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VITTORIO EMANUELE III DI SAVOIA
(Napoli 1869 - Alessandria d'Egitto 1947). Re d'Italia (1900-1945) e d'Albania (1939-1943), imperatore d'Etiopia (1936-1943). Succeduto al padre Umberto I, assunse un contegno costituzionalmente corretto, lasciando libertà a G. Giolitti di attuare il suo programma di aperture sociali. In politica estera fu favorevole sia al mantenimento della Triplice alleanza sia all'avvicinamento alla Francia e alla Gran Bretagna. Fu fautore dell'intervento in Libia e nella Prima guerra mondiale. Dopo la disfatta di Caporetto (ottobre 1917) sostituì Cadorna con Diaz al comando dell'esercito. Impaurito dal biennio rosso, in occasione della marcia su Roma favorì l'ascesa di Mussolini, dandogli l'incarico di formare il governo (28 ottobre 1922). Esautorato progressivamente dalle proprie funzioni, avallò la politica fascista. Tentò di salvare il regime monarchico-militare con un colpo di palazzo il 25 luglio 1943, quando depose Mussolini dopo il voto del Gran consiglio del fascismo (1943) affidando il potere a P. Badoglio. L'8 settembre, dopo l'armistizio, fuggì da Roma, ponendosi sotto la protezione anglo-americana a Brindisi. Ostile alla formazione di governi antifascisti, fu costretto dall'iniziativa di P. Togliatti (svolta di Salerno) ad affidare la luogotenenza al figlio Umberto dopo la liberazione di Roma (giugno 1944). Alla vigilia del referendum istituzionale, nell'estremo tentativo di mettere la monarchia al riparo dalla vergogna delle sue numerose colpe, nel maggio del 1946 abdicò e si ritirò in Egitto.
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