ecclesiastica. Secondo il codice di Diritto canonico e. è chi, dopo aver ricevuto il battesimo, conservando il nome di cristiano, nega pertinacemente qualcuna delle verità in cui si deve credere per fede divina e cattolica, o dubita di essa. ║ Nella storiografia italiana recente, la parola è usata per designare quegli eterodossi italiani del XVI sec. che vennero considerati e. non solo dalla Chiesa cattolica, ma anche dalle grandi correnti della Riforma: e. e riformatori italiani. L'insieme dei fedeli e l'edificio dove si esercita il culto cristiano. ║ La C. come società religiosa: la C. cattolica. Il termine deriva da una voce greca, che nel suo significato classico indicava un'assemblea politica. Le corrispondenti voci ebraiche individuavano una società religiosa e politica insieme. L'originaria voce greca, nell'uso dei cristiani, indicò sia l'assemblea dei fedeli sia il luogo di culto. Descritta nel Vangelo come "Regno di Dio" sulla terra, da San Paolo come il "corpo di Cristo" in cui si riuniscono e vivono gli uomini, la C. è composta di un fattore soprannaturale (la grazia) e di un fattore umano (i fedeli santificati dalla grazia). Si sono manifestate nei secoli varie concezioni della C., che si differenziano per la diversa importanza data a questi due fattori e per il modo di concepire la loro interdipendenza. Ora si dà preminenza all'aspetto soprannaturale, definendola "comunità di grazia" o "società dei santi", per lo più visibile e mistica; ora si insiste sull'aspetto visibile, sulle sue strutture gerarchiche, sulle sue attribuzioni giuridiche di società perfetta e indipendente da ogni ingerenza civile. Queste diverse concezioni della C. sono all'origine delle varie separazioni tra i cristiani. Secondo la tradizione cattolica, è teologicamente e canonicamente esatta la definizione data dal Bellarmino: "La riunione degli uomini che sono uniti per la professione della stessa Fede, la partecipazione agli stessi sacramenti e la guida degli stessi pastori e in particolare del romano pontefice, unico vicario di Cristo in terra". Essa tuttavia trascura l'aspetto invisibile della C., come la fondamentale comunione di grazia e di carità e la possibilità di un'appartenenza invisibile ad essa, che sola può giustificare l'assioma: Extra ecclesiam, nulla salus. Il concilio Vaticano I la definisce "la casa del Dio vivente", in cui i fedeli sono vincolati da una sola fede e carità. Il concilio Vaticano II la descrive come "il popolo di Dio" e come il sacramentum magnum con cui Dio si dona agli uomini. La C. è quindi opera di Dio e prosegue l'opera di Cristo nel mondo fino alla fine dei tempi; ha lo scopo di recare all'umanità intera la grazia della redenzione e della Salvezza. Questo richiama il carattere composito della C., che, pur fondata da Dio e ricca quindi dei suoi tesori, è però formata da uomini e appesantita dalle loro manchevolezze. Voluta dal Padre, fondata da Cristo, vivificata dallo Spirito Santo, la C. appare così come un popolo aggregato all'unità della Santissima Trinità. Dunque i fedeli sono vincolati da questa unione soprannaturale con Cristo in una solidarietà reciproca che trascende le divisioni razziali e affratella in Cristo tutti gli uomini, figli di Dio con pari diritti. ║ Missione e finalità: la missione della C. è di continuare quella di Cristo, da lui affidata agli apostoli, cioè di comunicare all'umanità la vita divina. Questo si esplica in tre funzioni: a) profetica o di magistero, in quanto la C. è depositaria della fede e della verità e ha il diritto e il dovere di insegnarla alle genti in nome di Cristo; tutti devono perciò credere alle sue proposizioni, rivelate sia col magistero ordinario (lettere pontificie, insegnamento dei vescovi), sia col magistero straordinario (definizioni solenni del papa o del concilio ecumenico); b) sacerdotale o di ministero