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Camelia arbustiva le cui foglie essiccate, fermentate e tostate servono per preparare l'omonima bevanda. La pianta, originaria dell'estremo Oriente, probabilmente del Tibet o della Cina meridionale, era impiegata, già nel I millennio a.C., come ingrediente medicinale di unguenti e cataplasmi. La sua coltivazione e la larghissima diffusione in Cina come alimento risalgono al IV-V secolo d.C. Le foglie, cotte a vapore, venivano pestate nel mortaio e bollite con riso, spezie, bucce d'arancia, cipolle e sale. Nel corso della dinastia T'ang (618-906) si ricavò dal tè una bevanda facendone bollire le foglie in acqua salata. Nello stesso periodo furono elaborati, all'interno del pensiero taoista, parallelismi simbolici (La Sacra scrittura del tè, del poeta Lu Wu) tra il cerimoniale di preparazione del tè e l'ordine del Cosmo, secondo princìpi estetici e etico-religiosi che nel Giappone, dove il tè era stato introdotto nel X secolo, favorirono durante il periodo Machumori l'istituzione di una vera e propria filosofia culturale attorno a questa bevanda. Sotto la dinastia cinese Sung (960-1279) si sviluppò una nuova scuola del tè: le foglie erano ridotte in polvere che veniva frullata in acqua bollente non salata. Questi usi furono travolti dalle invasioni manciù che devastarono e asservirono la Cina tra il XIII e il XV secolo. Durante la dinastia Ming (1368-1644) si recuperò il cerimoniale: ora l'infuso era ottenuto rovesciando acqua bollente in una tazza contenente le foglie. È questa la bevanda che gli olandesi della Compagnia delle Indie introdussero in Europa sul finire del XVI secolo e che divenne, assieme al caffè e alla cioccolata, di gran moda nel Settecento. Furono gli europei, particolarmente gli inglesi, a diffondere la pianta e la bevanda prima nelle colonie americane (nelle quali l'imposizione della tassa sulla produzione del tè servì nel 1773 come pretesto per avviare la lotta di indipendenza) e nel XIX secolo a Giava, in India e a Ceylon, le cui coltivazioni superarono nel XX secolo, per qualità e quantità del prodotto, quelle cinesi.
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