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RIVOLUZIONE DEI PREZZI
(XVI secolo). Aumento generalizzato dei prezzi che ebbe luogo principalmente in Europa, ma anche, in misura minore, fuori, a partire dal 1540 circa fino al 1610. Ebbe inizio quando cominciarono a essere sfruttate le miniere peruviane del Potosí. Ciò provocò un forte incremento dell'argento in arrivo nel porto di Siviglia, da cui si diffondeva negli altri paesi. Fra il 1503 e il 1650 raggiunsero l'Europa in tutto 20.664 tonnellate d'argento e d'oro, equivalenti a un cubo di 12 metri e mezzo di lato. Una volta fuso e trasformato in moneta, oppure usato in lingotti nei pagamenti, l'aumento della quantità di argento ebbe comunque l'effetto di provocare una svalutazione dei mezzi monetari rispetto alle merci. Per acquistare la stessa quantità di merci occorreva quindi una quantità di moneta maggiore che in passato. I prezzi crescevano: quello del grano di 3-4 volte fra l'inizio e la fine del Cinquecento; meno quello degli altri prodotti. Il fenomeno proseguì fino a quando, dopo il 1610, l'afflusso di metalli preziosi si ridusse e i prezzi si stabilizzarono.
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