propriamente detto, che comporta il culto di Dio e l'elargizione dei sacramenti che conferiscono ai fedeli la grazia santificante; c) regale o di giurisdizione, che significa sia instaurazione nel mondo di una convivenza fondata sulla verità, sia come vero e proprio potere giurisdizionale, con podestà legislativa, giudiziaria e coattiva, che è il mezzo con cui la C. può raggiungere il fine della carità. Questa potestà viene direttamente da Dio e il pontefice romano la esercita in modo supremo e pieno su tutti i battezzati, sia riguardo alle verità di fede che alla disciplina e al governo della C. nel mondo. La missione della C. è quindi un impegno all'amore di Cristo e alla dedizione per la salvezza di tutti gli uomini. Essa è dunque per definizione missionaria, ma (secondo la dichiarazione dottrinaria) si astiene dalla preghiera e dalla predicazione finché i popoli che posseggono di Dio solo un'inconscia esigenza o un'immagine imperfetta non sono giunti alla pienezza della fede cristiana. ║ Costituzione gerarchica e struttura visibile: affinché potesse esplicare la sua missione terrena, Gesù Cristo diede alla c. una precisa costituzione gerarchica, la quale ne assicura il funzionamento interno e costituisce una struttura esteriore riconoscibile da tutti. Si distingue innanzitutto tra C. docente e C. discente (rispettivamente clero e laicato), basandosi sul sacramento dell'ordine. Il vertice della gerarchia è costituito dal papa, vicario di Cristo; attorno a lui gravita l'intero organismo, rappresentato dal collegio espiscopale (vescovi), sacerdoti, religiosi, laicato: il tutto costituisce il volto umano e visibile del corpo di Cristo, attraverso cui si irradia sul mondo il mistero di Dio. Nel simbolo niceno-costantinopoliano sono enumerate le quattro note specifiche che distinguono la C. dalle altre contraffazioni umane: a) l'unità: la verità è una sola, quindi è doveroso accettarla e possibile raggiungerla e riconoscerla; ci si separa dalla C. con l'eresia (rifiuto di fede) o con lo scisma (rifiuto di obbedienza); b) la santità: questo non significa che i membri della C. siano più santi degli altri gruppi religiosi, ma che, poiché scopo della C. è la santificazione degli uomini, santa è la dottrina e mezzi sicuri di santità sono i suoi sacramenti; c) la cattolicità: cioè l'universalità: il messaggio di Cristo è valido per tutti gli uomini di ogni tempo; d) la apostolicità: la predicazione del Vangelo fu affidata da Gesù agli apostoli e ai loro successori, dunque la c. ne è la sola depositaria. ║ C. e Stato: il modo di concepire i rapporti tra la società civile e quella religiosa, che ha sempre avuto gran peso nel corso della storia, si può riassumere in due schemi opposti: l'unione e la separazione. Unione: in questo caso può verificarsi la subordinazione o la coordinazione. Esempi storici di subordinazione della C. allo Stato sono: a) il Cesaropapismo, secondo cui il governo della C. è un settore dell'amministrazione statale; b) il giurisdizionalismo, che, pur non riunendo nella stessa persona il duplice potere civile e religioso anzi concedendo privilegi e favori, si riserva però di invadere l'opposta sfera, pesando sulla nomina dei vescovi, la divisione delle circoscrizioni, l'amministrazione dei beni cioè sul settore esteriore e temporale della C. Rientrano in questo schema il gallicanesimo in Francia, il febronianismo e il giuseppinismo in Austria, il regalismo in Spagna, il leopoldismo in Toscana, tutti risalenti agli ultimi secoli. Riguardo alla subordinazione dello Stato alla C. si distinguono invece: la potestas directa (teocrazia), per cui tutti i poteri toccano al papa, e quelli vicini vengono esercitati dallo Stato per semplice delega; la potestas indirecta, che assegna al papa la sola potestà di correggere e abrogare le leggi civili, eventualmente dannose alla vita