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RUSSO-TURCHE, GUERRE
Serie di conflitti tra i due imperi per il controllo dei paesi slavi e centroasiatici, susseguitisi dal XVII al XX secolo. Dopo che i turchi ebbero conquistato la Podolia (1672-1676), imponendo alla Polonia la propria egemonia sull'Ucraina, la Russia cercò di contrastarne l'influenza tra i cosacchi, di cui la Sublime porta si era fatta protettrice. Una spedizione, comandata dal gran vizir Qara Mustafa in Ucraina (1678), si concluse con la pace di Radzin (1681). In seguito al trattato di Carlowitz (1699) la Russia, entrata buon'ultima nella guerra tra Austria e Turchia, ottenne Azov sul mar Nero. Un nuovo conflitto scoppiò nel 1709 (quando Carlo XII di Svezia, sconfitto dai russi a Poltava, riparò in territorio ottomano) e si concluse con la pace del Prut. Più minacciosa, ma inconcludente, fu la guerra scatenata dalla Russia (contemporaneamente all'Austria) nel 1736, in seguito alla quale Mosca dovette rinunciare alla piazzaforte di Azov. Nel 1768 Caterina II riaprì le ostilità con maggiori mezzi, battendo i turchi in Moldavia, in Crimea e nello stesso Mediterraneo, grazie a una flotta arrivata dal Baltico (a cui diedero man forte marinai greci); la Porta dovette accettare le dure condizioni della pace di Küçük Kaynarca. Durante le guerre napoleoniche la Russia occupò temporaneamente nel 1805 la Valacchia e la Moldavia (trasformate nel 1849, con il trattato di Balta Liman, in una sorta di condominio russo-turco) ottenendo invece con la pace di Bucarest (1812) la Bessarabia, e cominciò a incoraggiare i moti insurrezionali greci e serbi; grazie a ciò, il principato di questi ultimi ottenne nel 1830 l'autonomia (convenzione di Aq Kerman in Bessarabia, 1826, e trattato di Adrianopoli, 1829). I greci pervennero invece all'indipendenza grazie alla battaglia di Navarino (1827) e all'avanzata di un corpo di spedizione russo fino in Tracia. La pretesa russa di assumere la protezione dei sudditi greco-ortodossi dell'impero portò poi alla guerra di Crimea (1853-1856), durante la quale gli ottomani poterono contare sull'aiuto della Gran Bretagna, della Francia, del Piemonte e, in misura limitata, dell'Austria, e che si risolse per la Russia in una grave sconfitta (congresso di Parigi, 1856): Austria, Gran Bretagna e Francia si impegnavano tra l'altro a garantire l'integrità e l'indipendenza dell'impero ottomano. La Russia reagì nel 1871-1876: incitati romeni e bulgari alla rivolta, l'esercito russo arrivò alle porte di Istanbul. Gli ottomani dovettero riconoscere l'indipendenza del Montenegro e della Bulgaria, la cessione della Tessaglia alla Grecia, di Cipro alla Gran Bretagna e della Bosnia-Erzegovina all'Austria, nonché il diritto russo di tenere navi e arsenali nel mar Nero.

A. Bombaci, S.J. Shaw, L'impero ottomano, Utet, Torino 1981; S. Clissold (a c. di), Storia della Iugoslavia. Gli slavi del sud dalle origini a oggi, Einaudi, Torino 1969; A. Ravenni, La guerra russo-turca (1877-1978), Tiber, Roma 1929.
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