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GUERRIGLIA IN AMERICA LATINA
(1960-1989). Forma di resistenza armata già presente tra gli indios e gli schiavi africani e quindi nelle guerre di indipendenza creole anticoloniali. Nella prima metà del XX secolo fu adottata sotto varie forme nella rivoluzione messicana, dalla colonna Prestes in Brasile, nell'opposizione all'invasione Usa in Nicaragua e ad Haiti. Una nuova spinta venne dalla vittoria del movimento guidato da Fidel Castro a Cuba (1959). La mancanza di democrazia, le grandi differenze sociali, l'impossibilità di portare avanti riforme essenziali nella struttura della proprietà e il predominio economico e politico degli Usa furono elementi che spinsero una parte del movimento politico a vedere come unica soluzione l'esempio della rivoluzione armata cubana. Fino a quel momento il monopolio dell'opposizione sociale era stato quasi esclusivamente nelle mani dei partiti comunisti, ma allora nuove forze cominciavano a entrare in campo. Settori di sinistra dei partiti populisti e nazionalisti, oltre a consistenti gruppi cristiani, si spostarono su di una prospettiva di trasformazione radicale. Grande attrazione esercitò anche la resistenza vietnamita e il movimento dei neri negli Usa. Alcuni partiti comunisti aderirono al metodo guerrigliero, come in Colombia, Venezuela, Guatemala; altri subirono pesanti scissioni. La morte dell'eroe della rivoluzione cubana Che Guevara in Bolivia (1967), mentre guidava la guerriglia dell'esercito di liberazione nazionale, invece di decretare la fine del ciclo, lo rafforzò ancora di più. Centinaia di organizzazioni guerrigliere, anche se molto piccole, cercarono di radicarsi nella popolazione. Per lo più poterono contare solo sulla militanza generosa di intellettuali e studenti: così i tupamaros in Uruguay, l'Esercito rivoluzionario del popolo (Erp) e i montoneros in Argentina, l'Azione di liberazione nazionale (Aln) e l'Avanguardia popolare rivoluzionaria (Vpr) in Brasile, le Forze armate rivoluzionarie colombiane (Farc), il Fronte sandinista di liberazione nazionale in Nicaragua, le Forze armate rivoluzionarie (Far) in Guatemala e molte altre. L'imposizione di dittature nella maggioranza dei paesi, una durissima repressione coordinata dagli Usa, il diffondersi del concetto di sicurezza nazionale resero l'America latina una terra di prigioni, torture, sparizioni (desaparecidos). Le permanenti divisioni all'interno della sinistra e l'incapacità di ottenere appoggio popolare portarono alla sconfitta della maggior parte dei movimenti di guerriglia. Con la sconfitta dei governi dittatoriali negli anni ottanta, molti dei gruppi ancora sopravvissuti si trasformarono o si raggrupparono in partiti legali, mentre altri furono vittoriosi, come il Fsln del Nicaragua nel 1979, o continuarono la lotta armata come in Salvador o in Guatemala.

J.L. Del Roio


Aa.Vv., I temi dell'altra America, Nuova editoriale Aiep, Milano 1989; S. Busacca, Guerriglia, in Storia dell'America latina, La Nuova Italia, Firenze 1979.
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