spirituale dei fedeli; la potestas directiva, che assegna al papa la sola possibilità di disapprovare leggi ritenute nocive e di raccomandare ai governanti il rispetto dei diritti di tutti e quindi anche C. La coordinazione si verifica invece quando C. e Stato si riconoscono reciprocamente sullo stesso piano, riservandosi ciascuno il proprio campo d'ingerenza (rispettivamente spirituale e temporale). Sui problemi non chiaramente circoscritti all'uno o all'altro campo (le res mixtae) le due autorità vengono a una soluzione comune in uno spirito di mutua collaborazione (sistema del concordato). Separazione: in genere questo sistema è definito dall'assenza di vincoli giuridici formali tra C. e Stato, per cui la prima deve conformarsi al diritto comune in vigore, senza privilegio alcuno. In pratica in questo modo la C. viene posta alla mercé di eventuali governanti senza scrupoli, ma d'altra parte le rimane la più completa libertà spirituale per l'esercizio della sua missione. Il sistema concordatario invece, se salvaguarda i diritti della C. come società terrena e sovrana, può renderla o farla apparire connivente con la politica del potere costituito. La C. cattolica preferisce ufficialmente il sistema concordatario, ritenendolo il più adatto alla sua natura di società sovrana e indipendente; dove le circostanze storiche lo richiedono accetta però anche una forma di tollerante adattamento alle condizioni esterne. Sul piano teorico, dopo la teoria medioevale del potere diretto la curia romana si è orientata verso una forma di potere indiretto, stante la subordinazione del fine temporale al fine spirituale, che naturalmente rimane preminente. In Italia i Patti Lateranensi costituiscono il concordato che regola i reciproci rapporti. - Arch. - ║ La C. come edificio sacro: sin dalla più antica architettura cristiana tali edifici si dividono in due tipi fondamentali: a pianta longitudinale o basilicale e a pianta centrale; essi sono derivazioni e adattamenti di precedenti edifici romani (cioè la basilica romana e il mausoleo o il tempio pagano). Un terzo tipo sorse più tardi dalla fusione di questi due: ebbe pianta cruciforme, e cupola posta sull'incrocio del braccio longitudinale (navata) con quello trasversale (transetto). I due tipi fondamentali sono ben distinti nel periodo paleocristiano, in cui l'edificio a pianta longitudinale, con una o due navate, è utilizzato per i riti di culto, e quello a pianta centrale (quadrata, ottagonale, ecc.) per la somministrazione del battesimo. I migliori esempi di questo periodo si trovano a Roma (Santa Sabina, Battistero Lateranense) e a Ravenna (Sant'Apollinare Nuovo, Battistero degli Ortodossi). Successivamente l'architettura carolingia predilesse gli edifici a pianta centrale, usandoli anche per il culto. Ma la più comune pianta che si ritrova nei periodi seguenti, tra le numerose variazioni dei tipi fondamentali, è quella a croce latina, di facile costruzione e di evidente valore simbolico. In periodo romanico al soffitto architravato si sostituiscono le volte; una cupola con tiburio compare alla sommità dell'edificio; compaiono cappelle laterali e il deambulatorio dietro il presbiterio. L'architettura gotica elabora maggiormente l'edificio, gli conferisce leggerezza, grande slancio verticale per mezzo delle tipiche volte, ricca ornamentazione; introduce più absidi con cappelle radiali. Nel Rinascimento, benché la pianta centrale venga rivalutata come modello di perfezione architettonica, restano prevalenti le piante longitudinali, provviste di una grandiosa cupola (come la basilica di San Pietro a Roma). Durante il Barocco si accolgono in parte questi schemi rinascimentali, respingendo però ogni elemento di simmetria e di armonia: la pianta centrale viene elaborata su pianta ellittica, con strutture libere (San Carlino alle Quattro Fontane, Sant'Ivo, a