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POLVERE DA SPARO
(o polvere pirica, o polvere nera).
Non si ha nessuna notizia certa sulla sua invenzione. I più remoti
riferimenti a miscele deflagranti composte da salnitro, zolfo e carbone,
note come protopolveri piriche, risalgono a fonti cinesi dell'VIII e IX
secolo d.C., ma il loro utilizzo era finalizzato principalmente alla fabbricazione
di fuochi artificiali e sistemi di segnalazione. Solo a partire dall'XI
e XII secolo si ha notizia, sempre nelle cronache cinesi, di una loro utilizzazione
nella produzione di razzi e di bombe incendiarie. Il passaggio da queste
prime rudimentali miscele a una efficace formula di polvere esplosiva è
fatto risalire da alcuni all'opera di sintesi delle precedenti esperienze
che compare in un testo di incerta datazione (VIII-IX secolo) e attribuito
da alcuni a tale Marcus Graccus, da altri alla figura, dai contorni per
molti versi leggendari, del frate tedesco Berthold Schwartz (XIV secolo),
mentre una più sicura interpretazione ricollega tale passaggio a
uno scritto del 1249 dell'inglese Ruggero Bacone. Queste ricostruzioni furono
in buona misura successive alle prime applicazioni della polvere ad armi
da fuoco, che anche in Europa fecero la loro comparsa a partire dal XIV
secolo (battaglia di Crécy, 1346). Il dosaggio di salnitro, carbone
e zolfo descritto da Bacone fu modificato nei secoli successivi fino a giungere
al classico dosaggio inglese, ottenuto agli inizi dell'Ottocento, che consentiva
di conseguire una completa ossidazione utilizzando le proporzioni di 75
parti di salnitro, 15 di carbone e 10 di zolfo. I componenti erano mescolati
a due a due (carbone-salnitro, carbone-zolfo) e poi riuniti per ottenere
il miscuglio ternario. Per evitare che durante il trasporto, con lo scuotimento,
i componenti si separassero e per ridurre la velocità di combustione
il miscuglio veniva trattato con alcol o con orina, poi pressato, fatto
seccare e quindi frantumato al pestello. I grani di polvere così
ottenuti venivano poi selezionati a seconda delle dimensioni, mentre il
polverino ritornava in ciclo di lavorazione. La polvere ottenuta passava
poi alla lisciatura e all'essiccamento. L'utilizzazione della polvere da
sparo nel campo delle armi da fuoco continuò fin verso il 1830 (data
di adozione della capsula) per l'accensione della carica (polverino) e fino
al 1884 (invenzione degli esplosivi alla nitroglicerina e nitrocellulosa)
come carica di lancio.
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