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TRENT'ANNI, GUERRA DEI
(1618-1648). Conflitto che coinvolse l'Europa centrale. Combattuta soprattutto sul suolo tedesco e boemo, con eserciti ai quali era permesso il saccheggio, ebbe conseguenze fortemente negative per l'economia degli stati tedeschi provocando, tra l'altro, una forte caduta demografica. Le cause furono di ordine religioso, politico ed economico. La pace di Augusta del 1555 aveva lasciato insoluti molti problemi: la Controriforma stava creando gravi attriti. A ciò si aggiungeva la vecchia rivalità politica ed economica tra gli Asburgo e vari stati dell'impero. La monarchia francese inoltre, dopo un periodo di forti conflitti interni, aspirava a contrastare il ruolo egemonico degli Asburgo, mentre la Svezia era interessata a rafforzarsi sul Baltico. La guerra iniziò con la defenestrazione di Praga (23 maggio 1618), quando i rappresentanti del governo asburgico furono gettati dagli hussiti fuori dal palazzo dell'università. La successiva elezione a re di Boemia del protestante Federico V del Palatinato fece schierare gli stati europei in due campi: quelli favorevoli agli Asburgo (Spagna, Baviera, Sassonia, Polonia) e quelli che appoggiavano Federico (la maggior parte degli stati protestanti germanici, l'Inghilterra e l'Olanda). L'esercito asburgico sconfisse duramente i boemi nella battaglia della Montagna bianca (1620) e penetrò anche nel Palatinato. Cominciò così una dura repressione contro i protestanti, mentre la corona boema venne dichiarata eredità degli Asburgo. Frattanto la Spagna iniziò le ostilità contro le Province unite, e il re Cristiano IV di Danimarca, il re Gustavo Adolfo di Svezia e più tardi la Francia scendevano in campo contro l'Austria. La fine del conflitto (solo Francia e Spagna continuarono le ostilità tra di loro) fu sancita dalla pace di Westfalia, firmata nelle due località di Münster e Osnabrück (1648).

J.V. Polisensky, La guerra dei Trent'anni, Einaudi, Torino 1982.
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