Roma). Un ritorno alle forme classiche (colonnati, frontoni, ecc.) si verifica fuori d'Italia nel '600-'700, e la C. ricorda l'aspetto dei templi pagani. L'Ottocento vede in tutta l'Europa un ritorno al gusto dei secoli addietro, ma le opere realizzate non vanno oltre la fedele imitazione. La C. contemporanea, dopo qualche insoddisfacente esempio ispirato al razionalismo e al funzionalismo, si conforma a linee libere e originali, più vicine alle arti figurative che all'architettura vera e propria. La storia della decorazione degli edifici sacri vede, nel periodo paleocristiano, un prevalere del mosaico o della pittura a fresco, con intenti illustrativi e didattici. Il mosaico rifiorì nell'architettura bizantina (secc. XI-XIV). Nel periodo romanico e in quello gotico soprattutto acquista importanza l'ornamentazione plastica interna (transenne e capitelli) ed esterna (statue e rilievi): le C. gotiche sono interamente e riccamente decorate (Duomo di Milano). Nel Rinascimento la decorazione, di tipo pittorico, prevale all'interno, dove si conservano cicli di affreschi dei più grandi pittori italiani, raffiguranti storie sacre o fatti e personaggi dell'epoca. Nel Barocco la decorazione pittorica viene concepita in funzione architettonica, cioè usata per ottenere particolari e sorprendenti effetti spaziali di tipo illusionistico. La copia delle decorazioni raggiunge livelli di esuberanza e spesso di aberrazione con il Rococò (specie in Francia e Austria), dopo di che si riduce ai soli spazi degli altari, absidi e cappelle, come nella C. contemporanea. - Dir. can. - Secondo la definizione del Codex iuris canonici la C. è l'edificio sacro che serve principalmente a tutti i fedeli per l'esercizio del culto pubblico. Queste sono le principali norme giuridiche sulla C.: la sua costruzione deve avere il consenso del vescovo, che ne stabilisce i criteri di massima, conformemente ai principi tradizionali dell'arte sacra. È necessario che ogni nuova C. venga consacrata o almeno benedetta (è sufficiente consacrare un solo altare). Le cattedrali e le collegiate devono essere consacrate. Il carattere sacro così conferito alla C. dura fino alla sua distribuzione, alla destinazione ad altro uso decisa dal vescovo; oppure cessa a causa di atti empi ivi commessi, di fatti di sangue, o perché vi si è sepolto un infedele o uno scomunicato: in tal caso essa deve essere riconsacrata. In linea teorica, secondo l'ordinamento ecclesiastico, la C. conserva il diritto d'asilo, ma esso in pratica non ha alcun valore poiché nessun ordinamento laico lo ammette. L'amministrazione della C. tocca al vescovo se è cattedrale, al capitolo se è collegiata, a un rettore o consiglio di fabbrica se non ha qualifica sociale. La C. palatina è un edificio di culto, sottratto alla giurisdizione vescovile, sorto per iniziativa privata di un sovrano, che si riserva il diritto di collazione straordinaria per la nomina degli ecclesiastici preposti. Deriva storicamente dalla cappella del palatium dei primi imperatori cristiani; il cappellano palatino era spesso anche cappellano generale delle forze armate dello Stato, per cui quel titolo aveva grande importanza. Per quanto riguarda la situazione attuale, lo Stato italiano con l'art. 29 del Concordato ha rinunciato a tutti i privilegi palatini. La C. privata si può definire in due modi: 1) la C. privata è di proprietà di un privato e non di un ufficio ecclesiastico o di un ente pubblico; può anche essere aperta al culto pubblico; 2) La C. privata può essere sinonimo di oratorio, cioè di edificio sacro in cui l'ingresso è limitato ad alcune categorie di persone, oppure permesso a tutti i fedeli solo durante gli uffici divini. Il Concordato stabilisce che le C. private non possono essere riconosciute giuridicamente. Nome di alcuni personaggi biblici. ║ S. I il Giusto: figlio di Onia I, fu sommo sacerdote (I Maccabei 12, 7 e seguenti) (III sec. a.C.). ║ S. II: figlio di Onia II, fu sommo sacerdote (fine III sec. a.C.). ║ S. Maccabeo: figlio di Mattatia, fu sommo sacerdote dal 143 al 135 a.C. (I Maccabei) (II sec. a.C.). ║ Giudeo della tribù dei Beniamino a cui si attribuisce l'offerta a Seleuco IV dei tesori del Tempio. ║ Nome con il quale è correntemente chiamato Pietro nel Nuovo Testamento. L'atto o il complesso di atti con cui si istituisce qualche cosa. ║ Ciò che è stato istituito. ║ Qualunque società, corpo sociale ordinato e organizzato giuridicamente. ║ Ant. - Istruzione, educazione, sia nelle basi del sapere in genere sia in una particolare disciplina. ║ Al plurale, gli elementi fondamentali di una disciplina e soprattutto della scienza giuridica (i. di diritto civile). ║ I. di assistenza e beneficenza: enti pubblici non territoriali aventi per scopo lo svolgimento di attività caritativa, secondo le regole dei propri statuti. ║ I. canonica (o ecclesiastica): ogni istituto formalmente eretto o approvato dall'autorità della Chiesa. - Dir. - I. di erede: designazione dell'erede fatta dal testatore nel testamento. Per essa il patrimonio ereditario passa dal defunto all'erede senza soluzione di continuità. Le disposizioni a titolo universale o particolare fondate sopra una causa espressa che risulti erronea, quando questa sia la sola che vi abbia determinato il testatore, non hanno alcun effetto. Parimenti può essere impugnata la disposizione che sia effetto di violenza o dolo. L'azione si prescrive in cinque anni dal giorno che si ebbe notizia dell'errore, della violenza o del dolo. È nulla ogni disposizione fatta a favore di persona che sia incerta in modo da non poter essere determinata. Di chiese; di persona o cosa o istituto che riguardi la chiesa ed il clero. ║ Matrimonio e.: celebrato secondo i riti della Chiesa. ║ Amministrazione e.: istituita in ogni capoluogo di diocesi, ha per capo il vescovo. ║ Architettura e.: arte di costruire le chiese o gli edifici destinati al culto. ║ Giurisdizione e.: abolita nel 1850, decideva sulle questioni di diritto tra ecclesiastici e tra questi ed i laici. ║ Politica e.: quella seguita dallo Stato, e dall'autorità civile in genere, verso la Chiesa. ║ Visita e.: ispezione, fatta dal vescovo della Chiesa cattolica, per conoscere lo stato delle comunità religiose e l'attività dei parroci. ║ Pene e.: pene inflitte per trasgressione alla disciplina e., distinte in spirituali e temporali. ║ Membro del clero. - Dir. can. - Gli e. si distinguono in secolari, che vivono isolatamente a contatto dei fedeli, dedicandosi alla cura delle anime, e in regolari, separati dal mondo, facenti vita in comune, secondo una regola approvata dalla Santa Sede, e sotto l'osservanza dei tre voti di povertà, castità ed obbedienza. ║ Beni e.: quelli mobili od immobili, posseduti da enti ecclesiastici. ║ Libri e.: i sette registri che, secondo le norme stabilite nel concilio di Trento, devono essere tenuti in ogni parrocchia, riguardanti il battesimo, la cresima, i matrimoni, le morti, lo stato delle anime, le pubblicazioni ed i precetti. - Mus. - Modi e.: nella musica sacra medioevale, i sette suoni naturali della scala di do maggiore. Eccl. - Religioso appartenente ad uno degli ordini mendicanti (Francescani, Domenicani, ecc.). ║ F. laico o converso: quello che non ha ricevuto gli ordini sacri, ma vive nel convento, porta l'abito e fa i servizi più umili. ║ F. terziario: laico affiliato all'Ordine. Figlio del ricco mercante di panni Pietro di Bernardone e di madonna Pica, originaria della Provenza. Venne battezzato col nome di Giovanni, ma il padre, a ricordo della nascita francese della moglie, volle chiamarlo Francesco. Il giovane ricevette una discreta educazione, apprendendo un po' di latino e di francese ed imparando anche a scrivere, seppure mediocremente; partecipe delle avventure e svaghi giovanili degli altri coetanei della sua condizione, fu gaudente e scialacquatore. Abbracciate le armi per difendere la sua città dalle mire di Perugia, nel 1204 fu fatto prigioniero ed iniziò così quel periodo di riflessione e di crisi spirituale che lo porterà nel 1206, dopo essere stato rimesso in libertà ed aver cercato di intraprendere nuovamente la carriera militare, alla definitiva conversione. Allontanatosi dall'ambiente familiare, ruppe ogni rapporto con il padre sino a giungere nel 1207 alla pubblica rinuncia dell'eredità e di ogni bene paterno: da allora iniziò la sua nuova vita religiosa, che, incentrata soprattutto sulla meditazione solitaria, non tralascerà d'altra parte di condurre un'incessante opera di proselitismo. Assieme ai primi seguaci decise di costituire una comunità fondata sul principio evangelico della predicazione del Verbo in assoluta povertà; da papa Innocenzo III ottenne l'approvazione ufficiale della Chiesa al suo operato: nel 1212 concesse l'abito dell'ordine a Santa Chiara. Si convinse della necessità di evangelizzare altri popoli, ma solo nel 1219 riuscì a raggiungere il sultano al-Malik al Kamil, che, pur non accettando di convertirsi, lo accolse assai benevolmente, concedendogli la facoltà di recarsi in Terrasanta: ma ben presto, F. d'A. fu costretto a tornare in Italia, poiché all'interno del suo Ordine, ormai assai accresciuto da uomini che per di più provenivano da condizioni sociali diversissime, si profilavano ed erano anche già in atto dissidi e lotte violente riguardo all'interpretazione del messaggio evangelico. La Curia Romana decise di disciplinare il movimento ponendolo sotto il controllo della propria gerarchia: F. d'A. accettò tale soluzione, ma si rifiutò di far proprie alcune delle regole tradizionali. Dopo il fallimento di due tentativi riuscì a conciliare i principi irrinunciabili del suo Ordine con le esigenze della curia, nella Regola che fu approvata da Onorio III nel 1223. Gli ultimi anni di vita del santo trascorsero tra sofferenze, amarezze e mirabili esperienze mistiche: minato da varie malattie e divenuto cieco, nel 1224, durante una delle sue abituali meditazioni sul colle della Verna, ricevette le stimmate: recatosi poi nella valle di Rieti, si recò a morire alla Porziuncola, congedandosi dai suoi frati con un testamento che volle fosse divulgato in appendice alla Regola, e che, come quella, non fosse in nulla mutato con chiose od interpretazioni di sorta. Oltre agli scritti direttamente inerenti all'organizzazione del suo Ordine, F. d'A. fu autore di varie Admonitiones ai seguaci, di una preghiera alla Vergine, delle Laudes de virtutibus e delle Laudes Dei. Gli Opuscola hanno carattere di saggia riflessione morale volta non solo ad ammaestrare e persuadere, ma anche a capire e consolare; Il Cantico di frate sole ovvero Laudes Creaturarum, composto in volgare nel 1224, è senz'altro il componimento più famoso e popolare del santo ed anche il più paradigmatico di tutta la sua azione di fede sia in campo storico che in quello umano e religioso (Assisi 1181-1226). Dizionario pauperismo.(s.m.), 1 fenomeno economico sociale caratterizzato da un aumento della povertà.2 ideale di povertà di ordini cristiani.Inglese pauperismFrancese (m.) paupérismeTedesco (m.) Pauperismuspauperìstico.(agg.), del pauperismo.Inglese concerning the pauperismFrancese du paupérismeTedesco Verarmungsbolla.(s.f.), 1 rigonfiamento sferico gassoso che si forma nei liquidi: una - di sapone. 2 fig. cosa effimera, inconsistente, nella locuz.: - di sapone. 3 cavità che si forma nei metalli durante la fusione. 4 lesione della pelle consistente in una vescicola piena di siero. 5 mal della -, malattia delle piante causata da funghi. 6 parte di apparecchi chimici, di forma tondeggiante, di vetro. 7 ant., sigillo. 8 documento medievale emesso dal papa o dall'imperatore. 9 documento che accompagna una merce: - d'accompagnamento. 10 ciondolo decorato portato dai bambini in Roma antica.Inglese bubble.Francese (f.) bulle.Tedesco (f.) Blaseborgognotta.(s.f.), tipo di elmo medievale.Francese (f.) bourguignotte.Tedesco (f.) Sturmhaubebratteato.(agg.), 1 bot., che ha la brattea. 2 moneta bratteata, tipo di moneta medievale larga e sottile.Inglese bracteate.Francese bractéifère.Tedesco mit Deckblatt versehencavalleresco.(agg.; pl. -schi), 1 proprio del cavaliere, conforme alle regole ed alle istituzioni della cavalleria. 2 ordinamento medievale. 3 generoso, leale puro. 4 codice -: norme che regolano vertenze d'onore.Inglese knightly.Francese chevalresque.Tedesco ritterlichchelàndia.(s.m.), bastimento da guerra, medievale, a vela e a remi.credenziario.(s.m. +), membro di consiglio nel comune medievaledromone.(s.m.), imbarcazione medievale a remi e vela.Inglese dromonFrancese (m.) dromonTedesco (f.) Landmarkeesacordo.(s.m.), 1 nella musica medievale, successione ascendente di sei suoni. 2 strumento di sei corde.Inglese hexacordFrancese (m.) hexacordeTedesco (m/n.) Hexachordfàida.(s.f.), 1 nel diritto germanico medievale, vendetta privata. 2 vendetta.Inglese fendFrancese (f.) droit de vengeanceTedesco (f.) Fehdefalsobordone.(s.m.), nella musica medievale, armonia a più voci, in cui le note più basse costituivano la melodia e le alte l'accompagnamento.Inglese faburdenFrancese (m.) faux-bourdonfoggia.(s.f.; pl. -ge), 1 moda di vestire, moda: un vestito di - moderna. 2 forma, maniera. 3 parte di un copricapo medievale.Inglese fashionFrancese manièreTedesco (f.) Formfondaco.(s.m.; pl. -chi), bottega, magazzino medievale.Inglese draper'sFrancese (m.) entrepôtTedesco (n.) Kaufhausgrosso.1 (agg.), che ha notevoli dimensioni: è un ragazzo grande e -, si tratta di una grossa città; un - complesso industriale, grande e importante, mare -, mosso; quello di cui parli è un pezzo -, una persona molto importante, fare un calcolo in -, approssimativamente. 2 importante, ragguardevole. 3 che ha dimensioni maggiori di altra cosa simile: dito -, pollice della mano, alluce del piede. 4 che è duro da sopportarsi. 5 grossolano: si tratta di un uomo -. 6 (avv., grossamente), in gran quantità. 7 (s.m.), la parte più importante o più grossa di ql.co. 8 la parte più numerosa: il - delle truppe. 9 antica moneta medievale.Inglese bigFrancese grosTedesco großguarnacca.(s.f.), sopravveste medievale portata per lo più dagli uomini.Inglese cloakFrancese (f.) houppelandeguelfo.1 (agg. e s.m.), persona medievale favorevole al papato. 2 (s.m.), antica moneta fiorentina.Inglese GuelphFrancese guelfeTedesco welfischlàuda.(s.m.), componimento poetico medievale di contenuto religioso.Inglese laudFrancese (f.) "lauda"Tedesco (f.) Laudaleonino.(agg.), 1 di, da leone. 2 di un tipo di verso della poesia medievale, formato da emistichi che rimano tra di loro.Inglese leonineFrancese léoninTedesco Löwenleuto.(s.m.), 1 bastimento medievale a vela, a due alberi. 2 imbarcazione per lo scarico delle merci da una nave.Inglese kind of fishing boatTedesco Art Fischerbootmazzocchio.(s.m.), 1 germoglio giovane di cicoria che si mangia in insalata. 2 + copricapo maschile medievale.Inglese chicory shootFrancese (m.) rejeton de chicoréeTedesco (m.) Zichorienschößlingmedievale o medioevale.(agg.), del Medioevo: storia -; costume -.Inglese medievalFrancese médiévalTedesco mittelalterlichmìstica.(s.f.), 1 lo stesso che misticismo. 2 disciplina teologica concernente la forma di conoscenza irrazionale della divinità che è propria del misticismo. 3 produzione letteraria che si ispira al misticismo: la - medievale.Inglese mysticismFrancese (f.) mystiqueTedesco (f.) Mystikmoresca.(s.f.), danza medievale di origine spagnola.Inglese moriscoFrancese (f.) mauresqueTedesco (m.) Maurentanzmotore.1 (agg.; f. -trice), che serve a muovere: forza motrice, albero -. 2 (s.m.), nell'astronomia antica e medievale, il principio del movimento dei corpi celesti o dei cieli. 3 ogni apparecchio generatore di forza che dà il moto a una macchina: - elettrico, a scoppio. 4 veicolo a motore.Inglese motorFrancese moteurTedesco bewegendpaganìa.(s.f.), nella letteratura medievale, paese o setta di pagani, spec. musulmani.Inglese pagandompodestà.(s.m.), 1 capo dell'amministrazione comunale durante il periodo fascista. 2 capo dell'antico comune medievale.Inglese podestàFrancese (m.)podestatTedesco (m.)Bürgermeisterprecario.1 (agg.), non stabile, di incerta durata: salute precaria, cagionevole. 2 (s.m.), possesso di un bene altrui revocabile in qualsiasi momento da parte del titolare. 3 (avv. precariamente), in modo incerto, malsicuro. 4 tipo di contratto agrario medievale.Inglese precariousFrancese précaireTedesco widerruflichpriore.(s.m.), 1 superiore di una comunità religiosa, di un monastero, titolo di dignità ecclesiastica immediatamente inferiore ad abate. 2 titolo del superiore generale di alcuni ordini religiosi (agostiniani, certosini, serviti). 3 titolo del primo cardinale dell'ordine dei diaconi. 4 titolo di dignità di ordini cavallereschi: - di Malta; - gerosolimitano. 5 nella Firenze medievale ciascuno dei sei magistrati che tenevano il governo per due mesi ognuno.Inglese priorFrancese (m.) prieurTedesco (m.) Priorrondello.(s.m.), 1 componimento medievale poetico; la sua musica di accompagnamento. 2 nelle fortificazioni passaggio di ronda.Inglese rondelFrancese (m.) rondelTedesco (n.) Rondelscolàstica.(s.f.), la filosofia medievale.Inglese ScholasticismFrancese (f.) scolastiqueTedesco (f.) Scholastiksinòttico.(agg.), che è in forma di sinossi: tavole sinottiche di storia medievale; vangeli sinottici: quelli di Matteo Marco e Luca che sono molto affini e concordi.Inglese synopticalFrancese synoptiqueTedesco synoptischtarga.(s.f.), 1 lastra metallica o d'altro materiale su cui viene scritto un nome o altra indicazione: - automobilistica con l'indicazione dell'immatricolazione per il riconoscimento della vettura. 2 oggetto di vario materiale che viene dato in premio al vincitore di una gara sportiva o altra competizione. 3 (arch.), ornamento architettonico in genere rettangolare contenente un'iscrizione. 4 grande scudo medievale ad angoli smussati.Inglese plaqueFrancese (f.) plaqueTedesco (n.) Schildterminismo.(s.m.; filos.), corrente filosofica del pensiero medievale che identifica i concetti in proposizione fondata da Guglielmo D'Occam.Inglese terminismFrancese (m.) nominalisme de OccamTedesco (m.) Terminismustribuno.(s.m.), 1 titolo di vari magistrati di Roma antica; il titolo ha trovato impiego anche in epoca medievale e moderna; il - della plebe, magistrato difensore della plebe contro le oppressioni dei patrizi. 2 politicamente che si atteggia a difensore del popolo.Inglese tribuneFrancese (m.) tribunTedesco (m.) Tribunxenodòchio.(s.m.), ospizio medievale per pellegrini.Inglese xenodochiumFrancese (m.) xénodoqueTedesco (n.) XenodochiumEnciclopedia termini lemmi con iniziale a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Storia Antica dizionario lemmi a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z Dizionario di Storia Moderna e Contemporanea a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w y z Lemmi Storia Antica Lemmi Storia Moderna e Contemporanea Dizionario Egizio Dizionario di storia antica e medievale Prima Seconda Terza Parte Storia Antica e Medievale Storia Moderna e Contemporanea Dizionario di matematica iniziale: a b c d e f g i k l m n o p q r s t u v z Dizionario faunistico df1 df2 df3 df4 df5 df6 df7 df8 df9 Dizionario di botanica a b c d e f g h i l m n o p q r s t u v z |
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